Una corda di violino è la mia culla
L'archetto mi spalma inebriandomi
Su e giù
Tengo il ritmo nel mio battito esalante
Inzuppo il pregiato legno
Una tromba squilla la mia fine
Io sorrido
In questa landa desolata respiro sabbia
Circondato da fantasmi di anime perdute
Conficco le unghie nelle pupille
Mi privo del sole
Passeggio calmo in una notte eterna
Mentre succhio il sangue dal mio stesso cuore
Le mie membra si perdono per la via
Il mio cranio spicca cieco nella luminescenza del mezzogiorno
Gli avvoltoio bramano i miei ventri putrescenti
Larve di vermi marci sciano sulla mia lingua spiando l'alto della mia nullità
Un castello costruito con le mie costole ancora rosseggianti, una pozza, là, si forma, abbevera l'inutile
La mia orbita vuota si specchia nel profondo universo, smetto di espandermi e volo via, polvere
Per sempre.
STAI LEGGENDO
Inizio di qualcosa?
PoesíaQui troverete ciò che respiro. Qui annegherete nella mia mente. Qui vi perderete senza una guida. Qui verrete per osservare la pazzia attraverso un rassicurante vetro. Qui scoprirete di essere pazzi anche voi.