Corsi fuori dalla casa, continuai a correre fin quando non mi sentii più le gambe, mi sedetti su una panchina, stava diluviando ed ormai ero bagnata da capo a piedi.
Dopo aver ripreso fiato, mi guardai intorno rendendomi conto di essere in un luogo desolatissimo.
Lentamente mi rialzai e cominciai a camminare, non avevo il cellulare dietro, quindi non avrei potuto chiamare nessuno per farmi venire a prendere.Arrivai a casa dopo una buona mezz'ora, ed immediatamente mi diressi in bagno a farmi una bella doccia calda, in modo da rilassarmi, ma avevo in testa la scena di quando valerio tirò dei pugni al muro, sfiorando varie volte la mia testa.
Scossi la testa per scacciare quel bruttissimo ricordo e mi cadde una lacrima, che si mischiò con l'acqua del getto.Dopo essermi lavata, uscii dalla doccia ed avvolsi il mio corpo in un accappatoio, mi posizionai davanti allo specchio, ma sfortunatamente era tutto appannato, presi il phon e lo misi davanti allo specchio, in modo da potermi vedere, poi mi pettinai i capelli e li asciugai, dopodichè andai in camera mia per prendere l'intimo, il cellulare era posizionato sul letto, stava vibrando, lo presi in mano e lessi il nome sullo schermo.
No, ancora lui, no cazzo.Staccai la chiamata e vidi tutti i messaggi che mi aveva mandato.
Valerio: carla, ti prego devo parlarti
Valerio: torna indietro
Valerio: scusami di tutto
Valerio: cazzo rispondi
Valerio: ti sto chiamando
Valerio: mi fai preoccupare, dove cazzo sei? Sta diluviando.Si stava preoccupando per me, involontariamente un sorriso si fece spazio sulle mie labbra, ma immediatamente mi vennero in mente le scene di prima e bloccai il cellulare, sospirai e presi l'intimo dal cassetto, per poi infilarmelo.
Indossai dei leggings neri ed una felpona grigia ed i miei amatissimi calzini con le foglie di marijuana; infondo era domenica pomeriggio, non sarei dovuta andare da nessuna parte, quindi mi stesi sul letto, presi il telecomando per accendere la tv ma sentii suonare alla porta.
Ma chi cazzo può essere adesso? Giuro che se è lui, no, lo uccido, quel coglione.
Pensai ciò mentre mi alzai dal letto e percorsi il tragitto camera-sala, per poi aprire la porta, e si, mi trovai davanti proprio lui, non potevo crederei ai miei occhi.
Feci subito per richiudere la porta, ma lui la bloccò col piede, mi prese le mani e mi incitò a guardarlo negli occhi.
Sbuffai e lo accontentai.
I suoi occhi erano marroni, spenti, come se volessero parlare, come se volessero chiedermi scusa.
Valerio: carla, ti prego lasciami parlare... io faccio questo, si, ma non ho mai pensato di ucciderti, anzi, io voglio proteggerti.
Si bloccò per un attimo e portò la sua mano sulla mia guancia, accarezzandola.
Valerio: io ho bisogno di te, carla.
Sussurrò, come se non volesse farsi sentire, ma io lo sentii.
Restai sorpresa e portai la mia mano sulla sua, che era posata dolcemente sulla mia guancia.
Carla: hai bisogno di... di me?Si, aveva bisogno di me, e si vedeva.
valerio non era un ragazzo qualunque, lui era un ragazzo perso che non chiedeva aiuto, bisognava solo comprenderlo e trattarlo come se fosse un bambino piccolo.
Dargli attenzioni, coccolarlo ed appoggiarlo in ogni cosa.
Per questo mi piaceva, si, mi piaceva, non era il solito ragazzo modesto con una famiglia perfetta e che pensa solo alla figa.
Lui, aveva quell'aspetto, è vero, ma in realtà non è così, il suo comportamento, i suoi modi di fare, sono dovuti proprio a questo: mancanza di affetto.Valerio: si, ne ho bisogno, ora più che mai.
Disse con tono dolce, per poi avvicinarsi di più a me.
Fanculo, lui aveva bisogno di me, ed io ci sarei stata, lo avrei accettato nonostante i suoi sbagli, nonostante i suoi modi ed il suo comportamento.
Mi avvicinai anch'io e lo baciai, lo vidi sorridere sulle mie labbra e così feci anch'io, portò le sue mani sui miei fianchi ed io allacciai le mie intorno al suo collo, approfondendo il bacio.
Sentii la sua lingua nella mia bocca e così la misi anch'io, baciandolo sempre con più foga.
Ci volevamo, non potevamo negarlo.
Camminammo e mi poggiò al muro, per poi portare una mano sul mio sedere e palparlo, mi feci scappare un piccolo gemito e buttai leggermente la testa indietro, poso le labbra sul mio collo e cominciò a mordere, per poi succhiare, mentre con l'altra mano la mise sulla mia intimità, per poi strusciare due dita, mi morsi il labbro ed i gemiti aumentavano.
Ero vergine, ebbene si, può sembrar stranissimo, una ragazza di 18 anni vergine, penso di essere una delle pochissime, o magari, l'unica.
Ho sempre pensato che la verginità è una cosa importantissima e devi perderla con la persona che ami e che vuoi veramente nel tuo domani, e con Valerio, mi stavo lasciando andare, cosa che non avevo mai fatto con nessuno.
Quindi io lo amavo? Lo volevo nel mio domani? Sì, lo volevo.improvvisamente vidi la mia felpa cadere a terra, restando in reggiseno, lui slacciò anche esso, e comincio a baciarmi anche i seni, facendo dei succhiotti qua e la, tenni gli occhi chiusi e sentii le sue labbra scendere sulla mia pancia, baciandola.
Mi abbassò anche i leggings facendomi restare solo con le mutandine.
Aprii di scatto gli occhi e notai che lui mi stava guardando, i suoi occhi erano diversi adesso, verdi, brillavano ed erano pieni di felicità.
Carla: v-vale.
Sussurrai
Carla: io sono vergine.
Continuai sussurrando.
Valerio: davvero?
Mi guardò sorpreso.
Mi limitai ad annuire.
Valerio: ma tu... insomma.. vuoi farlo con... con me?
Carla: si, la mia prima volta, con te.
Sussurrai ancora, per poi regalargli un sorriso, che lui ricambiò.
Mi prese in braccio e gli indicai la camera, così andammo e mi stese sul letto, si spogliò davanti ai miei occhi.
Era davvero perfetto, credetemi, il suo fisico scolpito, i suoi tatuaggi, i suoi lineamenti.
Arrossì di botto quando si mise sopra di me e riprese a baciare il mio collo.
Valerio: sei pronta piccola?
Sussurrò dolcemente.
Carla: sì, però farai piano, vero?
Lo guardai un po' impaurita.
Valerio: certo.
Mi schioccò un bacio sulle labbra e lentamente entrò in me.
strinsi gli occhi dal dolore e cacciai un gridolino.
Cazzo, non pensavo facesse così male, è una cosa insopportabile.
valerio si fermò di scatto, in viso aveva un'espressione molto preoccupata.
Valerio: piccola, esco?
Scossi la testa.
Carla: no, tanto tra poco passa...
Aprii lentamente gli occhi e lui cominciò a muoversi sempre lentamente, dopo un po' il dolore fece spazio al piacere, cominciai a gemere ed affondai le unghie nella sua schiena, aumentava sempre di più, proprio come i nostri gemiti.
Improvvisamente sentii una scarica di adrenalina e gemetti più forte, per poi venire.
Lo sentii uscire da me, per poi stendersi al mio fianco, ci guardammo, con ancora il respiro affannato, lui mi sorrise, un sorriso bello, uno di quelli veri.Cazzo ragaaa, finalmente!
Beh, spero vi piaccia davvero, è stato difficilissimo scrivere questo capitolo.
Ma non credete che adesso sia tutto okay😈.
Sono molto stronza ed il loro rapporto non avrà mai pace.
Carla ha detto a se stessa che lo ama e che lo vuole nel suo domani, e valerio invece??
Chissà.
STAI LEGGENDO
una storia d'amore coi guai. •||SERCHO||•
Fanficuna diciottenne di nome Carla,si trasferisce a roma,adora la musica,in particolare il rap,non ha mai avuto una vita tranquilla,per questo ha deciso di andare a vivere da sola e staccare un po' da tutto. vive nel suo mondo,odia l'amore,infatti non ha...