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Il pranzo era volato, anna aveva passato tutto il tempo a parlare di ogni minimo dettaglio del nostro matrimonio, era eccitata all idea e voleva rendermi partecipe in tutto ma sapeva che il mio acconsentire era di circostanza, sarebbe stato tutto deciso da lei, tutto secondo i suoi desideri, in fondo il padre avrebbe pagato la cerimonia ed avrebbe acconsentii a tutto pur di accontentare la figlia io dovevo solo presentarmi. Non ascoltai nulla, ne i fiori che aveva deciso per il centro tavola, ne della carrozza che penso voglia prendere per accompagnarci al buffet, la mia testa era altrove, non potevo ancora crederci lei sarebbe stata una delle mie stagiste, avremmo lavorato per un anno a stretto contatto.

"Amore ma mj stai ascoltando? Mi sembri assente?" Continuavo ad allargarmi il colletto della camicia per non farmi soffocare dall'ansia ed anche Anna se ne era accorta.

"Amore ma certo che ti ascolto, e che è stata un po' dura oggi lo sai come è mio padre!" Mi puoi la bocca e raccolsi la mia roba per andar via.

"Già te ne vai? Stava per arrivare Margaret la nostra wedding palnner per mostrarci le varie pasticcerie per decidere la nostra torta!" Il suono della sua voce era come una bambina piccola, in preda ad una crisi.

"Amore lo sai che devo lavorare, decidi tu 3 pasticcerie che ti piacciono e ci andremo promesso" le diedi un bacio sulla guancia per salutarla e me ne andai, con i miei pensieri sempre più ingarbugliati.

Pov  Joey

Il primo giorno l'avevamo passato in una sala riunioni dove la segretaria ci aveva spiegato come si strutturava il nostro stage e ci aveva fatto eseguire un test attitudinale.

Non avevo visto Peacey, ho meglio il mio capo e ne ero assolutamente contenta. Non sapevo come mi sarei dovuta comportare, se salutarlo e far credere a tutti di essere una raccomandata che conosce il capo, o essere falsa e meschina e non salutarlo facendogli credere che neanche mi ricordassi di lui. Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi dell arrivò del l'ascensore, era vuoto ed entrai con molto piacere spingendo sul piano della caffetteria visto che ero abbastanza in anticipo. Mentre le porte si stavano per chiudere una mano si introduce tra esse per aprirle. Alzai lo sguardo per vedere a chi appartenevano, due occhi color ghiaccio si impossessarono dei miei nocciola, non riuscivo a muovere nessun muscolo, la mia salivazione era sparita e la mia bocca non riusciva a connettersi con il cervello per dire qualcosa. Ma venni preceduta.

"Ciao" quel semplice saluto mi riscaldo il cuore, allora mi aveva riconosciuto.

"Ciao" rispondi educatamente mantenendo lo sguardo ora rivolto sulle porte di metallo. Quando all improvviso la sua mano si Poggio sul tasto stop e L ascensore si fermò. Sobbalzai.

"Ma che fai?"  Urali in preda all'ansia.

"Dobbiamo parlare, presentati nel mio ufficio tra 10 minuti.

L ascensore continuo la sua salita e le porte si aprirono al mio piano è quasi non lo riconoscevo, uscì in fretta salutando alcuni miei colleghi e mi accomodai alla mia scrivania.

Guardai l'orologio non so se dovevo farlo o meno. Perché mi voleva parlare. Forse pensava che l'avevo fatto apposta ad andare a letto con lui, ecco sicuramente ora mi cacceranno.

L'ansia comincio a farmi sudare, e il cuore battere a mille. Non poteva essere, non potevano cacciarmi via, non ne avevano diritto. Io nn conoscevo chi lui fosse.

E con questa consapevolezza, e con la mia aria combattiva mi incamminai verso il suo ufficio, ora gli e ne avrei dette quattro a quel presuntuoso.

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