Valerio abbassò i finestrini ed alzò il volume della musica.
Era davvero una bella macchina, da quello che so, penso sia un Audi, era tenuta benissimo, non me ne intendevo molto di auto ma alcuni modelli li conoscevo.
Cominciai a canticchiare senza troppi problemi, il vento mi andava dritto in faccia facendo volare i capelli, mi piaceva, era come una forma di relax per me.
Sentii il suo sguardo spostarsi dalla strada a me, ripetutamente.
Mi voltai e lo beccai in pieno, mi stava fissando e sorrideva.
Carla: perché sorridi?
Chiesi.
Valerio: quando ti guardo è impossibile non sorridere.
Ammise.
Arrossii violentemente ed abbassai lo sguardo imbarazzata.
Dopo poco sentii la macchina fermarsi, segno che eravamo arrivati.
Lo vidi scendere, così feci anch'io.
Trovammo davanti a noi una villa, ed io rimasi senza parole.
Un giardino molto grande, il prato ben curato.
Percorse il prato, per poi arrivare davanti alla porta, la aprii ed entrò, lo seguii, e dopo essere entrata, mi guardai intorno, era davvero una casa bellissima, arredata perfettamente, non c'era nulla fuori posto, era tutto profumato e davvero mozzafiato.
Il ragazzo mi guardò, mentre ammiravo la casa, senza rendermi conto del suo sguardo fisso su di me.
Lo sentii ridere, così mi voltai a guardarlo, aggrottando le sopracciglia.
Carla: perché ridi?
Valerio: nulla nulla.
Disse scuotendo la testa, per poi incitarmi a seguirlo.
e così feci.
ci ritrovammo in camera da letto, era a dir poco stupenda, le pareti sul beige, il letto matrimoniale, un armadio grandissimo a specchio, continuai a guardarmi intorno a bocca aperta, dopodichè lo guardai.
carla: ma vivi da solo?
valerio: diciamo di si.
disse insicuro, come se mi nascondesse qualcosa.
senza troppi problemi, feci finta di crederci e mi sedetti sul letto, così fece anche lui, prese il computer e, dopo ben mezz'ora, riuscimmo a decidere il film.
mise un comico, così ci ritrovammo a ridere come pazzi, rotolandoci sul letto.
dopo esserci ripresi, mi alzai.
carla: devo andare in bagno, dov'è?
valerio: la porta accanto a questa, mi raccomando, non sbagliare.
mi guardò, io annuì insicura ed uscii dalla stanza.
mi raccomando, non sbagliare.
pensai dentro di me, chiedendomi cosa volesse dire con quelle parole.
dopo essere andata in bagno, aprii la porta davanti a quella del bagno, e trovai una stanza buia, piena di scaffali, con sopra proiettili, un appendipanni pieno di giubbotti antiproiettile e quant'altro.
mi avvicinai tremolante, aprendo uno dei cassetti, per poi trovarci all'interno una pistola, gridai istintivamente e mi misi le mani davanti alla bocca, indietreggiando.valerio's pov.
la sentii gridare, così mi alzai di scatto e corsi in bagno, ma non la trovai, capii tutto e chiusi gli occhi per cinque secondi, cercando di calmarmi mentre la rabbia si impossessava di me.
quella ragazza mi mandava in bestia, una ficcanaso, testarda ed anche stronza.
riaprii gli occhi e corsi da lei, chiudendo immediatamente il cassetto, la trascinai fuori dalla stanza ed incrociai le braccia, guardandola furiosamente.
valerio: adesso dimmi, che cazzo ci facevi la dentro?
cercai di essere calmo, ma stavo perdendo la pazienza.
la ragazza non rispose.
valerio: dimmi che cazzo ci facevi la dentro!
gridai indicando la stanza, mentre la guardavo, si vedeva lontano un miglio che ero incazzato e che mi stavo trattenendo dal prenderla a schiaffi.
carla si avvicinò a me, con sguardo deciso anche se gli occhi le dicevano tutt'altra cosa.
improvvisamente la mia faccia si girò e sentii uno schiaffo, strinsi i pugni e girai lentamente il volto, per guardarla di nuovo, sta volta il mio sguardo era pieno d'odio, e non mi sarei trattenuto.
la spinsi al muro e tirai un pugno ad esso, sfiorandole il viso, dopodichè continuai a tirare pugni alla parete bianca, per almeno 10 minuti, finchè non sentii le sue mani sul mio petto, spingendomi indietro.
chiusi gli occhi e respirai affannosamente, preparandomi alla sua ramanzina, manco fosse mia madre.
carla: tu allora non sei chi dimostri di essere con me.
tu oltre a spacciare, sei un criminale, un assassino, tu uccidi le persone!
gridò disperatamente.
tu, sei un mostro, e adesso vuoi uccidere anche me, non è vero? eh?
ma come fai, come fai ad uccidere, non ti rendi conto di quanto sia grave?
vaffanculo non voglio più sentirti nè vederti, sei una persona orrenda.
dopo quelle parole, corse via, lasciandomi a fissare la parete dove poco prima, avevo lei davanti, rimasi così per un bel po' senza muovermi, senza dire o fare niente.
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una storia d'amore coi guai. •||SERCHO||•
Hayran Kurguuna diciottenne di nome Carla,si trasferisce a roma,adora la musica,in particolare il rap,non ha mai avuto una vita tranquilla,per questo ha deciso di andare a vivere da sola e staccare un po' da tutto. vive nel suo mondo,odia l'amore,infatti non ha...