Sakura.
Sono rientrata a casa, ho chiuso tutte le finestre e ho messo un mobile alla porta, non è che questo mi proteggerà ma lo terrà lontano.
Ho esagerato, ma lui ha dato del coso a mio figlio, lo proteggerò, è la mia ragione di vita.
Mi siedo sul divano, mando un sms a Kile, per ora non deve cercarmi e non venire a casa mia.
''Monetina, quello che hai conosciuto oggi era tuo padre, bell'elemento quando si ci mette.'' dico alla mia monetina, finalmente non sarò più sola. Sorrido come un'ebete,anche se il padre è Sasuke, sono felice. Questa creatura è mia.
Passo la giornata, a studiare sia come difendermi da Sasuke, sia perchè a giorni ho un'esame e non mi posso deconcentrare.
Mi preparo la cena e di Sasuke nemmeno l'ombra, starà tramando qualcosa e mi mette l'ansia non sapere dov'è.
Mi sdraio sul divano e aspetto che mi prenda il sonno, non può entrare in casa mia, ho messo delle trappole ovunque sono un ninja e so difendermi.
Mi addormento di un sonno agitato, non mi fa bene agitarmi. Sogno un bambino dai capelli neri che mi guarda e mi dice.
*Perchè mi hai fatto nascere? Tu non mi vuoi.*
Io piango e sussurro.
*Non è vero, io ti voglio e ti amo sei mio figlio, mi prenderò cura di te.* ma lui non mi crede, nei suoi occhi c'è un odio, ma non per me.
*Sei mio figlio e io ti voglio, nascerai e mi prenderò cura di te. Nessuno ti tratterà male.* dico avvicinandomi.
Lui si mette sulla difensiva, me io mi avvicino e gli prendo il braccio e lo avvicino a me.
Lo abbraccio e mi accorgo che sta piangendo, ma non è mio figlio quello che abbraccio e Sasuke da bambino, molto prima della sua fuga.
*Ti proteggerò.* dico. Non so cosa c'entri questo sogno, ma so che devo provare a parlare con lui, provarci devo farlo per noi, gli farò accettare questo bambino e prima che nasca lui lo amerà.
Lo allontanerò da Karin, ma non per me, per lui. Deve capire che Karin è il male.
Quando mi sveglio sono meno tranquilla, ma riposata.
Esco per andare a lavoro, tutto sembra tranquillo per strada non c'è nessuno e arrivo dritta in ospedale.
Inizio a lavorare, visito un sacco di pazienti e se non fosse per l'esame potrei pure operare.
Verso mezzogiorno mi fermo, per la fame e vado in mensa. Non c'è ancora nessuno, solo le cuoche. Mi avvicino e le saluto, hanno già preparato metà del pranzo, ordino un piatto di verdure e un'insalata. Anche se ho fame non mi va ho troppe nausee.
Passo mezz'ora a pranzare, quando ritorno nel mio ufficio, trovo qualcuno ad attendermi. E' Sasuke.
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Sasuke.
Mi ha fatto male quella stupida, ma me la pagherà. Per ora la lascerò in pace, ma domani lei mi rivedrà di nuovo.
Karin si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi, mi fa male tutto.
''Che ti è successo?'' domanda.
''Nulla. Sparisci adesso.'' dico.
''Ma che modi, che ti ha detto quella ragazzina.''dice.
''Cavoli miei.'' rispondo.
''Dimmi che ti ha detto?'' domanda.
''Nulla, adesso prendi le tue cose e vattene.'' dico.
''No. Io so il tuo segreto, quindi non puoi mandarmi via.'' dice.
Lo vedremo, ma per ora farò finta di nulla.
Me ne vado in camera mia e chiudo la porta in modo che lei non possa entrare.
La mattina dopo mi sveglio, tardi ho passato tutta la notte a pensare a qualcosa, ma nulla. Sakura se non vuole rinunciare al bambino, dovrà sposarmi.
Ho riflettuto alla mia vita con un figlio, ho immaginato un bambino dai capelli e occhi neri come ai miei. E poi il sorriso di Sakura orgogliosa di noi, ma io non c'è la faccio.
La mia famiglia è morta, io sono solo, con tutti i miei sbagli e i miei demoni.
Quando esco di casa e mezzogiorno e mezza, arrivo in ospedale ed entro nell'ufficio di Sakura. E' vuoto e io mi siedo ad attenderla.
Nemmeno un paio di minuti ed entra, lei mi guarda. Non parla e non mi caccia.
Quindi sono io a parlare.
''Sposiamoci.'' dico, anche se non era questo che volevo dire.
''Cosa?'' dice sedendosi sul divano.
''Sì, sei incinta e nessuno ti accetterà qui con una gravidanza. Sposandoci ti garantirai un cognome a te e tuo figlio.'' dico.
''E anche tuo figlio, non ti sposo.'' dice poi.
''Ma non puoi rimanere qui senza essere sposata e io ti offro di diventare mia moglie.'' dico.
''Tu sei pazzo, mi hai messa tu in questo pasticcio. Io dovevo essere già sposata con Kile, invece hai rovinato tutto. E hai rovinato tutto con me volevo stare con te, ti avrei perdonato in tutto,ma no ti sei chiuso in camera con lei. Quindi no non ti sposo, perchè io non voglio che mi buttano fango.'' dice.
''Abiteremo qui, lascerò la villa a lei. Ma non chiedermi di non vederla più.'' dico, vorrei spiegarmi ma come faccio.
''Quindi ne sei innamorato?'' domanda.
''No, io non amo, ma lei ha qualcosa che potrebbe farmi finire nei guai.'' dico, vorrei aprirmi, ma non ci riesco.
''Posso aiutarti?'' domanda.
''Se te lo dico mi giudicheresti male.'' dico.
''Non lo sai. Hai ucciso qualcuno?'' domanda.
''No.'' rispondo.
''Allora?Almeno che tu non sia finito in qualche brutto giro, io non posso giudicarti.'' dice.
''Ecco...'' come glielo dico e un segreto troppo grande.
''Se non vuoi dirmelo, non fa niente.'' e comprensiva, ma vorrebbe che mi aprirsi.
''Non sono ancora pronto, ma un giorno te lo dirò.'' dico sincero.
''Io voglio rifletterci, sai che non mi senti pronta a sposarti.''dico.
''Che strano ma a quello lo volevi sposare. Lì eri pronta.'' dico.
''Non ero pronta a sposarmi, ma ssembrava giusto sposare lui che aspettare il tuo ritorno.'' dice.
''Quindi mi sposi?'' domando.
''Ti sposerò solo se accetterai tuo figlio.'' dice.
''Mi serve tempo per accettarlo.'' dico.
''Devi andare, ho dei pazienti da visitare.'' dice.
Mi alzo e mi avvicino a lei, le stringo un braccio senza farle male e lei alza il viso e mi guarda, non resisto abbasso il viso e la bacio.
Baciarla e come tornare a casa e mi piace il sapore e la morbidezza delle sue labbra, siamo compatibili i nostri corpi si cercano e si sfiorano.
Vorrei andare oltre ma bussano alla porta.
''Verrò da te stasera, quindi fatti trovare in casa.'' le dico.
Le dò un altro bacio e me ne vado.
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Sasuke e Sakura: Una bambina di nome Sarada.
FanfictionPuò una vendetta trasformarsi in amore? O l'odio prende il sopravvento su tutto. Tutto è iniziato per un aiuto, ma per mancanza di tempo questo aiuto si trasforma in vendetta e tutto quello che comprende.