La dannata trinità

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Agli amici,
che non ti giudicano,
che sanno come esserci, 
che non ti dicono "te lo avevo detto", 
che ti supportano e sostengono il mondo insieme a te,
quando ti sta crollando addosso. 
Agli amici, 
semplicemente quelli veri.

-

Non è la prima volta che Claudio e Mario hanno litigato: certo, stanno insieme da circa venti giorni, ed entrambi sono d'accordo sul fatto che siano stati i venti giorni più belli della loro vita, ma non sono i primi venti giorni che passano insieme come coppia.

Hanno un percorso lungo alle spalle, hanno litigato tante volte ancor prima di baciarsi per la prima volta, si sono messi insieme e lo hanno fatto con quella confidenza che potrebbe esserci solo nel momento in cui due amici di una vita si accorgono di amarsi e di voler stare l'uno con l'altro. Tra di loro non c'è imbarazzo, c'è l'entusiasmo dei primi tempi, certo, perché così felici non hanno mai avuto l'occasione di esserlo, non si sono mai dati il permesso di esserlo dato che nessuno dei due voleva peggiorare la batosta di un probabile rifiuto, ma l'imbarazzo no. L'imbarazzo loro lo hanno superato già da tempo.

Però è la prima volta che litigano a Verona. Non è successo nulla di grave, Mario si è semplicemente arrabbiato per un commento che Claudio ha fatto su un ragazzo attraente che hanno incrociato mentre andavano al supermercato, e Mario se l'è presa. Hanno litigato e per la prima volta Mario si è sentito solo. Tra le mura di questa città che già sente che sia casa, si è sentito solo. Perché chi ha qui a parte Claudio? Quando è a Roma almeno ha suo fratello, ha le sue nipotine, ha Valentina, ha qualcuno che può chiamare quando è triste, qualcuno che sa come stargli accanto, ma qui... qui non ha nessuno. 

Così, mentre litigavano, è scappato via. E si è reso conto di non avere la minima idea di dove andare, da chi andare.

Alla fine, mentre andava in giro e veniva fermato continuamente dalle fans per una foto, è finito vicino al balcone di Giulietta e gli è scappato un sorriso ripensando alla prima volta che è venuto qui insieme a Claudio quando erano in esterna. Quando tutto era così spaventosamente vicino alla realtà ma era ancora un sogno. Claudio che lo prendeva in giro, che lo spingeva vicino alla statua e "vuoi toccare la tetta a Giulietta? porta fortuna" e la provocazione alla fine quando, dopo averla toccata, gli diede un colpetto sul braccio e gli sussurrò impacciato "si vede che non sei capace". Ama quell'esterna, ama il fatto che Claudio, che di solito fa sempre tanto il duro, quella volta lo portò a vedere il balcone di Giulietta, la protagonista di una delle storie d'amore più belle e famose del mondo. E ama pensare a quando, gli ultimi minuti, li trascorsero seduti su delle scale lì vicino, un po' nascoste dal resto del mondo e lontane da occhiate indiscrete.

Ed è esattamente su quelle scale che è andato a rifugiarsi. Ha ignorato le numerose chiamate di Claudio e i messaggi ("Mario, dove sei?", "Mario, ti prego, rispondi", "Mario, mi stai facendo preoccupare a morte", "Mario, perché cazzo non rispondi?", "Mario, dimmi solo che stai bene. Ti prego", "Mario... ti amo", "Ti prego, Mario, torna a casa") e si è nascosto lì, perché sa com'è fatto, sa che ha bisogno di tempo per sbollire, perché è così istintivo e di pancia che potrebbe dire o fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi. E non vuole, perché Claudio è veramente una bella persona e non merita tutto questo.

A un certo punto sente dei passi alle sue spalle e si immobilizza, non sapendo cosa fare, se voltarsi, se semplicemente qualcuno è qui di passaggio o se è qualcuno di sua conoscenza. Non lo sa. Sta semplicemente fermo, fino a che questo qualcuno non lo raggiunge e non si siede accanto a lui. Ed è l'ultima persona al mondo che Mario si aspettava di vedere in questo momento: è Paolo.

Bastarsi // ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora