Cambiamento di vita

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La sveglia suonò. Erano le sette del mattino,Miriam si alzò dalla sua solita branda. Come tutte le notti sognava di correre su una distesa verde mentre un ragazzo biondo la rincorreva e rideva insieme a lei. Ma ogni mattina, quando si svegliava, si ritrovava nella sua solita cella di isolamento. La porta si spalancò. <<buongiorno David, oggi tocca a te portarmi dalla psichiatra pazza?>> David era un uomo sulla quarantina, l'ultima volta che gli è toccato venirla a prendere per portarla dalla signorina shurman si è beccato un calcio negli stinchi e un pugno sul naso. << avanti Miriam muoviti. Non ho tutto il giorno.>>  in mano aveva un bastone. << con piacere, non vedo l'ora di essere riempita ancora di farmaci>> Miriam sbuffò e uscì dalla cella. David le legò le mani in modo che non potesse mettere le mani al collo a nessuno dei mocciosi dell'orfanotrofio. Quando Miriam arrivò allo studio della signorina shurman le si formò un nodo allo stomaco ma come tutti i giorni non lo dava a vedere. Quando entrò un brivido le corse lungo la schiena.  << buongiorno signorina shurman.>> si sedette sulla solita poltrona di pelle rossa dove di solito tutti i suoi pazienti si sedevano e ributtavano tutti i loro problemi su una donna che neanche conoscono. << ciao Miriam, allora mi hanno detto che questa settimana sei stata affidata ad una famiglia. Ma ti hanno subito riportato indietro e David è dovuto venirti a prendere alla stazione di polizia.>> la ragazza sbuffò << si erano una famiglia abbastanza noiosa, sono scappata e hanno chiamato la polizia. Come al solito.>>  la donna appoggiò la schiena alla sedia << Miriam sei qui da anni ormai.>> <<pensa che io ne sia felice? Pensa che io ci voglia stare qui?>>.
<< hai preso i farmaci?>>
<<no, non sono pazza, non ho bisogno di quei farmaci>>
<< hai disegnato altro in questa settimana?>>
<<si.>>
<<posso vedere?>>  Miriam prese il disegno che aveva disegnato ieri sera prima di andare a dormire e lo mise sulla cattedra.
<< chi è questo ragazzo?>>
<<io non lo so...>> Miriam guardò il ragazzo che aveva disegnato. Guardò le ali nere che gli aveva fatto spuntare dietro la schiena e che occupavano la maggior parte del foglio. Guardò i lineamenti spigolosi del ragazzo misterioso che sognava tutte le notti.
<< non ricordo neanche quando l'ho disegnato>>
La donna cominciò a scrivere e poi tornò a guardare la ragazza.
<<va bene Miriam, ora vai. Per oggi abbiamo finito>> Miriam si alzò e senza dire una parola uscì dalla stanza sbattendo la porta. Appena uscì venne riportata alla sua cella e venne chiusa a chiave come tutti i giorni. Passarono le ore e Miriam fissò il soffitto, come Se il suo sguardo fosse in grado di distruggere il soffitto e di formare un buco per farla uscire da lì. La porta si spalancò ed entrò un uomo. Era alto e snello con capelli sparati in alto e...pieno di glitter. I suoi occhi assomigliavano a quelli di un gatto. Miriam si alzò di scatto. <<chi sei? Cosa ci fai qui?>>.
<<tu devi essere Miriam, assomigli a tua madre>>
<<aspetta, tu conoscevi mia madre?>>
<<si eravamo amici>>
<<chi sei?>>
<<piacere magnus bane>> l'uomo allungò la mano ma Miriam non gliela strinse.
<<cosa vuoi da me?>>
<<sono venuto qui per tirarti fuori da questo postaccio>>
<< e se non volessi venire? >>
Magnus non rispose e guardò il disegno che aveva fatto Miriam.
<< come mai disegni jace herondale? Non è così bello>>
<< tu conosci questo ragazzo??>>
<<certo tutti lo conoscono>>
<< bhe io no>>
<<aspetta...vuoi dirmi che nicole non ti ha detto nulla?>>
<<riguardo a cosa?>>
<<vieni ti devo raccontare un po' di cose>>
Miriam non voleva andare con questo tizio che era piombato nella sua cella, ma conosceva sua Madre e delle cose che lei evidentemente non sapeva ma avrebbe dovuto sapere. Era incuriosita e decise di seguirlo.

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