Capitolo 8: Parte 4

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Nel preciso momento in cui Hinata disse quelle parole, il mio stupore arrivó a mille.

"Che diavolo sta dicendo? Cioè. Insomma.. Perché dovrebbe sopportare quell' intenso dolore pur di schiacciare su una mia alzata?"

La mia insensibilità sta nuovamente venendo a galla e non è una cosa che gradisco molto, però.

Pensai tutto ciò in un breve lasso di tempo, in cui Hinata continuava imperterrito a fissarmi con quegli occhi.
Terrificante.. quando aveva quell'espressione in campo, i suoi avversari erano completamente spiazzati da lui.
Quegli occhi, leggermente spalancati, assenti e che guardano un punto imprecisato. Poi le iridi..che sembrano di un colore ancora più acceso, un nocciola più chiaro, che si mischiano un poco con le pupille, andando a sfumare. Sembra quasi che brillino.

«mh..» Non volevo che si facesse più male di quanto non se ne fosse già fatto.
«Prima però è meglio se io ti fasciassi il polso e ti disinfettassi la ferita..ci sono ancora medicinali in giro, vero?» Chiesi. Beh, era tutto pronto per partire. Che razza di domanda gli ho fatto?
«Sono in una valigia.» Mi rispose secco, per poi scendere lentamente le scale, con sguardo serio e con gli occhi socchiusi.
"Che diamine.." Pensai; non sapevo come mi sentivo in quel momento, a quella visione di un Hinata così..così diverso dal solito.
Lo seguii scendendo le scale, lui stava già frugando in una tasca di una valigia posta vicino alla porta del salotto.
Mi fermai, appoggiandomi al muro con una spalla, incrociando le braccia al petto.
Lo guardai e lo compatii, provavo della leggera pena per lui.
«Vuoi che ti aiuti..?» Gli chiesi, vendendolo in difficoltà visto che stava usando una sola mano.
«No, ce la faccio da solo..» Fece una pausa di una decina di secondi, per poi riprendere «..e smettila di essere così gentile con me, mi.. terrorizzi.» Finí, con tono incredibilmente calmo e controllato, per lui.
«...» Rimasi in silenzio e abbassai un poco la testa, portandomi l'ombra sugli occhi.

Beh, ha ragione.
Se la persona da cui continui a prendere insulti, pugni e simili tutto il tempo all'improvviso comincia a trattarti in modo gentile e cordiale, allora credo ti sentiresti davvero strano.
Forse anche compiaciuto?

Tutti hanno paura di me, quindi non mi trattano male, ed è forse per questo che non riuscivo a capire il perché di quelle sue parole.
Lui tiró fuori delle garze, del disinfettante e del cotone, poi si mise in piedi barcollando un poco.
Alzai la testa verso di lui, continuando a tenere gli occhi socchiusi.
«Hai..trovato..tutto..?» Dissi con fare incerto, mentre mi avvicinavo.
Lui annuí, così allungai le mani e presi tutto ciò che aveva nella mano sinistra.
«Kageyama, sediamoci sul divano.» Mi propose, andando in salotto e sedendosi sull'unico dei due divani rimasti.
Mi sedetti accanto a lui, cominciando a bagnare il cotone con il disinfettante.
Ora il suo sguardo era cambiato ed anche il suo tono di voce.

"Sembri..dispiaciuto? Per cosa, idiota? Per cosa saresti dispiaciuto?! Qui l'unico che è dispiaciuto, sono io!" Pensai, sentendo un tremendo senso di colpa travolgermi all'improvviso.

Mi lasciai sfuggire un "tsk" che fece girare lo sguardo del rosso verso di me.
«...» Rimanemmo entrambi in silenzio per circa un minuto, senza spiaccicare una parola.
Ci guardavamo intensamente; credo di aver sbattuto le palpebre solamente tre o quattro volte in quel periodo di silenzio assoluto.
Poi lui distolse lentamente lo sguardo, e così feci io.
Mi porse altrettanto lentamente la mano destra, che tremava ogni tanto.
«Dimmi se ti faccio troppo male» Presi lentamente la sua mano con la mia sinistra e con l'altra cominciai a pulire la sua ferita sul suo palmo. Lo vidi sussultare silenziosamente, ero sicuro che bruciava davvero molto.
«Oi bokè..se stai zitto io non posso sapere se ti faccio male o meno..» Lo rimproverai, fulminandolo con lo sguardo.
«Fa..solo..un..po'..male..» Mi rispose con vari sussurri che, per mia fortuna, riuscii a capire.
Annuí lentamente, mentre gli mettevo un cerotto abbastanza grande sul taglio che aveva sulla mano; premetti il più delicatamente possibile, per non fargli troppo male.
"Che sfortuna che hai però, Hinata.. proprio sulla mano destra.. mi dispiace tanto per te.." Pensai, mentre inconsciamente accarezzavo con fare dolce il suo palmo della mano con il mio pollice.
Non mi accorsi che Hinata, con sguardo perplesso e le guance rosse, mi stava fissando. Aveva le labbra schiuse per la sorpresa, successivamente deglutí.
«K-kageyama.. hai finito..?» Disse, con un tono alquanto dolce.
«mh..mh..» Presi le garze annuendo e le srotolai ancora un po', cominciando a fasciargli il polso.
Una volta Yachi-san mi aveva insegnato come medicare un mio coetaneo nel caso non ci fosse stata lei o Shimizu. Si è rivelata utile quella piccola "lezioncina", ne sono felice.
«Ora ho quasi finito, resisti» Gli risposi, continuando a fasciargli il polso. «Sai, si è già sgonfiata un po', è incredibile..» Un lieve sorriso mi incornició il viso, quasi inconsciamente. Ovviamente ero felice per lui.
A lui gli si illuminó il viso e, finalmente, sorrise di nuovo. «È super mega incredibile!» Rise, felice. «È solo merito tuo, Kageyama-kuun!»
Sentii le guance cominciare a scaldarsi, così tenni il lieve sorriso.
Davvero poche volte sorridevo in quel modo, così sincero e dolce, tutto ciò che non sono all'esterno.

Ma, si dice, di non giudicare mai un libro dalla copertina.
Oppure, che non si deve mai considerare la bellezza esteriore, ma quella interiore.
Tutte frasi che condivido a pieno.

«Va meglio?» Chiesi gentilmente, mentre gli mollai a malincuore la mano.
Il rosso annuí velocemente e affermò: «Si si! Non sento quasi più dolore!»
Avvicinai una mano ai suoi capelli e lui cominció a terrorizzarsi, tremando di paura e rannicchiandosi. «A-aspetta--..» Strinse gli occhi, aspettandosi il peggio.
Appoggiai la mano tra i suoi morbidi capelli, affondando le dita fra quest'ultimi.
"Morbidi.." L'unico pensiero che mi passó per la testa in quel momento. Glieli cominciai ad accarezzare lentamente.
Lui, con uno sguardo più che sorpreso mi osservava. Aveva la bocca aperta, da cui non usciva una parola.
Spostai lo sguardo verso di lui, ridacchiando confuso. «Ma che ti prende?» Gli chiesi, divertito.
Lui arrossí, facendo diventare il suo viso un pomodoro maturo.
«N-n..niente!!» Fece un piccolo sorriso, cominciando a tranquillizzarsi, sentendo la mia risata. «mh..» si cominció a rilassare sotto il mio tocco.
«Mi piace Kageyama gentile..» Sussurró, sorridendo sempre di più e avvicinandosi di più a me, per farsi accarezzare meglio.
Io non sentii ciò che sussurró, l'aveva detto con tono decisamente troppo basso, per sentirlo.

Misi anche l'altra mano tra i suoi capelli, accarezzandogli per bene la testolina.

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Spazio dell'autrice

Ehilà gente! Finalmente sono riuscita a fare con capitolo di più di 1000 parole! *3* Mi scuso se non riesco a mettere più spesso i capitoli, sono molto molto impegnata in questi giorni! Detto questo, spero come al solito che vi piaccia e buon sabato a tutti💕

Un Fulmine A Ciel Sereno ¦ ☆KageHina☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora