Capitolo 16

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Riconosco di essere stra-ubriaca, ma la mia voglia di bere e di sentirmi a mio agio,non è ancora soddisfatta.
Mando giù un altro bicchierino,concentrandomi sul gusto pungente che mi brucia la gola.
Tom se n'è andato circa una mezz'ora fa,ubriaco marcio ,Jack invece mi ha rimasto sola per andare dietro al culo di qualche puttanella.
Io ,invece,non mi sono ancora data alla pazza gioia,ma penso che sia giunto il momento di entrare in gioco.
Mi alzo lentamente,mi sistemo il giro coscia dei jeans,e inizio a guardarmi intorno.
Ci sono un sacco si persone sedute a bere,e altre a ballare in pista,facendo conquiste.
Perlustro per bene la zona,e solo quando trovo una succulenta preda,mi incammino.
Con un sorriso malizioso sulle labbra e passo leggero,mi avvicino a uno dei tanti divanetti occupati da tre ragazzi,tutti abbastanza giovani e sensuali e apparentemente sbronzi.
"Hola,uhm..sto cercando il bagno ma non riesco encontrarlo,magari mi potreste aiutare" l'attenzione dei ragazzi viene spostata su di me,alche io passo la lingua sulle labbra in modo seducente.
Una dei ragazzi si alza e,sorridendomi,fa un un sorriso agli amici,e si avvicina a me
" Conosco questo locale benissimo;ti mostro io dove si trova il bagno" conclude cingendomi ,con un braccio ,la mia vita.
"Oh que suerte " dichiaro.
Insieme,ci avviamo verso il retro del Trastorno ,lungo un corridoio ,dove si trova una piccola porta viola, un po' isolata .
Il ragazzo al mio fianco mi posa una mano sul fondoschiena spingendomi all'interno.
Sorrido accorgendomi della voglia nei suoi pantaloni. " Grazie mille,del suo ayudo " sorrido io cordiale.
" Di nulla. Hai per caso bisogno di un aiuto a svestirti" avanza ghignando ,il ragazzo,fino a raggiungermi
" Che galante,ma hago da sola"
Mi tolgo la camicetta per poi sbottonare i jeans ,mostrando le mie gambe completamente nude e il tanga.
Un sorriso malizioso nasce sul viso del ragazzo di fronte a me,che con le mani inizia un percorso ,sul mio corpo;parte dal collo fermandosi per un istante sul petto ,massaggiandomi i seni,coperti dal reggiseno che unge da top,scoprendoli e mordicchiandoli,per poi lasciarli perdere e continuare a scendere,fino alle forme dei miei fianchi ,che stringe con forza.
Un gemito mi esce dalle labbra al solo scopo di invogliarlo a fare di più.
" Ti piace essere toccata ,vero puttana?"
Il ragazzo continua a sorridere,ma dopo le sue parole,cambio subito di umore.
Gli rifilo un calcio nelle palle,talmente forte da farlo cadere per terra,il suo sguardo misto tra l'interrogativo e il fuoribondo,mi colpisce ma non demordo.
" Jo non soy puta " concludo colpendolo ancora una volta,assestandogli un calcio su una gamba con le mie JimmyChoo.
Raccolgo la mia  camicetta che  infilo senza il top,rimasto per terra, lasciando i seni liberi.
Esco dal piccolo bagno ancora stordita e sballata più di prima,incamminandomi di nuovo verso lo spazio,per bere.
Oramai la serata si è rivelata uno strazio,quindi mi limito solo a bere e sballarmi con un po' di polvere di fata che mi offre un tizio vicino alla console della musica.

Seduta su uno dei tanti sgabelli di fronte al bancone del barman,infilo altra polvere di fata,l'ultima, dal naso,inalando per bene .
Mi sento ancora più leggera di prima,e libera. Sorrido ad occhi chiusi respirando l'aria che mi circonda.
Riapro gli occhi guardandomi attorno,e ammirando le persone in pista che ballano,trasmettendo la loro allegria. Pure io voglio divertirmi,così mi alzo tutta pimpante dallo sgabello,attraversando la sala e iniziando a scatenarmi al ritmo della musica,muovendo il mio corpo. I miei seni chiusi nella camicia da dei bottoni,pretendono di essere liberati,così la sbottono lentamente in modo sensuale. La mia vista è sfocata ,distinguo solo la musica e urletti spensierati. Sbottonata la camicia ,le mie tette ,aprono del tutto la camicetta ,apparendo in bella mostra,sodi e rotondi. Mi sento come se stessi sognando,faccio quello che voglio non calcolando le persone,questa sensazione di leggerezza mi inebria.
I miei pensieri vengono interrotti quando avverto una presenza avvicinarsi a me. Un uomo alto poco più di me,si avvicina,con un aria maliziosa ma al contempo inquietante.
" Piccola,ti piace dimostrarti per quello che sei e?" Mi arrivano queste parole alle orecchie,ma il mio cervello sembra essere andato in pappa e non comprendo il suo significato,così dipingo un sorriso sul volto,scoppiando a ridere poco dopo senza motivo. L'uomo ,a cui non riesco a distinguere l'età,se sia giovane,o vecchio,si spinge contro di me,attaccando il sue petto,fasciato dalla camicia,sui miei seni liberi,poi si avvicina ulteriormente iniziando a baciarmi in modo rude e aggressivo,la cosa mi fa un po' di ribrezzo ,ma nello  stato in cui verso,continuo a farmi baciare .
"Lo sapevo che sei una puttana" ghigna l'uomo.
La cosa continua a non piacermi per niente e le mie orecchie ,inoltre catturano un particolare :quel nome,puttana.
L'essere schifoso,inizia  a scendere con la sua lingua ,fino all'incavo tra i mie seni,leccandoci poi di mezzo e infilandoci la testa.
Sento un mugolio di piacere uscire dalla sua bocca.
A questo punto vorrei sottrarmi dalla sua presa ,dargli qualche calcio dove non batte il sole,magari anche urlare,ma mi sento impotente.
Riesco solo a pronunciare qualche parola,sussurrata:" Fermati,maiale"
Ma lui non la smette: "Che  c'è? Non ti piace più essere toccata ,puttana?" ride.
Alla fine,ha ragione; la colpa è tutta mia,lo ammetto: sono una puttana,io gli ho concesso di avvicinarsi , e non posso fare niente ora per allontanarlo,posso solo continuare a tentare.
" Vieni ti porto un un posto più isolato così ti senti più libera di fare la puttana" continua a ridere. Poi mi prende per le braccia e si incammina,con me al seguito che non riesco a rifiutarmi di camminare dietro lui. Mi sento imbarazzata ,con i seni da fuori,così li copro al meglio con le mie braccia.
Nel tentativo di riuscire a fermare questo schifo,lo invito più volte a fermarsi,a lasciarmi stare,ma lui non se ne frega,con quel sorriso in faccia,già prevede quello che succederà,e io devo solo accettarlo ,ma proprio non riesco; non riesco a credere che questa mia forma di ribellione alla fine non è derivata a niente,mi sono solo fatta classificare da tutti come troia,e puttana,non conto con nessuno,tutti giudicano il mio modo di essere,non capendone nemmeno perché io sia così.

Non percepisco niente,finché a un certo punto mi ritrovo ,sbattuta,su un letto.
" Finiscila,brutto stronzo maniaco" lui continua imperterrito,col solito ghigno in faccia 
" Midispiace ma non mi fermerò ; ho voglia di ficcarti il mio cazzo nella tua vagina,facendoti male,che tu sia d'accordo o no"  e ora che realizzo quello che verrà a seguito mi si gela il sangue nelle vene.

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