Capitolo 3

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Mi addormentai dopo poco, con il viso affondato sul cuscino e le braccia sotto ad esso.

Sono tornato

Tic toc, tic toc..

Non me ne andrò più

Tic toc, tic toc..

Sono qui con te

Quella notte ebbi un incubo.

La mattina successiva, mi svegliai presto.

Mi misi a sedere.
Avevo il fiato corto e il mio corpo tremava come una foglia, e non accennava di smettere.
Guardai davanti a me, con gli occhi spalancati dal terrore.
Mi misi le mani sul viso, stringendomelo con i polpastrelli.
Ansimavo.
Però, gli ansimii furono interrotti da una risata alquanto sadica, che fuoriuscí senza preavviso dalla mia bocca.
Durò solo qualche secondo.

Sono completamente..impazzito..

Dopo qualche minuto di silenzio, spostai le mani dal viso, lasciando che cadessero sulle mie cosce, a peso morto.
Abbassai la testa; delle gocce di sudore che partivano dalle tempie, mi rigarono il volto rapidamente, cadendo sulle mie mani.
Socchiusi gli occhi, perdendomi con lo sguardo in un punto imprecisato.

«Ho..paura..» Dissi, distendendo le labbra in un sorriso amaro che mi incorniciava il volto.

Strinsi entrambe le mani in due pugni. Il mio falso sorriso si spense dopo poco, forse dopo una decina di secondi, ritornando così al solito sguardo serio.

Feci roteare le gambe, sedendomi sul bordo sinistro del letto.
Mi alzai e andai in bagno.

Avevo bisogno di rinfrescarmi.

Entrai nel bagno e aprii la manopola del rubinetto del lavandino, ovviamente dalla parte destra, da dove fuoriusciva acqua fredda, e mi lavai il viso, stringendo gli occhi in un primo momento, per il freddo che provai.
Chiusi l'acqua e mi asciugai il viso velocemente.

Sono io..

I ricordi distorti dell'incubo riaffiorarono improvvisamente nella mia mente. Prima che potessi fare qualunque cosa, mi tirai un forte schiaffo con la mano destra, nuovamente ansimante.

«Non.. ne posso più!» Urlai, a vuoto. In quel momento ero disperato.

Le emozioni potevano fuoriuscire tutte in un momento? Potevano.
Ed era quello che era appena successo.

Esplosi.
Mi ritrovai le guance umide.
Me le tastai.

«Sto piangendo» fu l'unica cosa che dissi in quel momento, o meglio, che sussurrai, completamente distrutto.

Al diavolo tutto..ero da solo, potevo piangere. Nessuno avrebbe visto le mie debolezze. Nessuno avrebbe visto le mie vere emozioni. I miei veri sentimenti. Nessuno.

Mi abbandonai a me stesso. Il vero me stesso.

Passai l'intera mattinata seduto al tavolo della cucina, con lo sguardo fisso sul tavolo e la schiena piegata in avanti.
Pensavo..a tante cose..
Rimuginai..su tante cose..
E le lacrime continuavano imperterrite ad uscire dai miei occhi, ormai con delle cornee arrossate..

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Spazio dell'autrice

Buona sera *3*
In questi giorni l'ispirazione è nell'aria uwu
Beh, se volete votatemi e scrivete nei commenti un parere su questa mia storia!
Spero vi piaccia >^<
Detto questo, buona notte a tutti!

Un Fulmine A Ciel Sereno ¦ ☆KageHina☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora