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Mi sveglia tra le lenzuola che ancora odoravano di pulito, la sveglia che incessante suonava per farmi capire che era L' ora ma la mia mente si rifiutava di attivarsi.

La voce di Anna mi chiamava dalla cucina. La ignorai e mi chiusi in bagno. Mi serviva una doccia, per schiarirmi i pensieri e preparami ad andare a lavoro e vederla.

Apri là armadio guardando ogni possibilità di scelta che avevo, alla fine optai per il vestito blu elettrico, una bella camicia bianca e il cravattino.

Arrivai in cucina già pronto e la vidi, Anna era al telefono come sempre, la sentivo parlare con una dell sue clienti mi vide e face segno di aspettarla.
Mi accomodai sullo sgabello della penisola, e vidi arrivare dal piano superiore anche Michela la mia governante " buongiorno signor Whitter, le preparo un caffè?" Mi conosceva bene era la mia governante da tutta la vita, le avevo chiesto di trasferitasi con me quando decisi di andare via di casa e per concessione e soprattutto felicità di mia madre lei accetto, sapeva che mi trattava come un figlio e mia madre non poteva esserne piu sicura di così.
" Si? Michela ti ringrazio" mi preparo il mio solito caffè doppio amaro, e stamattina era prp quello che ci voleva per darmi la giusta carica.
Vidi Anna riattaccare e venirsi a sedere accanto a me dove c era già pronto il suo cappuccino.
"Hai fatto tardi ieri sera, non ti ho trovato quando sono tornata" mi domando " ieri c era la festa d Simon e sai quanto ci tenesse della mia presenza, ma sono stato pochissimo perché dovevo rivedere il programma per oggi è mi sono rifugiato nel mio studio. A te come è andata la cena con Danielle ?" Ero proprio un abile bugiardo e sapevo bene come rigirare i discorsi.
" Bene, abbiamo cenato e mi ha consigliato una wedding planer pazzesca è proprio quella che desideravo e Arriva da Los Angeles pensa un po' ed oggi tieniti libero per la pausa perché Pranzetemo con lei e ovviamente ci sarai anche tu" non mi diede tempo di rispondere mi stampo un bacio veloce e corse via.

Arrivai in ufficio in tempo. Sistemai il computer e iniziai a provare il proiettore era tutto pronto, e a breve sarebbero arrivati anche i miei stagisti. Ero emozionato all idea, ma ero pronto.

Iniziato ad arrivare i primi poi man mano arrivarono tutti, e la vidi entro sotto braccio con Lisa wolker, avevo letto un po' di lei prima di venire a lavoro giusto per assicurarmi con chi facesse amicizia, solo per il suo bene promesso. La guardai un po' troppo così distolse lo sguardo ed anche io feci finta di aggiustare le cartelline. Ecco tutto era pronto. Si inizia.

La presentazione era andata bene, il mio progetto era buono lo sapevo. Li avevo sottoposti a un test e da questo test avrei deciso che sezione del giornale dedicargli.

Li lasciai il tempo per il test e uscì per rispondere al telefono. Era mio padre.

" ehi papà, mi hai cercato?" Domandai.
" nel mio ufficio immediatamente!" La sua voce era dura, non so cosa avessi combinato ma era arrabbiato.
" Adesso non posso, ho da correggere i test" gli ricordai.
" Non mi interessa nel mio ufficio subito lascia qualcun altro." Riattacco.
Chiamai la mia segretaria r gli diedi il compito di controllare gli stagisti e di fargli aspettare il mio ritorno.

Bussai alla porta di mio padre ma senza aspettare il suo consenso entrai. Odiavo quando mi dava ordini sembrava di essere tornato a quando ero un ragazzino.

" Non ti do il consenso di interrompere il mio lavoro, esigo lo stesso rispetto che dai hai tuoi commabboratori non puoi darmi ordini non te Lo permetto per una volta voglio essere preso sul serio" gli urlai con tutta la rabbia che provavo.
" Se imparassi ha fare l'uomo per una volta e tenere a bada i tuoi ormoni da ragazzino incallito, non saresti qua oggi, siediti!" Rimasi di sasso dopo le sue parole, non sapevo che rispondere e quindi obbedii.
Mi accomodai sulla sedia davanti alla scrivania r lo guardavo cercare qualcosa nel cassetto, tirò fuori una busta e me la lancio.
" tieni apri" mi ordino con voce autoritaria.
Apri lentamente la busta timorosa del suo contenuto, tirai leggerementr fuori ciò che c era dentro è quasi non potevo crederci erano delle foto.

Mentre le sfogliavo avevo paura, avevo già intuito chi c era nelle prossime foto, e non volevo discutere proprio di questo il mio primo giorno di lavoro.

Ed eccoci, sopra al terrazzo teneramente abbracciati, poi la foto del bacio. Rimasi attentamente a guardarla. Ripensando alla serata precedente, e non provavo rimorso, come sempre d'altronde.

" allora mi sai dare una spiegazione a tutto ciò?" Tuono mio padre sbattendo la mano sul tavolo.

" non è nulla Papà." Risposi di getto.

" Infatti, non è nulla e se non vuoi che la tua fiamma da quattro soldi sia cacciata fuori dallo stage vedi di tenere il tuo uccello nei pantaloni, hai capito Peacey, ricordati che tra non poco sarai sposato, e questo devi fuccartelo bene in testa."

Non c era risposta a tutto ciò era stato chiaro, ed io sapevo cosa dovevo fare, non mi sapevo spiegare perché non riuscivo a stare lontano da quella buffa ragazza. Sembrava una calamita.

Lasciai la stanza senza proferire parola.

Con la mente in subbuglio è una decisione che sembrava più dura di ciò che doveva essere. Mi era entrata nella testa come nessuna delle mie scopate e via, ma non potevo soffermarmi a capire tutto ciò, mi stavo per sposare con Anna.

D'un tratto mi ricordai del pranzo. Guardai L' ora. O cazzo era mezzogiorno dovevo vedermi con Anna.

Lasciai l'incarico a Doson di passare il pomeriggio con gli stagisti mettendoli alla prova con la stesura di un articolo.

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