Nel buio della notte sento il mio cuore fremere. Assomiglia tanto alle cicale, là fuori, cantano un canto di vita celebrando l’istantaneità di un battito di ciglia.
Siamo all’interno di un lampo, prima o poi ci schianteremo con il botto, ma durante il viaggio toccheremo l’eternità.
La tempesta fa temere, affanna menti tremanti, eccita sguardi inquieti, mescola terra ed aria in una vibrazione limpida.
Noi, specie umana, siamo poco più di sassi scagliati contro il mare da una mano giocosa e beffarda chiamata destino, dio, migliaia di nomi tutti ad indicare la mancanza di equilibrio alla quale siamo sottoposti.
È difficile accettare il fatto di essere vulnerabili per natura, l’uomo è in pasto alla matrigna, il collo è stretto in una morsa, ma lui pensa di prendere grandi respiri.
Povero, povero illuso, vede il mondo attraverso una lente deforme, come quegli specchi nei luna park, che tanto fanno ridere.
Forse è vera la diceria che rompere gli specchi porti sfortuna.
Io l’ho rotto, e ora, sono ferito e solo. Ma almeno so.
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Inizio di qualcosa?
PoesíaQui troverete ciò che respiro. Qui annegherete nella mia mente. Qui vi perderete senza una guida. Qui verrete per osservare la pazzia attraverso un rassicurante vetro. Qui scoprirete di essere pazzi anche voi.