O Muse
Voi, nei cieli, nella terra, nel sangue versato, nell’aria dei morti.
Datemi quella forza, immergete le vostre dita nel mio cervello, pascetevi di queste carni putride che eppure sanno di primavera latente.
Datemi quella forza, quella forza per tagliare via le croste dalle mani, sono caduto sulla ghiaia, innaffio il vostro corpo con questa mia rabbia disperata.
Datemi la forza, la forza che scorre languida e prorompente oltre le orbite dei pazzi artisti, donando loro un’aura marcia nella sua beltà.
Datemi forza, qualsiasi forza, quella delle pile scariche o della pagina colma di scarabocchi, quella del tappeto di foglie ai piedi di un vecchio cieco.
Datevi a me, o Muse, mostratemi che cosa fate, anche se è spaventoso, non avrò incubi la notte abbracciato ai tentacoli della piovra, anche se brucerà la pelle sino all’osso, il sale leccherà le mie ferite.
Mi prostro ai vostri piedi, aspettando un vostro soffio, un vostro grido, un vostro fatale tocco.
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Inizio di qualcosa?
PoetryQui troverete ciò che respiro. Qui annegherete nella mia mente. Qui vi perderete senza una guida. Qui verrete per osservare la pazzia attraverso un rassicurante vetro. Qui scoprirete di essere pazzi anche voi.