Ragazzo Paradiso

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A chi non ha vergogna di lottare,

per qualcuno, ma anche per sé stessi





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Claudio sorride guardando la lettera che gli è capitata per caso tra le mani, mentre frugava nel cassetto del suo comodino, e gli scappa un sorriso pensando a quante cose siano cambiate dalla prima volta che l'ha letta, da quando tornò a casa e restò da solo in quel letto per ore intere a rileggerla fino ad imparare a memoria ogni virgola.

Sente Mario alle sue spalle muoversi tra le coperte e poi le sue braccia scivolare lungo i suoi fianchi, e quelle labbra perfette poggiarsi sulla sua spalla. "Che fai?" gli chiede, rimanendo qui fermo, con la bocca premuta contro la sua pelle.

Claudio solleva la lettera e gira appena la testa per sorridergli. "Stavo cercando le mutande e ho trovato questa."

"Hai la mia lettera nel cassetto delle mutande?" chiede Mario, guardandolo confuso. "Non sono sicuro di voler sapere il motivo..."

"Scemo!" esclama Claudio divertito, voltandosi verso di lui e spingendolo sul letto, fino a ritrovarsi steso sul suo petto. "Era una bella lettera e la rileggevo ogni volta prima di andare a dormire. Sai, mi... mi chiedevo dov'è che stessi sbagliando, e cercavo qui la risposta" sussurra, giocando distrattamente con i peli del suo petto. "Okay, dormiamo? Sono le sei del mattino e la serata è stata impegnativa."

"Stai cambiando discorso" lo rimprovera Mario, passandogli le dita tra i capelli. "Che c'è, hai forse vergogna di ammettere ad alta voce che dopo aver letto quella lettera hai capito di volermi scegliere?"

"Io non ho vergogna di ammettere proprio niente" risponde Claudio imbarazzato, le guance rosse evidenti grazie ai primi raggi del sole che stanno filtrando dalla finestra. Mario fa per dire qualcosa ma Claudio lo mette a zittire subito con un bacio.

Mario lo lascia fare, lascia che Claudio gli dica ciò che vorrebbe dirgli con un bacio, e mette una mano contro il suo collo quando gli lecca le labbra e poi lo bacia più profondamente. "Non dormiamo, quindi?"

"Hai il treno tra poche ore, vuoi davvero perdere il tempo a dormire?" gli chiede Claudio, lasciando andare le sue labbra per sollevarsi quel tanto che basta per togliersi la maglietta. Mario non capisce che Claudio non stava realmente aspettando una risposta, così per dargliela si solleva per potergli sfilare lui la maglietta. Succede tutto velocemente, Claudio se la toglie ma Mario lo realizza soltanto un attimo più tardi, così quando Claudio fa per abbassarsi e baciarlo di nuovo, Mario si solleva con uno scatto e finisce per dargli una capocciata dritta sul naso.

"Ahia, porca troia Mario!"

"Oddio amò, oddio oddio scusa amò scusami non l'ho fatto apposta, scusa!" esclama Mario, prendendogli il viso tra le mani e cercando di scacciare via quella di Claudio. "Fammi vedere, ti fa male?"

"Mario, Mario sta uscendo il sangue, Mario sto avendo un'emorragia per favore portami al pronto soccorso ti prego non voglio morire-"

"Claudio" lo richiama Mario, leggermente più calmo. "Io vedo solo un po' di sangue, forse stai esagerando. Togli la mano e lascia vedere a me, okay?"

Claudio lo guarda leggermente imbronciato e a Mario viene da ridere, nel vederlo qui completamente nudo, col suo fisico mozzafiato e l'espressione da bambino. Quando fa scivolare via la mano Mario ha modo di vedere il suo naso leggermente gonfio e arrossato. Gli scappa un sorriso e continuando a tenere il suo viso fermo, si sporge per lasciargli un bacio sulle labbra e poi sulla punta del suo naso. "Un po' di ghiaccio e stai apposto, cretino" gli dice, spingendolo di spalle sul materasso e invertendo le loro posizioni. "Vado a prenderlo, tu non ti muovere."

Bastarsi // ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora