Capitolo 8: Parte 5

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Continuai ad accarezzarlo in silenzio.
Entrambi stavamo in silenzio.
E nel frattempo, il tempo passava.

5:58

Ed entrambi, non ce ne accorgemmo.
Un'ora, e non avrei più rivisto Hinata.

È che..quei suoi capelli..così morbidi..
Semplicemente mi mandavano il cervello a puttane.
"Come fai ad avere i capelli così morbidi.." Pensai, mentre socchiudevo gli occhi, fissando quella testolina arancione.
Beh, anche i miei capelli sono morbidi, però ne ho molti di meno rispetto a lui, chissà da quanto tempo era che non se li tagliava.
Ed intanto, il rosso, sembrava caduto in uno stato di trance.

Forse gli piacevano le carezze.
Forse ne aveva bisogno.
Forse anche io ne avevo bisogno.

Volevo dirgli qualcosa come tipo "Ehi, sai che ho bisogno di affetto anche se non lo do a notare? Potresti abbracciarmi e coccolarmi fra le tue piccole braccia?"
Ecco, proprio questo.

Non l'avrei rivisto molto presto.
Dovevo abbracciarlo, come minimo.

All'improvviso, la voce di Hinata scacció tutti i pensieri che affollavano la mia mente. «Kageyama.. posso schiacciare su qualche tua alzata..?» Mi chiese titubante e con tono di voce basso. «Sto..meglio..» Continuó tenendo la testa bassa, visto che io avevo ancora le mani tra i suoi capelli.

Io annuii, togliendo lentamente le mani da quel cespuglio arancione e portandole sulle mie cosce.
«La palla..è ancora in camera tua, giusto?» Gli chiesi, giusto per essere sicuro.
Lo vidi annuire, quindi mi alzai, raccomandandogli: «Se senti anche del minimo dolore dimmelo, ci fermeremo immediatamente.» E detto questo, uscii dal salotto e salii le scale, andando nella sua camera e recuperando il pallone rimasto a terra.
Feci un sospiro vedendo i cocci del vaso che prima Hinata aveva rotto. «Che idiota, mi fa solo preoccupare.» Mormorai, stringendomi un poco nelle mie spalle.
Pulii la palla "accarezzandola" con entrambe le mani e successivamente scesi le scale, cercando il rosso con lo sguardo, non trovandolo.
«Oi idiota di un Hinata, ora dove ti sei cacciato?» Feci un profondo sospiro, grattandomi la nuca per l'esasperazione.
Vidi un cespuglio arancione sbucare dalla porta di ingresso.
«O-oh Kageyama! Sono qui fuori!» Ridacchió, guardando di lato. «Su, vieni!».
Roteai gli occhi al cielo, poi con un sorriso quasi impercettibile uscii dalla sua casa e lo seguii.

Andammo sul giardino sul retro, dove era presente uno spiazzo abbastanza grande al centro fatto di ghiaia grigio chiaro.
Alla sinistra c'era un piccolo edificio in legno, dove suo nonno teneva delle gabbie minute con degli uccellini da richiamo, che usava quando andava a caccia.
Nel piccolo edificio c'erano anche attrezzi da lavoro, un incubatrice e vasi di fiori sporchi di terra e vuoti ammucchiati in un angolo.
Invece alla destra c'era una striscia di erba, dove erano piantati numerosi alberi molto alti, tra cui qualche acero e.. una quercia, se non sbaglio. Dietro, una siepe anch'essa abbastanza alta, molto rigogliosa.
Al centro di una piccola striscia di erba, era presente un vecchio tavolo in pietra circolare, che reputavo molto affascinante.
Era anche avvolto da dell'edera alla base mentre, in molti altri punti, erano in alternanza muschio fresco e secco. Però nel contesto, era anche pieno di graffi, scheggiature.. anche delle piccole bruciature qua e là, probabilmente di sigaretta.

Raggiunsi Hinata al centro dello spiazzo in ghiaia con il pallone.
Si stava già scaldando.. saltellava come un rana dovunque.
«Oi, Hinata! Non serve che ti scaldi in questo modo!» Lo rimproverai sospirando e lui geló.
Si mise in piedi, dritto come un soldatino.
«Oookey!» Disse, preparandosi poi con le gambe leggermente piegate e cominciando ad assumere leggera concentrazione.
Gli passai la palla, che lui prese al volo.
Mi accorsi che cercò di prenderla con la mano sinistra, più che altro.
Me la ripassó lentamente, io alzai le braccia e le mani verso la palla che stava arrivando, pronto per palleggiare. Spiegai tutte e dieci le dita e gli alzai la palla con una parabola morbida e abbastanza alta.
Di sicuro non volevo si facesse ancora più male di quel che aveva già.
Lui prese la rincorsa e saltò, come suo solito, davvero in alto; caricó la mano destra dietro di sé e.. SBAM! La palla venne schiacciata con forza a terra, mentre lui atterrò stringendo i denti.
«Hinata, tutto bene?» Assottigliai lo sguardo, osservandolo.
«H..hāi!» Disse, tirando su la testa e sorridendomi determinato.

Io gli rivolsi un lieve sorriso.

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Spazio dell'autrice
MA EHI GENTEH Tuuutto bene? Spero di si~ eccoci con un nuovo capitolo.. stellinate e commentate in tanti!💗
400 e più visual, sclero davvero.

Un Fulmine A Ciel Sereno ¦ ☆KageHina☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora