Capitolo 11

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I giorni passarono.
Le settimane passarono.
E finalmente, arrivó uno dei giorni più importanti di sempre.
Dovevo prepararmi per il nuovo tipo di allenamenti, al Campo di Allenamento Intensivo, a Tokyo.
I miei genitori erano anche tornati dal loro viaggio di lavoro.
Ero felice e qualcuno non affollava più i miei pensieri, cosa che mi fece stare piuttosto bene.
Andavo ai normali allenamenti alla Karasuno regolarmente, impegnandomi anche di più del solito.

Era mattina presto ed io ero già alla palestra della mia squadra, aspettando che un autobus mi venisse a prendere. Mi avevano accompagnato i miei genitori, per salutarmi per bene, siccome sarei dovuto star via due-tre settimane. Sbadigliavo di continuo, ma ero anche molto elettrizzato, i miei zigomi erano lievemente arrossati e ogni tanto mi scuoteva qualche tremolio.

Dopo circa dieci minuti, in perfetto orario, arrivó l'autobus, decisamente il più grande fra tutti quelli che avevo visto fino ad ora. La porta scorrevole si aprii, permettendo ad un uomo piuttosto alto e muscoloso di scendere dalle scalette, sembrava essere un trentenne. Appena mi vide mi rivolse un sorriso gentile, controllando sul blocco note che aveva in mano un elenco di nomi, seguendoli con il dito.
«Mmh.. Kageyama Tobio, giusto?» Mi chiese, sistemandosi gli occhiali dalla montatura nera.
«Hāi! Sono io, piacere di conoscerla» Mi inchinai velocemente, socchiudendo gli occhi.
Lui fece una lieve risata vedendo che mi piegai, così disse: «Non c'è bisogno di inchinarsi, tirati pure su» fece una piccola pausa, dove io mi mettevo dritto con il busto «sali sull'autobus, spiegherò a tutti i dettagli non appena ci saremo tutti..» continuó, indicando l'autobus dietro di sé con il pollice.

Io annuii velocemente e mi avvicinai all'autobus, e, con un po' di timore e esitazione, salii le scale, seguito da lui che si sedette subito vicino all'autista.
Infondo non conoscevo nessuno lì, stavo pregando mentalmente per una coppia di posti liberi, non volevo star vicino a nessuno.
Guardai tutti i volti dei ragazzi con sguardo indifferente, mentre mi addentravo tra i posti, cercandone alcuni liberi.
Ma purtroppo, tutti erano occupati da ragazzi come me, che non conoscevano nessuno e non avevano voglia di cedere i posti accanto a loro.

Finalmente, un ragazzo mi diede il posto accanto a lui, feci un sospiro di sollievo e lo ringraziai, sedendomi accanto a lui e posando il borsone sulle mie gambe.
Sentii il bus partire. "Finalmente" pensai, ancora più elettrizzato.
Cominciai a dare qualche occhiatine al ragazzo che avevo affianco, studiando il suo aspetto.
Di sicuro sarà stato alto più o meno 1.70, da quel che potevo intuire; aveva i capelli castano chiaro, in contrasto con i suoi grandi occhi che erano molto scuri, quasi neri. La sua fronte era piuttosto spaziosa, così pensai fosse un tipo abbastanza intelligente; quest'ultima era coperta però da qualche ciuffo castano che gli ricadeva sopra. Che volesse in parte nasconderla?
Inarcai un sopracciglio e rimasi immobile.

Nel frattempo, aveva appoggiato la guancia al palmo della sua mano, sospirando e guardando fuori dal finestrino sorridendo.
Che mi avesse notato?
Deglutii e mi schiarii la voce, imbarazzandomi un poco e smettendo di guardarlo.
Poco dopo, lui si giró verso di me, continuando a sorridere gentilmente.
«Ehi! Come ti chiami?» Mi chiese, togliendo il palmo della mano dalla sua guancia.
Io mi girai sorpreso dalla sua parte, guardandolo con sorpresa.
«Tobio..Kageyama» Gli risposi, mentre lo squadravo meglio.
Lui fece un lieve sussulto, mentre gli si illuminava il viso.
«Piacere Tobio-kun, sono Koutarou Inazuma» Mi sorrise nuovamente, mentre mi porgeva la mano, invitando a stringerla.

«Ti di fastidio se ti chiamo per nome? Non mi piace quando le persone sono così ciniche e si chiamano per cognome..» Ridacchió imbarazzato, mentre io gli stringevo la mano, così lui ricambió la stretta.
«No, va bene.. Koutarou» Sinceramente anche a me piacque l'idea, così ricambiai.

«Quanti..anni hai?» Cominciai a prendere confidenza, sembrava un tipo per bene, niente di meglio per me.
Lui mi rispose, in modo fiero: «Ne ho quasi 16.». Io feci un leggero sussulto, cominciando a scusarmi per non averlo chiamato "senpai". Lui mi sorrideva, mentre mi rassicurava che poteva tranquillamente chiamarlo con il "kun".
«Tanto io non dimostro la mia età!» Rise lievemente, chiudendo gli occhi.
«Tu invece?» Mi chiese poi di rimando, mentre smetteva di ridere. «Io..quasi 15..» Borbottai. Lui piegò per un momento la testa di lato, per poi sbattere le sopracciglia sorridendo.
«Certo che sembri avere 16 anni!» Ridacchió.
«Mh..forse..» Gli risposi mormorando.

Comparato a Nishinoya-san e Tanaka-san, è decisamente più tranquillo.
È simpatico, si, ma è anche davvero..davvero mooolto gentile, più di Sugawara-san o Azumane-san; credo sia uno dei suoi grandi pregi essere così.
Ci conosciamo da qualche oretta e già mi ha parlato della sua scuola e altre varie cose. Io mi limitavo ad annuire ed ad ascoltarlo, rispondendogli ogni tanto.

"Koutarou..mi ricorda qualcosa.. se non sbaglio era il nome del Capitano della Fukurodani, Bokuto-san." Pensai successivamente, mentre Inazuma-san frugava nel suo borsone.

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Spazio Dell'Autrice

Una nuova comparsa🌚 Finalmente un capitolo decente, dio santo-..credo ;-;  E e e vabbih.. vi consiglio *spam time*  di dare un occhiata all'annuncio sull'altra mia storia e.e Please commentini! >~< 💝 Buona giornata~

Un Fulmine A Ciel Sereno ¦ ☆KageHina☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora