Miriam rientrò all'istituto e si sedette al bancone della cucina. Tirò fuori lo zaino e iniziò a disegnare. Non si sentiva molto bene. Si sentiva particolarmente persa, la ragazza conosceva bene quel tipo di giorni, dove avrebbe solo voluto prendere tutti i farmaci che aveva nella boccetta e con un colpo della mano inghiottirli tutti, sperando che quelle stupide pillole rotonde e blu possano aiutarla a non pensare. Miriam fece rotolare la matita sul tavolo e lasciò cadere il foglio sul tavolo. Si alzò e quando si girò andò a sbattere contro qualcuno. Miriam alzò lo sguardo e vide Magnus.
<<dove ti eri cacciata?! Ti ho cercata ovunque!>>
<<io...emh...scusami, non volevo scappare...non so perché lo abbia fatto è come se...>> non finì di parlare che Magnus la strinse in un abbraccio. Miriam spalancò gli occhi sorpresa e ricambiò.
<< questo nascosto ti stava cercando >> jace si appoggiò alla porta.
<< ti ho già detto che sono il suo padrino>>
<<impossibile >> Miriam guardò in faccia Magnus.
<< se fossi stato il mio padrino non sarei stata in orfanotrofio non credi??>>
<<io...mi dispiace Miriam...davvero, credevo tu fossi morta. Tu per me sei la figlia che non ho mai avuto. Quando eri piccola passavo molto tempo con te e con i tuoi genitori, tu per me sei mia figlia e quando ho saputo che tu e i tuoi genitori eravate morti...>>
La ragazza guardò Magnus e sorrise
<< sei perdonato, papà >>
Lo stregone alzò lo sguardo e la guardò, una lacrima solitaria bagnò il viso di magnus è un sorriso si stampò sulla sua faccia.
<<preferisci restare qui o venire a casa?>> Miriam rimase colpita da quella parola: casa. Finalmente una casa e una persona che apparentemente teneva a lei.
<< questa è casa sua>> jace si intromise tra i due. Miriam scosse la testa per riscuotersi dai pensieri e guardò jace.
<<io...preferirei stare qui, ma magari dopo torno volentieri a casa>>
<<oh si perfetto...allora ci vediamo stasera Miriam >>
<<certo papà >> Miriam fece un sorriso a trentadue denti. Era al settimo cielo per la notizia di magnus. Aveva finalmente un padre, o una specie di padre. La ragazza sorrise e guardò jace. Il sorriso le morì sulle labbra. Eccola, quella sensazione. No ti prego, non ancora. Lo stomaco si contorse in uno stretto nodo e la gola le si serrò. Perché? Perché gli succedeva questo? Ogni volta che lo guardava, sentiva qualcosa. Una sensazione strana. Le dava tremendamente fastidio. Scacciò il pensiero e, dopo che Magnus se ne era andato, Miriam se ne andò in camera sua. Quando entrò Miriam trovò sulla scrivania una scatolina. La aprì e vide un anello.
<<ma cosa...>>
<<spero ti piaccia>>
Miriam si voltò e vide Sebastian
<<Sebastian?>>
<<si>> Sebastian si avvicinò e le prese il volto tra le mani
<<Miriam io ti amo >>
La ragazza fissò Sebastian e sorrise. Non rispose perché non se la sentiva...ti amo. Che brutta frase. Quella frase distrugge, quando la pronunci speri sia per sempre e poi tutto si infrange. La ragazza fece la prima cosa che le venne in mente, lo baciò. Il ragazzo la cinse per i fianchi e la attirò al suo petto. Miriam non oppose resistenza e giocherellò con una ciocca di capelli biondi del ragazzo. Miriam si staccò per riprendere fiato.
<< sono un po' stanca, ti dispiace se...>>
<< ma certo, buonanotte Miriam>>
<<buonanotte Sebastian >>
Miriam chiuse la porta e ci si appoggiò con la schiena, scivolando lentamente verso il basso. Perché lo aveva fatto? Lei non poteva amare. E nn doveva essere amata. Avrebbe distrutto tutto. Ne era convinta. Funzionava sempre così. Lei sta bene e tutto si distrugge.
La ragazza si sdraiò e si addormentò. Aveva paura di dormire. Avrebbe avuto gli incubi probabilmente, oppure, avrebbe sognato due ragazzi biondi. Perché era tutto così difficile?
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NEVER SAY EVER
RomanceAveva una vita tutta sua, un ragazzo che amava e che la amava. Sembrava tutto un sogno. Finché non arrivò lui. Distrusse tutto con il suo amore. Distrusse completamente la ragazza senza lasciare neanche un pezzetto di cuore da tenersi stretto. Lei...