Carla's pov.
Rimasi a bocca aperta, per poi sbuffare e sedermi sul divano, sul quale, dopo poco, mi addormentai.
La mattina seguente mi svegliai strofinando gli occhi e sbadigliando, per poi alzarmi e dirigermi in cucina a fare un caffè, me la stavo prendendo con comodo, fin quando non vidi 07:40 sull'orologio, così scattai e corsi verso il bagno dove lavai la faccia e raccolsi i capelli in una coda alta, senza nemmeno truccarmi, andai in camera ed indossai dei leggings neri con una maglietta dell'adidas sempre nera, le scarpe, presi lo zaino vuoto e corsi a scuola.
Arrivai col fiatone, ma fortunatamente in tempo.
Appena la campanella suonò mi precipitai in classe e mi sedetti al mio solito posto, notando che però, sta volta Valerio non c'era.
Gli avrei chiesto di cosa stesse parlando ieri sera, e perché era scappato così, ma sfortunatamente non venne a scuola.
Sbuffai e tirai fuori i libri, il professore cominciò a spiegare, e come sempre io feci finta di seguire.
Dopo due ore, suonò la campanella della ricreazione e finalmente mi alzai e mi diressi alla macchinetta, presi un pacchetto di patatine e salii le scale, per poi ritrovarmi in terrazza.
Ma sta volta non ero sola, e forse avrei potuto sapere cosa mi nascondeva Valerio.
Mi avvicinai al ragazzo che vidi qualche settimana prima insieme a Valerio, da come ho sentito dire, si chiama Giorgio.
Carla: ehm ciao.
Dissi accennando un sorriso.
Il ragazzo fece un cenno col capo, in segno di saluto, mentre continuava a fumare la sua canna, appoggiato con le spalle al muro.
Carla: come stai?
Giorgio: mh, bene.
Rispose freddamente, era complicato avere un contatto con lui, quasi irritava il suo comportamento.
Giorgio: hai bisogno di qualcosa?
Continuò la frase dopo aver sbuffato in aria il fumo, sempre con lo sguardo assente.
Carla: sì, vorrei sapere alcune cose.
Risposi immediatamente, senza scrupoli.
Giorgio: dipente, dai ragazzina, parla.
Carla: tu sei amico di Valerio vero?
Giorgio: si, ma non fare domande su di lui, perché non risponderò.
Disse gettando la canna ormai finita, lontana da sè.
Carla: e perché?
Giorgio: ho detto smettila di fare domande.
Sta volta il tono non era freddo, ma si sentiva chiaramente che si stava incazzraga
Carla: io ho bisogno di sapere delle cose.
Ribattei, decisamente.
Giorgio: cose che nessuno potrà dirti, adesso sparisci.
Carla: tu mi dirai quelle cose!
Alzai il tono di dove, cosa che non avrei mai dovuto fare, dato che il ragazzo mi spinse, facendomi rientrare nell'edificio.
Mi sta sul cazzo, sto coglione.
Lanciai il mio pacchetto di patatine contro la schiena di Giorgio ed immediatamente scesi le scale, tornai in classe e cacciai un sospiro di sollievo prima che lui potesse rincorrermi.
Faceva strano dirlo, ma quei due erano uguali, gli stessi comportamenti.
la lezione ricominciò, sta volta a spiegare era la professoressa di letteratura, ho sempre amato la letteratura e tutto ciò che la riguardi, così iniziai a seguire la lezione, ma dopo un po' mi addormentai sul banco, senza nemmeno rendermene conto.
dormii per tutte le ore successive, finchè il suono della campanella non mi svegliò.
sbadigliai e lentamente mi alzai, presi il mio zaino, dopo averlo messo in spalla mi diressi verso la porta, ma mi bloccai, quando davanti a me trovai proprio chi non avrei mai voluto trovare. Giorgio.
giorgio: bene, adesso quella che deve dirmi qualcosa sei tu, o sbaglio?
disse a braccia conserte, col suo solito tono freddo e minaccioso.
indietreggiai leggermente, per poi decidermi a parlare.
carla: non devo dirti proprio niente.
giorgio: che fai? indietreggi?
rise leggermente, per poi continuare la frase.
tu devi chiedermi scusa, immediatamente, se non vuoi che ti succeda qualcosa.
fece due passi in avanti verso di me, ed io istintivamente ne feci altri due indietro.
carla: col cazzo che ti chiedo scusa!
ero impaurita, lo ammetto, ma il coraggio di alzare il tono non mi mancò.
giorgio si avvicinò a me senza esitare, per poi sbattermi con le spalle al muro, pronto a tirarmi uno schiaffo, ma fortunatamente, il suo cellulare squillò.
lesse il numero sullo schermo, e lo lessi anch'io.
valerio.
rispose immediatamente
giorgio: che cazzo vuoi adesso?
quasi gridò, era molto irritato, ma anche impegnato nella telefonata, così ne approfittai per liberarmi dalla sua presa e correre verso l'uscita, lasciandolo lì.ciao raga, cazzo scusatemi per tutti questi mesi di assenza, ma giuro (sta volta sul serio) che tornerò più attiva di prima e posterò capitoli più lunghi. detto ciò, come state? vi sta piacendo? fatemi sapere
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una storia d'amore coi guai. •||SERCHO||•
Fanfictionuna diciottenne di nome Carla,si trasferisce a roma,adora la musica,in particolare il rap,non ha mai avuto una vita tranquilla,per questo ha deciso di andare a vivere da sola e staccare un po' da tutto. vive nel suo mondo,odia l'amore,infatti non ha...