Il Mare

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Uno dei miei pazzi sogni è perdermi nel mezzo del nulla, a mollo nell'acqua salata di un mare che un tempo ha ricoperto tutte queste terre che ora calpestiamo. Sin da piccolo, ho immaginato di risvegliarmi nell'umidità delle onde, tra mille sfumature di blu. E desideravo di poter respirare sott'acqua, per andare alla ricerca di mondi e tesori smarriti, fare conoscenza con le sirene e ballare coi delfini. Farmi un vestito di schiuma e osservare l'orizzonte attorno a me, senza riuscire a vedere nulla se non liquidità immensa e paurosa. Una paura che attrae, l'ignoto, il nulla, in un gioco perverso di sentimenti che ammorbano col nostro consenso le sensazioni portandoci a desiderare il nulla stesso.
Perché il mare è da sempre il sogno proibito di tanti. Quante persone si gettano tra i flutti, lasciando che il loro corpo voli tra gli schizzi impetuosi, e quanti pronunciano il proprio amore di fronte a un tramonto su una panchina sul lungomare?
Aspettare l'alba sulla sabbia, questo si che è bello. Uno sposalizio di profondità diverse, universi opposti eppure partecipi l'uno dell'altro. Acqua e aria uniti a formare una bellezza da brividi. Quel sole che acceca, che mi costringe a fissarlo sino a sentirmi male, lascia che queste alghe mi immobilizzino tra i granelli, la marea mi ricopre e mille occhi nel buio degli abissi mi scrutano provando ad immaginare che significhi camminare. E quella stella bonaria nasce per l'ennesima volta, chissà da quando e per quanto le cose stanno così, quante albe esisteranno ancora. L'alba dà speranza, è l'inizio di un nuovo giorno, di nuove attività, è la primavera delle ore.
Riemergo, piano, e respiro, si, una grande boccata d'aria tempra le mie membra umide. E, semplicemente, la vita nasce dal niente.

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