Capitolo 23

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Federica Pov's

Vengo svegliata dal mio sonno, non so che ore sono e mi sento ancora mezza addormentata, ma riconoscerei questo profumo in mezzo a mille, è il suo profumo, lui è qui, percepisco la sua presenza, ma chi lo ha fatto entrare? apro gli occhi e lo vedo seduto ai piedi del letto all'angolo, subito li richiudo perchè lui non si è accorto che sono sveglia e voglio capire cosa vuole fare

R: "Oh fede, lo so che ce l'hai con me, Cristo anche io cel'ho con me ma ti amo, solo Dio sa quanto ti amo" oddio lo ha detto davvero, mi scende una lacrima allora decido di far finta di essermi appena svegliata, mi tiro su a sedere e apro gli occhi, lui si volta di scatto a guardarmi e subito si mette a fissarmi
R: "Fede io devo parlarti, sono un coglione lo so, ti ho fatto male, ti ho tradita ma ero convinto che quella ragazza fossi tu, ma ti amo, ti amo troppo per lasciarti andare" nel dire questo mi prende le mani e io lo lascio fare, inizio a piangere con lui e noto che le sue mani sono piene di tagli e glieli accarezzo

F: "Che hai fatto?"

R: "Nulla, diciamo che pensavo di avere pareti più morbide in casa mia" dice accennando un sorriso

F: "Mi hai fatto male Riccardo, tanto, per una volta che mi ero lasciata completamente andare, che mi fidavo ciecamente di una persona mi hai delusa" dico tirando su con il naso e lui mi asciuga le lacrime forse senza accorgersi che anche lui stesso stava piangendo

R: "Lo so Fede, mi sono fatto male anche io facendoti del male, ho distrutto l'unica cosa bella che avevo e non so nemmeno come ho fatto, ma io ti prego di perdonarmi, proviamo a riprovare, dammi la possibilità di imparare dai miei errori" effettivamente forse siamo stati entrambi troppo duri e orgogliosi, non cercandoci e dicendoci quelle brutte parole senza cercare un dialogo 

F: "Non lo so Riccardo, ho una ferita molto profonda che sarà molto difficile da curare"
R: "Diventerò il dottore più bravo del mondo per curarti quella ferita, farò tutto il necessario e anche qualche cosa in più" odio cedere così facilmente ed essere in un certo senso così debole ma quando si tratta di lui io non so cosa mi succede, qualsiasi cosa è amplificata, in bene e in male

F: "Marcuzzo ti avverto, si farà tutto con calma e si ricomincia dda capo, am è l'ultima possibilità, non voglio stare più male"
R: "Mi stai perdonando?" annuisco debolmente e gli prendo il viso tra le mani baciandolo dolcemente

R: "Con calma eh?" 

F: "Dovevo colmare la mancanza, d'ora in poi distanze" e lo allontano leggermente da me

F: "Ma che ore sono?" 

R: "Le 21:30 perchè?"

F: "Ho fame" appena pronuncio queste due parole ci alziamo e andiamo in cucina dove con mia sorpresa trovo mia sorella e Luca che quando ci vedono arrivare sorridono

A: "Finalmente mangi in presenza di qualcuno " la guardo male ma lei ride

L: "Dai venite qua con noi che quasi ci mancavate" prendo il mio piatto e ci andiamo a stendere sul divano, io mi metto accanto a mia sorella e Riki di lato a me

F: "Ehi amore di zia quando ti decidi a uscire dalla tua mamma?" parlo con la pancia di mia sorella che ride

A: "Non manca molto zia, tre settimane circa" dice lei facendo la voce da bimba. 

Trascorriamo la serata vedendo un film comico, ogni tanto Riccardo si avvicinava e mi lasciava qualche bacio sulla guancia o mi stringeva la mano e io lo lasciavo fare perchè in fondo non mi dispiaceva. 

R: "Vuoi che dormo con te o nell'altra stanza?"

F: "Credo sia meglio l'altra stanza per i primi tempi" lui acconsente senza obiettare

Durante la notte mi torna il mio solito incubo, ma questa volta Riccardo mi abbandona, dice frasi come 'io di te non voglio sapere nulla', mi sveglio urlando e mi sento davvero male, vedo che Riccardo e Arianna corrono verso il mio letto e io mi riparo con le mani da loro perchè inn questo momento ho paura di tutti e di tutto, sto tremando tantissimo e mi manca il fiato, penso sia un attacco di panico, non mi venivano da moltissimo tempo 

R: "Ma che hai? tranquilla Fede, non tremare"

A: "Riki è inutile che le parli non ti ascolta, ma non perchè sei tu, semplicemente perchè durante i suoi attacchi di panico non ragiona, stringiamole le mani e aiutiamola a respirare meglio, basterà quello" Così fanno e dopo una decina di minuti sto molto meglio

F: "G-grazie sto m-meglio"

R: "Non mi sembra, balbetti"

A: "è normale, avendo tenuto tutti i muscoli in tensione ora ci vuole un attimo prima che si distendano del tutto, probabilmente avrà mani e gambe informicolate" annuisco 

R: "Ah scusate ma non ho mai avuto a che fare con gli attacchi di panico per fortuna, d'ora in poi sarò più preparato"

F: "R-Riki non lasciarmi sola"

R: "Vuoi che sto qua stanotte?" annuisco, ci distendiamo e mi sddormento sul suo petto, mi mancava questa sensazione.

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