Signori e signore questa ragazza è un'anorressica!

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Jace si sedette al tavolo e fece cenno con il capo in direzione della sedia di fronte a lui. Miriam roteò gli occhi e si sedette.
<< allora, cosa ti va di mangiare?>>
<< niente>> Miriam scandì la parola
<< possibile che non ti entri in testa? Io non ho fame>>
<< allora dico la parola>>
<< nono, jace stai>> ma prima che la ragazza finì di parlare jace era in piedi sulla sedia.
<< Dio, che figura di merda>> Miriam imprecò a bassa voce infastidita.
<< ascoltatemi tutti. Questa ragazza, si, proprio questa ragazza dai capelli marrone scuro e dagli occhi dannatamente blu è...anoressica. Ebbene sì, pesa a malapena>> Miriam strattonò jace per la maglietta e lo fece cadere a terra.
<< smettila! A cosa può fottere a questi mondani quanto peso?! E non dire più quella parola, stupido idiota>> Miriam disse l'ultima frase a denti stretti e si diresse verso l'uscita.
Il ragazzo la prese per il polso e la fece girare.
<< proprio come temevo. Lo vedi? Hai paura del giudizio altrui.>>
<< cosa...che?! Sei serio?! Io non ho paura del giudizio delle persone>>
<< giusto, tu hai proprio paura delle persone stesse>> in quel momento Miriam voleva solo fare una cosa: tirargli uno schiaffo. Alzò la mano, ma la riabbassò quasi subito. Perché quel ragazzo doveva sempre dire la verità?!
La ragazza uscì dal locale e sentì che jace era proprio dietro di lei. Gli era grata per il fatto che stesse mantenendo delle misure di sicurezza e che, soprattutto, non stesse parlando. Ovviamente riuscì a rovinare tutto. Jace corse verso la ragazza e l'affiancò. Miriam sbuffò e roteò gli occhi
<< allora raccontami un po'...di te>>
<< vuoi sapere qualcosa di me?>>
<< certo>> la ragazza lo prese per la maglietta e indicò due poliziotti appoggiati ad una macchina.
<< ecco, loro ti sapranno dire tutto di me. Attento però a quello biondo, una volta gli ho strappato i pantaloni con un coltellino>> Miriam gli diede una pacca sulla spalla e continuò a camminare. Jace scosse la testa un po' stordito e seguì la ragazza.
<< non hai un cognome?>>
<< non so neanche chi sia mio padre! Figurati se so il cognome>>
<< non lo sai?>>
<< si, quale parola non hai capito?>>
<< la smetti?!>> Miriam si girò verso jace e lo squadrò
<< cos'è, ti da fastidio che ho sempre la battuta pronta? Oppure >> Miriam si avvicinò di più e lo guardò negli occhi con un ghigno stampato sulla faccia << oppure perché so tenerti testa>>
<< ma se sei alta venti centimetri in meno di me>> jace fu scosso da una risata. La ragazza si alzò sulle punte.
<< meglio?>>
<< decisamente >> jace le scostò i capelli dietro l'orecchio
Miriam accennò un sorriso e si tirò giù le maniche della felpa non sapendo cosa fare con le mani.
<< i tuoi occhi>> jace inclinò leggermente la testa.
<< cos'hanno? Non fare come in Harry potter dove dicono che ho gli occhi di mia madre>>
Il corpo del ragazzo fu scosso da una risata.
<< no, stavo per dire che sono blu, un bellissimo blu>>
<< grazie, anche io amo i miei occhi>> Miriam scese dalle punte e con un sorrisetto stampato in faccia si incamminò. Sentì borbottare qualcosa a jace e poi lo sentì alle sue spalle. La cosa che entrambi ignoravano erano le farfalle, anzi, lo zoo che faceva capolino nello stomaco della ragazza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2017 ⏰

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