Il viaggio in groppa a Dialga fu incredibilmente breve, quello a cui aveva accennato il professor Rowan era vero: la sua dimensione avvolgeva tutti i mondi perciò era molto comodo viaggiarci attraverso per raggiungere qualunque destinazione.
Era un luogo interamente blu in cui la luce faceva strani scherzi geometrici, sembrava sempre di essere circondati da diamanti che si confondevano con lo sfondo.
Dopo circa cinque minuti Dialga spezzò lo spazio davanti a loro creando un portale circolare, identico a quello da cui era uscito sulla Vetta Lancia ed approdarono fuori i confini di Hogwarts, in cima ad una collina da cui si poteva ammirare tutto il castello.
Era sera inoltrata e il cielo plumbeo, tipico delle località inglesi, rendeva la temperatura abbastanza umida ma tiepida.
Scesero tutti dalla groppa del Pokemon, a parte Doflamingo che rimase sopra, in piedi; si disposero in linea orizzontale formando un fronte: a destra c'era Voldemort, poi Doflamingo su Dialga, Magneto e Malefica.
Si alzò una leggera brezza che iniziò a far sventolare le vesti di tutti e quattro i componenti di quell'insolita alleanza.
La sensazione di avercela fatta, di conquista e di potere era tangibile tra di loro, gli altri non sarebbero mai riusciti a raggiungerli in tempo per salvare la scuola.
Fu in quel momento che però questo comune pensiero sembrò rivelarsi sbagliato.
Un ragazzo seguito da un papero e da un cane stava correndo verso di loro.
«Woa!» esclamò fermandosi appena vide Dialga, immobile, privo di volontà, «Ma cosa diavolo è quello?!».
«Sora!» lo richiamò Paperino evocando il suo scettro e puntandolo contro la strega.
«Malefica! Cosa ci fai qui? Ci sei dietro tu anche stavolta?»
«Ahahahahaha! Buonasera, prescelto del Keyblade» disse lei educatamente facendo anche un gesto di presentazione con la mano per poi rispondere alla sua domanda «No, qualcuno... di molto più in alto» disse indicando verso l'alto con il suo indice verdognolo e smaltato di rosso.
Doflamingo intervenne, anzi, interruppe la loro conversazione come se quest'ultima non fosse proprio avvenuta, era l'unico a non aver degnato neanche di uno sguardo il ragazzo che era arrivato lì correndo, pur rappresentando una possibile minaccia.
Si alzò in piedi sulla groppa di Dialga, divaricò le braccia verso l'esterno e con il suo consueto ghigno sulla faccia ridacchiò «Mhuhuhuhuhuhuhu! Guardate! Un misero castello, l'inizio della fine. La scoperta dell'esistenza di mondi ulteriori al nostro è stata una cosa magnifica! Noi stiamo scrivendo la storia, anzi, la stiamo vivendo. La guerra per il potere più forte è appena cominciata!»
Un evento al di sopra della volontà del pirata pose fine al suo discorso.
Quattro luci rosa illuminarono la collina in punti diversi.
Qualcosa di piccolo e nero fece un incredibile balzo in avanti con capriola e atterrò davanti a Dialga.
«Sora! Ragazzi! Siete arrivati finalmente! Siete pronti a combattere, spero!» disse Topolino evocando il suo Keyblade identico a quello di Sora ma dorato.
«Certo, Vostra Maestà!» dissero loro in coro portandosi la mano alla fronte.
Yoda arrivò davanti a Magneto camminando lentamente, fece cadere il suo bastoncino di legno che usava per camminare, scostò la sua tunica e con la Forza attrasse nella sua manina la sua spada, da cui uscì il laser verde che illuminò soffusamente il suo volto.
Silente si materializzò davanti a Malefica estraendo la bacchetta.
«Mhuhuhuhuhu» rise ancor di più Doflamingo «La situazione si fa interessante» disse passandosi la lingua sul labbro superiore.
Nella brevissima scena che si poté ammirare subito dopo un intensissimo fulmine, proveniente dall'ammasso di nuvole più denso, si abbatté al suolo, così Walt comparve davanti a Lord Voldemort.
Fu proprio Voldemort ad attaccare per primo.
La battaglia iniziò.
«AVADA KEDAVRA!» urlò puntando la sua bacchetta bianca contro Walt, da cui ne fuoriuscì un flusso di luce verde; Walt era velocissimo e contrastò subito l'incantesimo con i suoi fulmini. Il livello dei due attacchi però non era scontato, infatti il contatto tra l'anatema che uccide e le saette del ragazzo durò diversi secondi.
Dal punto di incontro tra i due attacchi, infatti, venne prodotto un fortissimo vento che costrinse i due duellanti a stringere le palpebre.
Intanto tutto il campo di battaglia si era acceso e gli attacchi volavano da tutte le parti in luci e suoni oltre il limite
Voldemort digrignò i denti, intento a intensificare ancor di più il suo potente incantesimo che si schiantava continuamente contro l'energia elettrica del nemico, liquefacendosi a terra.
Walt invece era impassibile, non trasudava alcun emozione dal suo viso, sentiva l'elettricità fluirgli fuori dal corpo come un sentimento, amava il suo elemento ed era in perfetta simbiosi con esso; ma fu in quel momento che decise di provare a movimentare un po' di più il suo duello.
Si concentrò sui fulmini principali che generava dalle mani e, incurvando la traiettoria verso il basso, fece schiantare il suo attacco e quello di Voldemort a terra fracassando il suolo.
Ci sarebbe stata una nuvola di polvere a separarli ma, contro ogni legge della fisica, Walt si tramutò in elettricità (un mezzo che utilizzava per muoversi istantaneamente da un punto all'altro) per ricomporsi a due metri da terra con la gamba a pochi centimetri dal viso dell'Oscuro Signore.
Voldemort si trovò davvero in difficoltà: nessuno si era mai avvicinato a lui così tanto e ad una velocità così elevata.
«Hai mai ricevuto un calcio alla velocità della luce?» chiese ironicamente Walt non facendo trapelare alcun briciolo di ironia dal suo volto ma non aspettò la risposta di Voldemort.
Sferrò il calcio, che si presentò luminoso e sfrigolante di energia.
Ma l'Oscuro Signore aveva ancora parecchie risorse, infatti il calcio lo trapassò da parte a parte rivelando una consistenza fumosa assunto dal suo corpo appena in tempo; Walt arretrò altrettanto velocemente in modo da difendersi da eventuali attacchi a tradimento, così il corpo di Voldemort ebbe il tempo di compiere qualche movimento in aria per poi ricomporsi e rivelarsi di nuovo solido.
Nel frattempo anche gli altri incominciarono a combattere, Silente lanciò velocissimi incantesimi mentre stava camminando lentamente verso Malefica, mettendola psicologicamente in svantaggio.
La magia di impatto si andarono a schiantare contro uno scudo invisibile davanti alla strega.
Lei rideva sadicamente: illuminò il suo scettro di un verde acceso e ne uscì una potente fiammata del medesimo colore che si diresse automaticamente verso il preside.
Silente descrisse un cerchio in aria con la bacchetta e rispose all'attacco con un Expelliarmus, intento a disarmare la strega del suo scettro.
Ciò non avvenne perché i due colpi intercettandosi si esaurirono in un'esplosione, però Albus questa volta fu più veloce e con incredibile maestria evocò l'acqua (proprio come aveva fatto con Voldemort al Ministero della Magia) che risalì dal terreno intorno alla strega poi, al movimento della bacchetta, la rinchiuse in una bolla vorticante a mezz'aria.
Malefica perse il fiato a causa dalla velocità dell'azione e nuotò dentro l'acqua nel tentativo di riprendersi il suo scettro che seguiva il moto della corrente interna alla sfera.
Silente stava faticando per mantenere compatta la bolla, e intanto cercava di comprimerla sempre di più.
Lei riuscì ad agguantare la sua arma e ciò che ne seguì, da fuori, apparve come una luce verde che illuminò l'acqua dall'interno e fece esplodere l'incantesimo di Silente.
A fianco a loro, che ripresero a colpirsi con magie davvero avanzate, Yoda si era posizionato davanti a Magneto.
Il mutante sganciò la sua sacca che cadde a terra con un tonfo pesantissimo, incrinò perfino il terreno e poi si alzò in volo.
Il maestro Jedi era pronto a usare la spada laser, ma Magneto sollevò alcuni oggetti dalla sua sacca, sembravano piccole macchinine giocattolo.
Ma, in un secondo, ripresero le loro reali dimensioni e le scagliò contro Yoda provocando un violento impatto sul terreno.
L'alieno, agilissimo, saltò sulla prima macchina e si diede così lo slancio per saltare sulla seconda e da lì balzò sulla terza ancora in volo, accese nuovamente la sua spada e compì una capriola lasciando in aria la scia luminosa del laser verde.
Magneto sarebbe stato colpito dal fendente del Maestro ma un muro di metallo li separò: la spada laser di Yoda si conficcò nel muro che, con grande stupore di quest'ultimo, iniziò a tagliare molto lentamente, lasciandolo lì appeso mentre la lama della spada scendeva verso il basso sciogliendo l'acciaio (normalmente le spade laser tagliavano gli oggetti senza alcuna fatica).
«Non conosci l'Adamantio, vero, omino verde?» gli disse Magneto, e approfittando del fatto che Yoda era obbligato a rimanere lì aggrappato per evitare di perdere la spada, allargò le mani e spinse magneticamente il muro semitagliato a terra tentando di schiacciarci sotto il piccolo avversario.
Il Maestro, però, quando si avvicinò al suolo, puntò la mano verso terra e fermò la sua discesa con la Forza.
Il muro si bloccò sotto lo sguardo dubbioso di Magneto, Yoda spense la spada e, perdendo l'appiglio, cadde a terra senza danni, visto che ormai era a pochi centimetri.
Si agganciò la spada alla cintura, poi si girò con sguardo fermo e rispedì il muro contro Magneto ad un'incredibile velocità.
Alla vista di tutti quei nemici anche Doflamingo scese dalla groppa di Dialga e attese il suo sfidante.
«Ragazzi! Voi cercate di distrarre Dialga, io mi occupo di lui» ordinò Topolino a Sora e gli altri che si diressero verso il Pokemon attaccandolo nella tentativo di svegliarlo dalla sua ipnosi.
«Muhuhuhu avrei preferito il tuo amichetto verde, sembra ancora più patetico» commentò Doflamingo, muovendo le dita e consequenzialmente i suoi fili, creando un'altra copia di se stesso davanti a sé, insieme alla quale attaccò il re.
I fili tagliavano continuamente il terreno mentre Topolino schizzava da una parte all'altra saltando velocemente per evitare di essere colpito.
La situazione sembrava in netto vantaggio per il pirata in quanto non lasciava al re né lo spazio né l'occasione di attaccare.
Ma Topolino dopo un'ultima capriola decise di utilizzare una magia, puntò il suo Keyblade verso l'alto e disse «Graviga!» e subito tutti i fili di Doflamingo vennero attratti verso il basso da un'eccessiva forza di gravità.
Così, essendosi creato un varco, Topolino avanzò e con un colpo micidiale tagliò in due la copia di fili del pirata separandole il busto dalle gambe.
Si diresse verso il Doflamingo reale che ancora aveva le dita ancorate verso il suolo e tentò di colpirlo con il suo Keyblade senza però riuscirci: il pirata, senza ritirare il suo sadico sorriso, schivò tutti i colpi del re con una velocità e percezione sovrumana
L'incantesimo dopo qualche minuto svanì e finalmente Doflamingo fu in grado di attaccare il suo nemico con le sue cinquine di fili.
Poi decise di cambiare obiettivo: creò due ragnatele di fili dal palmo delle mani che scaraventò contro Topolino obbligandolo a difendersi con il Keyblade, Doflamingo approfittò proprio di quel momento per avvolgere il Keyblade del re, strappandoglielo e avvicinandolo a se, tentando di farlo a pezzi stringendo la sua presa.
Topolino fece un balzo indietro e fissò il suo nemico con lo sguardo indagatore, poi, come tutti i custodi del Keyblade sanno fare, fece scomparire la spada dai fili di Doflamingo per farla rimaterializzare nella propria mano in un lampo di luce.
«Riconosce il padrone... un'arma davvero interessante» disse il pirata compiaciuto.
Malefica aveva bruciato gran parte del terreno introno a Silente che riusciva sempre a deviare i suoi colpi o a contrastarli efficacemente, allora decise di cambiare tattica: fece una cosa inaspettata, utilizzò la sua magia e di colpo le ombre dei suoi alleati si allungarono a dismisura sul versante erboso della collina.
Voldemort, Doflamingo e Magneto non si accorsero di nulla, visto che erano impegnati a combattere, ma le loro ombre si allungarono inconfondibilmente e andarono a unirsi a quella di Malefica, che sembrò "assorbirle".
Il suo scettro questa volta si illuminò di nero.
Un'onda d'urto oscura e fortissima scoppiò dalla sfera di Malefica, il boato andò a coprire le sue urla isteriche.
Il colpo fu durissimo: Silente cadde a terra all'indietro a causa della troppa spinta e anche Sora Paperino e Pippo vennero spostati verso l'esterno.
Approfittando quindi dell'assenza del preside, la strega fece una magia sul terreno e gli inconfondibili rovi giganti iniziarono a crescere e ad affondare le loro radici nel suolo, crescendo verso il loro nemico nel tentativo di stritolarlo.
Le piante nere come il carbone erano già più alte di Dialga stesso ma Silente si alzò il più rapido possibile e gridò: «Diffindo» contro la prima pianta che si andò a frantumare in tantissimi pezzetti di legno.
«Reducto!» continuò il preside verso la seconda pianta che si vaporizzò all'istante in un mucchio di polvere; e così fecero anche le altre piante di rovi che tentavano di ucciderlo.
Silente aveva ancora da combattere.
Intanto dal lato opposto della battaglia Walt non lasciava scagliare a Voldemort nessun incantesimo efficace.
«Confringo!» urlò arrabbiato l'Oscuro Signore e così generò tre intense esplosioni contro Walt.
Il ragazzo aveva previsto una mossa del genere in quando in quell'attimo dalla bacchetta di Voldemort non uscì nessun lampo di luce. La prima esplosione la schivò, poi creò una barriera istantanea, fatta di elettricità compressa in una superficie sottile, che neutralizzò la seconda e la terza esplosione.
L'Oscuro Signore però era astuto, la magia agisce in maniera particolare rispetto agli elementi naturali e lo sapeva, perciò utilizzò un nuovo incantesimo, anche se la barriera elettrica era ancora attiva: «Impedimenta» disse e il corpo di Walt ne venne investito in pieno.
Lo schermo protettivo svanì.
Non era immobilizzato ma il suo corpo e i suoi movimenti erano completamente rallentati, quasi nulli, non poteva fare niente di utile per difendersi adesso.
Voldemort fu percosso da un brivido di adrenalina che fece sorridere sadicamente anche lui, e poi lo lanciò.
Un nuovo e potente Avada Kedavra venne prodotto dalla sua bacchetta, e stava per raggiungere il ragazzo quando qualcosa si interpose tra loro
Sora, Paperino e Pippo, dopo essere stati sbalzati dal colpo di Malefica compresero che era inutile attaccare Dialga, perciò si lanciarono ad aiutare Walt e proprio Pippo, con il suo Scudo Reale si prese in pieno la magia di Voldemort.
L'anatema che uccide colpì lo scudo in pieno centro, era verde e nero con al centro l'emblema di Topolino, lui lo tenne saldamente contro l'incantesimo che lo fece arretrare affondandogli le scarpe nel terreno.
Quando il mago oscuro capì quello che era successo urlò dalla rabbia e iniziò a scagliare incantesimi ovunque.
Paperino e Sora avanzarono contro il Signore Oscuro e iniziarono a combatterlo.
Paperino gli lanciò addosso sfere di fuoco e gemme di ghiaccio in modo da contrastare i suoi incantesimi. Sora dovette per forza avvicinarsi per tentare di colpirlo con il Keyblade.
Ovviamente loro tre erano consapevoli di non poter competere con l'Oscuro Signore, infatti il loro obbiettivo era di prendere tempo finché l'incantesimo su Walt non si fosse esaurito.
Fu così che Voldemort intraprese un duello con i tre amici: Paperino scagliava le sue magie contro l'avversario, i cui colpi erano intercettati e bloccati da Pippo mentre Sora tentava di colpirlo fisicamente.
Fu l'ultima goccia.
Dover combattere contro quei tre era indegno per il Signore Oscuro, fu in quel momento che decise di sbarazzarsene una volta per tutte.
«Ardemonio» il fuoco magico, sacro, che non lascia scampo, uscì dalla sua bacchetta sovrastando la scena e prendendo le sembianze di un enorme uccello di fuoco.
Il fuoco combatteva a suo comando e fece allontanare subito Sora, Paperino e Pippo che non potevano fare nulla di efficace.
L'erba della collina sotto l'incantesimo divenne completamente carbonizzata e tutta la scena si stava facendo incandescente.
Ma ormai il tempo era trascorso.
Walt era davanti all'uccello di fuoco che avanzava verso di lui ansioso di arderlo vivo.
L'incantesimo di ardemonio prese una decisione, piegò il collo indietro per caricare il colpo e una fiammata che illuminò tutti i presenti uscì dal becco del volatile simile ad una fenice.
Un fulmine cadde dal cielo nelle mani di Walt che, veloce come il suo elemento, lo lo indirizzò verso la fiammata.
I due colpi si contrastarono ma quello di Voldemort sembrò non perdere potenza neanche dopo diversi secondi.
Fu allora che Walt cambiò tattica, si tramutò in elettricità e in quel modo riuscì a evitare che il fuoco lo facesse fuori e si rimaterializzò sopra l'uccello che lo stava ingenuamente cercando a terra.
Il ragazzo decise di utilizzare uno degli attacchi più potenti: inizialmente sembrò puntare l'indice semplicemente verso il basso, in realtà concentrò l'energia elettrica in un singolo dito e poi lanciò un raggio sottilissimo ma devastante che andò a colpire l'ardemonio.
Walt descrisse una linea col dito e il raggio, seguendo la sua traiettoria, tagliò in due l'incantesimo lasciando anche un profondissimo solco netto nel terreno, un'esplosione di fiamme seguì subito dopo.
Voldemort era fuori di sé, nessuno aveva mai battuto il suo ardemonio, era il più potente incantesimo di fuoco che si potesse creare.
Allora prese una decisione, puntò la bacchetta contro Dialga e iniettò nella sua mente un comando.
Walt era già sceso a terra vicino a Paperino, Pippo e Sora che stava amichevolmente tentando di attrarre la sua attenzione per salutarlo, quando si rese terribilmente conto di quello che era appena successo.
Con il terrore dipinto sugli occhi di tutti, Dialga si era posizionato sulle zampe posteriori, rampante, per poi ricadere e ruggire più forte che mai, illuminando le strisce azzurre che gli percorrevano il corpo.
Aveva lanciato un Dragobolide.
Ma non era una mossa qualunque come quella utilizzata dal Garchomp di Camilla, era la mossa primordiale, l'originale.
Mentre la battaglia infuriava, una decina di meteoriti avevano bucato lo spesso strato di nubi e si dirigevano velocemente verso la scuola e loro; Voldemort rideva soddisfatto mostrando la lingua biforcuta.
Walt ragionò in fretta, si sentiva in parte responsabile di quello che stava accadendo, ma forse una mossa che non utilizzava da anni avrebbe potuto dimostrarsi efficace.
Si voltò verso Paperino e Pippo ignorando Sora: «Ragazzi, ho bisogno che lo teniate occupato ancora per qualche minuto, so che ce la potete fare» disse, poi senza aspettare risposta si voltò a guardare quei meteoriti che avanzavano verso terra.
I tre ragazzi iniziarono nuovamente il duello contro Voldemort che era sia infastidito che incuriosito da ciò che stava per fare il ragazzo.
La polvere intorno al punto in cui si trovava Walt venne spazzata via e lui iniziò a volare verso i meteoriti a velocità supersonica, semitramutato in elettricità.
Era un colpo che non utilizzava da tantissimo tempo, un tempo che aveva voluto a tutti i costi dimenticare, non era sicuro che l'attacco sarebbe venuto nel modo giusto.
Doveva concentrarsi, anche se risultava difficile in quella situazione di particolare pericolo e a quella velocità con tutti i vestiti spazzati via dall'aria.
Doveva raggiungere il punto giusto, la terra e il castello si allontanavano sotto di lui, rimpicciolendosi, ormai era impossibile distinguere i combattenti, si vedevano solo dei lampi di luce ogni tanto, mancava poco e sarebbe arrivato.
Caricò tutto il suo potere nella mano destra e poi sferrò un pugno: non contro un meteorite, ma contro l'aria, come se in quel determinato punto del cielo ci fosse stato un muro, ma da quel punto di contatto, l'aria parve spezzarsi in una decina di intense saette che si divaricarono facendosi strada nell'aria, e, uno dopo l'altro, ogni folgore andò a colpire in pieno un meteorite
Gli enormi asteroidi si frantumarono uno dopo l'altro trafitti dai fulmini e andandosi a polverizzare in ormai innocui frammenti, a causa dell'attrito con l'aria.
Il ricordo di Walt di quel colpo era leggermente diverso, ma non ci diede peso visto che era comunque riuscito a neutralizzare l'attacco di Dialga, che era ritornato immobile al suo posto.
La scena dal campo di battaglia fu spettacolare, ma quasi nessuno riuscì a vederla per intero, troppo intenti a rimanere concentrati sul nemico, comunque tutti udirono l'immenso rombo di tuono che ne seguì.
Doflamingo fece un incredibile salto in alto, scese con la gamba tesa, sferrando un calcio micidiale.
Frantumò il terreno ma per fortuna Topolino schivò il colpo, non si poté dire lo stesso delle intenzioni del pirata: lui infatti sapeva che lo avrebbe mancato ma era l'occasione per cogliere il re in un momento di distrazione e attaccargli addosso un filo.
Sottile e praticamente invisibile, il filo rimase passivamente attaccato al re mentre combatteva contro Doflamingo e in un paio di minuti si ritrovò completamente legato, non aveva scampo.
«Mhuhuhuh è finita, topo» gli disse il pirata avvicinandosi a lui con le braccia divaricate mentre lo legava con ulteriori fili, ormai Topolino non aveva più la capacità di muovere il corpo, era avvolto e stretto in quella morsa micidiale da sotto il mento fino ai piedi, il Keyblade era inutile.
Magneto estrasse dalla sacca un oggettino nero mentre Yoda saltava le ultime macchine che gli aveva scagliato addosso.
Gli restituì le dimensioni reali, e si tramutò in un'enorme locomotiva a vapore, scura e pesantissima; il rumore di metallo stridente echeggiò nella valle.
Magneto la fece ruotare in modo da avere il muso appuntito in direzione dello Jedi per non lasciargli scampo e poi la lanciò a tutta velocità.
Yoda chiuse gli occhi e puntò entrambe le mani contro la locomotiva nera che rallentò la sua corsa fino a formarsi a mezz'aria.
Doveva raggiungere la concentrazione totale per riuscire a vincere la forza di Magneto, una cosa difficile in quella situazione.
Il grosso mezzo a vapore era schiacciato da entrambe le parti verso la direzione opposta e tremava terribilmente; alcune viti saltavano via e i bulloni si svitavano lentamente a causa della forte pressione a cui erano sottoposti.
Anche Magneto pareva in difficoltà nessuno era mai riuscito a fermare un oggetto scagliato con il suo potere.
Il terreno sotto i piedi di Yoda si spezzò formando crepe innaturali, rivelando l'enorme gioco di forze che era in atto in quel momento apparentemente statico.
Altre viti schizzarono via dalla parte centrale del treno che iniziò a comprimersi, spezzarsi e contorcersi senza però favorire nessuna delle due parti che lo stavano contendendo.
Le due barre di metallo che collegano le grandi ruote motrici si piegarono e schizzarono via, il fumaiolo si piegò all'indietro e andò a comprimersi con la caldaia in un ammasso di ferri ormai irriconoscibili.
Yoda aveva ancora gli occhi chiusi ma attraverso la sua abilità percepì tutto ciò che stava accadendo: il metallo che si comprimeva, le barre che saltavano via, Magneto che tentava di schiacciarlo sotto quelle tonnellate di ferro... poi però percepì anche Topolino, avvolto dai fili che stava per essere ucciso da Doflamingo poco più a sinistra di lui.
E fu quell'attimo di distrazione verso il suo compagno che costò a Yoda lo scontro di forze con Magneto. Quell'istinto d'aiuto verso il suo amico fu troppo forte, così lasciò che il mutante scaraventasse a terra la locomotiva mentre lui compì un salto a sinistra, accese la spada laser e tagliò tutti i fili di Doflamingo come se fossero di burro, ritrovandosi direttamente davanti a lui.
Magneto si sbrigò a ad ingrandire due enormi travi di acciaio pronto ad usarle. Topolino si liberò velocemente dai fili recisi.
Il pirata rise della scena e tentò di catturare anche Yoda come aveva fatto con il re.
Ma il Maestro Jedi bloccò immediatamente tutti i fili indirizzati verso di lui con il movimento della mano: «Sciocco da parte tua sottovalutarmi è stato», e scagliò gli stessi fili di Doflamingo contro le travi che Magneto aveva appena lanciato facendole tagliare in innocue striscioline.
Allora anche il mutante decise di agire come il Signore Oscuro, puntò la mano contro Dialga, la loro arma più potente, che si mosse al suo comando.
Il Pokemon aprì la bocca, e iniziò ad aspirare l'aria intorno a sé creando un forte risucchio; l'interno delle fauci iniziò a risplendere di un bagliore luminoso.
Dialga era pronto ad attaccare, Yoda, con la Forza, bloccò Magneto e Doflamingo lì dov'erano, mentre Topolino indietreggiava verso il castello.
Dalla bocca del Pokemon leggendario fuoriuscì un raggio di un bianco luminoso ma altrettanto metallico, come se fosse un'energia proveniente dal riflesso del metallo lucido, puntando verso il castello. Topolino intercettò il colpo, saltò in aria e urlò una magia: «Reflexaga!» e uno scudo trasparente composto da esagoni perfettamente allineati comparve davanti al re.
Lo schianto del Cannonflash di Dialga contro la magia di Topolino causò un grosso fragore in tutta la valle su cui sorgeva Hogwarts, numerosi esagoni della barriera si creparono e persero alcuni frammenti, la magia manteneva anche Topolino sospeso in aria dietro il suo scudo.
Dopo qualche secondo però Dialga esaurì il suo colpo ritornando alla posizione iniziale e il re fu sbalzato all'indietro a causa della forte concentrazione di energia assorbita dalla barriera.
«Maledizione!» esclamò Magneto liberandosi dalla presa del Maestro.
Lo scontro tra Silente e Malefica era andato avanti, con incantesimi sempre più forti e complessi, senza che nessuno dei due prevalesse sull'altro.
Dopo l'ultimo scontro tra magie differenti, Malefica abbandonò il suo scettro che cadde a terra, lasciando Silente sbalordito e in allerta.
La strega lo fissò convinta di aver vinto ormai, fiduciosa del suo asso nella manica: il suo mantello nero si agitò al vento e lei iniziò a diventare più grande, più grossa, il collo le si allungò, la pelle le diventò nera e ricoperta di squame, le spuntarono due grosse ali nere sulla schiena... si era trasformata in un drago.
Silente era spaventato, durante la trasformazione bisbigliò: «È un animagus!», senza ragionare sul fatto che nessuno avrebbe comunque capito il suo riferimento.
Aveva già combattuto con dei draghi da giovane ma ormai non lo era più, e quello era un drago con coscienza e deciso a farlo fuori.
Malefica-drago ruggì e assunse la stessa espressione che la strega umana aveva durante una delle sue sadiche risate, poi si riconcentrò sul suo nemico, aprì la bocca similarmente a come aveva fatto Dialga e sputò un'intensa fiammata contro Silente.
La mossa era prevedibile, infatti il preside utilizzò un incantesimo di taglio e biforcò la fiammata che venne deviata sui suoi fianchi bruciando tutto e sciogliendo gran parte dei detriti metallici che Magneto aveva utilizzato come arma.
Finite le fiamme, il drago puntò con gli artigli dove si trovava il preside e sfondò il terreno affondandoci le unghie. Silente si era smaterializzato pochi metri più indietro, salvandosi.
Affianco a loro Magneto spediva contro Yoda gli ultimi pezzi di metallo a sua disposizione nel disperato tentativo di colpirlo.
Il suo potere era immenso ed estremamente versatile effettivamente, ma purtroppo si ritrovava a combattere contro un personaggio avente un potere molto simile, Magneto controllava il metallo, ma con la Forza si può controllare tutto.
Infatti, a costo di un'immane concentrazione, nessun detrito scagliatogli contro andò a toccare Yoda, vennero tutti deviati intorno a lui.
Magneto decise allora di tentare una nuova strategia, estrasse dalla sacca la sua polvere di ferro, bastava che Yoda ne respirasse un po'per neutralizzarlo dall'interno.
Gliela spruzzo contro in un flusso continuo, sembrava di essere in una tempesta di sabbia nera, Yoda intuì la sua intenzione e trattenne il respiro, deciso a mettere fine al duello.
Dalle sue manine verdi generò il Fulmine della Forza, una scarica elettrica di un blu intensissimo e, con uno sguardo durissimo, intensificò la scossa che andò a propagarsi attraverso la polvere di ferro e andò a colpire Magneto.
L'attacco del mutante cessò immediatamente e tutto il pulviscolo di metallo cadde a terra mentre Yoda gli saltava addosso folgorandolo con la Forza, il colpo fu decisivo.
Magneto cadde a terra svenuto, il suo casco gli rotolò via dalla testa, ancora carico di elettricità e lui rimase lì privo di sensi mentre lo Jedi tornava vicino ai suoi alleati camminando lentamente, anch'egli sfinito.
Sora, Paperino e Pippo erano andati ad aiutare il re nel suo duello e la situazione sembrava essere a loro favore grazie alla superiorità numerica.
Sora e Topolino attaccavano Doflamingo da vicino tenendolo occupato a parare i loro fendenti mentre Paperino lanciava contro di lui le magie, protetto da Pippo.
Mentre combatteva Sora pensò pensò al motivo per cui Walt l'avesse ignorato di proposito, si erano conosciuti tanto tempo prima e non si vedevano da molto, però proprio non capiva.
Doflamingo bloccò un suo fendente con un braccio divenuto stranamente nero e i loro sguardi si incrociarono, Sora era arrabbiato, lui invece particolarmente felice; spostò il suo keyblade con il braccio e tentò di tagliarlo ma lui balzò all'indietro e lo schivò.
Fu Topolino a cambiare le sorti, mentre Doflamingo tentava di tagliare Sora lui lo colpì con un raggio di luce sottile che evocò da suo keyblade dorato, lo prese in pieno petto e lo scaraventò all'indietro, ai piedi di Dialga. Ma non subì molti danni.
Alla loro destra Silente stava ancora combattendo contro Malefica-drago in una situazione di stallo: lei utilizzava attacchi a grossa area ma il preside era nettamente più veloce e difficile da colpire rispetto a lei.
Si stava per ripetere la scena: lei inclinò il capo verso l'alto e aprì le fauci, caricò il colpo e le fiamme arsero verso il preside.
Ma Silente ebbè un'idea all'ultimo secondo, e invece di tagliare la fiammata come la volta precedente, corse il rischio di rimanere carbonizzato e pronunciò un altro incantesimo «Artis Tempurus!» formulò e iniziò a roteare la bacchetta in aria sopra la testa.
Le fiamme seguirono il moto della sua bacchetta e iniziarono a circondarli in un cerchio di fuoco che il drago alimentava sempre più.
Il vento generato dal moto vorticoso delle fiamme fece volare via il copricapo di silente e così capelli e barba iniziarono a scuotersi; la temperatura aumentava e solo allora Malefica si fermò e guardò attonita attorno a sé vedendo l'imponente cerchio di fiamme che li avvolgeva.
Silente continuava a far roteare la bacchetta e adesso alimentava le fiamme lui stesso, si stava creando un vortice sempre più alto.
Mentre il calore iniziava a far distorcere la vista dei due duellanti, Silente indietreggiò e uscì dal vortice di fiamme attraverso un buco di evidentemente natura magica.
Da fuori lo spettacolo era significativo, Silente poteva far volteggiare la bacchetta in sicurezza ormai che le fiamme avvolgevano la strega e ulteriori attacchi le avrebbero solamente alimentate ancor di più.
Dopo qualche attimo il vortice di fuoco acquisì l'aspetto di un vero e proprio uragano di fiamme che si stringeva sempre di più attorno alla strega.
Si vide chiaramente che tentò di uscire artigliando il muro vorticoso di fuoco ma senza successo, allora Silente decise di stringere la morsa ancor di più per costringere Malefica a ritornare in forma umana e mettere fine allo scontro.
La colonna di fuoco raggiunse il cielo e illuminò le nuvole di un rosso cremisi ovattato assottigliandosi sempre più.
Arrivò il momento decisivo: Silente finì di agitare la bacchetta e il fuoco si spense a spirale dal basso verso l'alto.
Non vide neanche se Malefica era ancora lì dentro oppure no ma lanciò comunque un incantesimo incarcerante che confermò la sua avvenuta mutazione in forma umana.
Era in ginocchio con il suo scettro a qualche metro da lei, incatenata con una speciale catena magica bianca e luminosa, quasi svenuta a causa delle scottature.
Dall'altro lato del campo di battaglia anche Walt e Voldemort stavano dandosi da fare con incantesimi e colpi sempre più potenti, dopo l'ardemonio, il Signore Oscuro provò a uccidere Walt decine di volte senza riuscirci a causa dei suoi fulmini che sembravano incontrastabili.
Tentò anche di torturarlo, era una pratica che gli piaceva utilizzare, ma tramutandosi in elettricità Walt riusciva ad annullare anche quell'incantesimo.
Il ragazzo si mise in una posizione nuova: divaricò le braccia verso l'esterno con i palmi delle mani rivolti verso l'alto e si sollevò in aria attraendo dietro di se tutti i rottami che aveva utilizzato Magneto.
I detriti di metallo iniziarono a vorticare sopra la sua testa formando un cono rovesciato e le nuvole sopra di lui iniziarono a seguire questo moto.
Voldemort attese, il ragazzo era troppo distante per essere colpito. Le nuvole dense e nere iniziarono a ruotare e vorticare assieme ai metalli, era uno spettacolo spaventoso, sembrava un tornado che finiva a mezz'aria, proprio qualche metro sopra Walt ancora fermo nella posizione iniziale.
Alcuni piccoli fulmini iniziarono a attraversare le nuvole, seguendo anch'essi il moto vorticoso, erano rapidi ma intensi, il loro rombo era un continuo tuono.
Walt sempre serissimo preparò il colpo con sicurezza e meticolosità, ogni pezzo di metallo era controllato da lui, similarmente a come faceva Magneto ma l'essenza era diversa: Magneto controllava il metallo mentre Walt controllava i campi magnetici ed elettrici che muovevano il metallo.
E poi lo eseguì: «Gigantesco Lampo» sussurrò il ragazzo e tutti i piccoli fulmini si incanalarono nella punta del cono, unendosi in un fulmine mastodontico che andò a scagliarsi verso Voldemort.
L'Oscuro Signore urlò con tutto se stesso e lanciò un incantesimo azzurro particolarmente intenso, anch'esso molto più spesso del normale, che andò a colpire il Gigantesco Lampo di Walt.
I due colpi quando si scontrarono causarono un'enorme bolla di energia che poco dopo esplose e provocò un'onda d'urto nel cielo allontanando Walt dal punto in cui era.
Un dettaglio però attrasse l'attenzione di tutti i partecipanti alla battaglia e li distrasse dai loro rispettivi avversari.
Doflamingo dopo il colpo di Topolino era risalito in groppa a Dialga e lo stava manovrando con i suoi fili.
Lo sguardo del Pokemon sembrava disperato e ruggì selvaggiamente quando la terra iniziò a tremare.
Improvvisamente il suo corpo iniziò ad emettere onde blu, circolari, che si estendevano da lui fino a qualche metro di distanza; le campane di Hogwarts iniziarono a suonare senza controllo, sembravano impazzite, come se tutte le ore si stessero sovrapponendo l'una all'altra.
Le costole d'acciaio sul dorso di Dialga si allargarono e il diamante incastonato nel petto si illuminò di un blu acceso: lui allargò la bocca e iniziò a caricare un attacco, un attacco fatale: il Fragortempo.
La sua bocca iniziò ad assorbire dall'aria piccole particelle blu scuro puntinate di bianco che concentrandosi iniziarono a vibrare a causa dell'incontenibile energia che si stava per sprigionare.
E fu il momento.
L'unica cosa che si sentì sopra il costante suono delle campane impazzite fu il suo verso, Dialga liberò il raggio del Fragortempo verso la scuola sotto gli occhi increduli di tutti.
Silente ci si materializzò davanti, era la sua scuola e lui la doveva proteggere.
«Protego Horribilis!» urlò e evocando un nuovo scudo bianco semitrasparente continuamente alimentato dalla punta della sua bacchetta.
Quando il Fragortempo arrivò l'impatto fu devastante, lo spinse all'indietro di parecchi metri e la barriera iniziò a rimpicciolirsi per aumentare la difesa solo nell'area in cui era intaccata dall'attacco.
Il bagliore dell'impatto impedì ai sui alleati di aiutarlo e alcune dita della mano con cui veniva tenuta la bacchetta iniziarono ad annerirsi come se attraverso lo scudo il tempo stesse scorrendo all'impazzata e andò ad intaccare il suo ostacolatore.
La Bacchetta di Sambuco vibrò terribilmente nelle mani del più grande mago del mondo.
Trascorsero alcuni secondi che parvero interminabili a tutti quanti, poi l'attacco di Dialga si concluse e Silente cadde a terra, apparentemente nulla e nessuno aveva ricevuto danni sostanziali.
Voldemort era ancora nel punto in cui si era fermato dopo il Gigantesco Lampo del ragazzo e si guardò attorno, Malefica era incatenata dalla magia si Silente, Magneto di stava risvegliando dallo svenimento proprio ora e Doflamingo sembrava crogiolarsi alla vista del potere di Dialga, anche se non era riuscito a concludere il suo Fragortempo.
Invece, a parte Silente che si stava avvicinando con la mano in grembo, i Referenti sembravano tutti pronti a continuare la battaglia, così, mentre Walt tornava a terra con lo sguardo fisso su di lui, Lord Voldemort si smaterializzò senza lasciare traccia.
Nel momento in cui l'Oscuro Signore se ne andò in automatico tutti i Referenti si voltarono per vedere se fosse ricomparso da qualche parte, e fu allora che Magneto si rese conto di ciò che era successo: Malefica era stata neutralizzata, Doflamingo aveva iniziato a ridere e sogghignare in groppa a Dialga che aveva appena riottenuto il controllo dei suoi pensieri e ora erano in netto svantaggio.
Si rimise il casco sulla testa e decise anche lui di fuggire, anche se non aveva la minima idea di come tornare a casa senza Malefica.
Si alzò in aria e Yoda lo fissò con molta cattiveria ma quando di diresse volando verso la Foresta Proibita lo Jedi non fece nulla, era deciso a mettere fine alla battaglia, anche se avesse dovuto rinunciare a catturarlo.
«Mhuhuhuh ho la netta sensazione che nessuno abbia utilizzato il cento per cento del proprio potere, vero?» disse rivolgendo lo sguardo soprattutto verso Walt, anche se i suoi occhi erano nascosti dagli occhiali da sole «Il potere dei Pokemon è una cosa straordinaria, non solo Dialga controlla il tempo ma ne abbiamo incontrato un altro in grado di farti addormentare e nutrirsi dei tuoi incubi... credo che sarà una cosa meravigliosa diventare il re dei pirati» disse passandosi nuovamente la lingua sopra il labbro.
Dialga perse anche l'influenza di Magneto e quindi inizio a muoversi, Doflamingo lo arpionò con i suoi fili e insieme si alzarono in volo, troppo veloci per essere raggiunti entrarono in un portale blu nel mezzo del cielo.
Alcuni eventi seguirono velocemente, senza alcuna logica.
L'atmosfera sembrò cambiare di colpo e si incupì improvvisamente, un corridoio oscuro si aprì a qualche metro di distanza da Malefica, ancora incatenata, tutti si misero in allarme.
Il buio della notte sembrò aumentare a dismisura e una voce rimbombò nelle orecchie di tutti, era una voce maschile sembrava essere anche abbastanza giovane «... S-s-sei tu il malvagio, Walt... io e te lo sappiamo b-bene ormai...» e subito gli occhi di Walt sgranarono, sembrava aver riconosciuto l'interlocutore, oppure un frammento della conversazione, una vena di rabbia gli si gonfiò sul collo.
Anche Topolino ebbe una reazione, sebben diversa da quella di Walt era altrettanto intensa, uno sguardo di intenso sospetto gli si dipinse sul volto.
«Vostra Maestà cosa succede!?» gli chiese Paperino che, accanto a lui, aveva notato l'espressione, ma il re non rispose, troppo impegnato ad ascoltare la conversazione.
La voce continuò: «Non sei degno di stare c-c-con loro Walt... t-tu sei sbagliato...».
Fu troppo, Walt aveva un'espressione furiosa, alcuni sottilissimi fulmini avvolsero inconsciamente il suo corpo e poi schizzò in volo verso il corridoio oscuro, sembrava quasi posseduto da un'altra persona da quanto era furioso.
«Walt! No!» gridò Topolino allungando la mano verso di lui che stava per raggiungere il portale.
Silente intuì il pericolo e agì d'istinto «Arresto Momentum!» disse a tutta gola e il ragazzo si bloccò in volo a pochissimi centimetri dal portale, nella posizione perfetta di chi sta per sferrare un pugno aereo con tutte le sue forze.
Resosi conto di quanto successo, iniziò a trasudare elettricità da tutto il corpo proprio come se la rabbia non riuscisse a essere contenuta. Sora corse verso di lui per aiutarlo.
Walt era deciso, non si sarebbe fatto sfuggire un'occasione del genere e allora, seppur bloccato dalla bacchetta di Silente si tramutò in elettricità e riuscì così ad entrare nel portale scomparendo nell'Oscurità.
«Sora no!» urlò nuovamente il re, ma non fece in tempo a raggiungerlo che anche Sora corse a Keyblade sguainato, dentro il corridoio oscuro, che si richiuse dietro di lui senza lasciare traccia.
Silente, Yoda, Paperino e Pippo erano stupefatti da ciò che era accaduto, dove portava il corridoio oscuro? Di chi era quella voce? E come mai aveva fatto emergere quella rabbia sepolta dentro Walt?
Topolino era terribilmente triste, Silente gli si avvicinò e gli appoggiò la mano sulla spalla, fissando le tre dita annerite dal colpo di Dialga.
Dall'altra parte invece Malefica iniziò a ridere, a ridere come una matta, lentamente le catene che gli aveva imposto Silente scivolarono e si slegarono, lei lentamente si ritramutò in drago, ma era ferita e in evidente svantaggio numerico, quindi optò per la fuga.
Allargò le sue enormi ali nere e con una piccola rincorsa spiccò il volo verso il castello, aumentò la sua velocità con qualche battito e poi avvenne una cosa altrettanto strana.
Andò letteralmente a sbattere contro la barriera dei confini di Hogwarts che manifestò la sua invisibile presenza solo allora. Così Malefica fu costretta a cambiare direzione, scomparendo nella notte.
Sotto il punto in cui aveva sbattuto un inconfondibile Hagrid, accompagnato dalla professoressa McGranitt, stava correndo verso i Referenti.
Angolo dell'autore:
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
Come vi è sembrata questa battaglia? Rivivendola con la musica vi è piaciuta maggiormente? Avreste fatto scontrare i personaggi in modo diverso ? Che tecniche, abilità o magie vi sarebbe piaciuto vedere?
Perchè Walt si è arrabbiato così tanto con quella voce balbettante? Chi era?
Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete teorie al riguardo!
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Kingdom Hearts W
ФанфикSilente con garbo spezzò la ceralacca e la aprì. Estrasse un foglio apparentemente innocuo. Conteneva solo una frase e la sigla del mittente. Questo mondo è stato connesso. R.T. Subito il preside aggrottò la fronte cercando di capire il mittente d...