CHAPTER SIXTEEN

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I due giorni successivi passarono in fretta e i gemelli - soprattutto Kim - non causarono altri problemi.

Poiché Yura aveva informato Jimin che lei e Jun sarebbero tornati a prendere i bambini la mattina presto, dovette sopportare i bambini che continuavano a lagnarsi, perché non volevano svegliarsi. In più anche Yoongi aveva detto di volerli salutare.

"Andiamo, Kim, alzati. Tua madre sarà qui tra meno di quindici minuti e le dirò tutto quello che hai fatto venerdì se non cominci a vestirti. Tu non vuoi questo, vero?"

Kim entrò nel panico e scosse la testa, immediatamente saltando fuori dal letto e andando verso Jimin in modo che potesse vestirla.

Nel frattempo, Yoongi era occupato a preparare la colazione per Jae, che stava aspettando in silenzio i suoi cereali.

"Perché sei così triste, piccolo?" chiese Yoongi, mentre posava di fronte a lui la ciotola, dandogli un pizzicotto sul naso.

"Sono triste, perché non voglio andarmene." sospirò Jae, giocherellando con i cereali e fissandoli in modo drammatico. "Voglio trascorrere più tempo con te e zio Chim."

Yoongi prese posto accanto e lui e gli pizzicò giocosamente il fianco, guadagnandosi un piccolo sorriso da parte del bambino.

"Questo non è il mio Jae. Dov'è andata a finire la soffice pallina felice, huh?"

Jae si strinse nelle spalle, mentre cominciava a mangiare, le lacrime che minacciavano di cadere.

"Hey, non piangere." disse teneramente Yoongi, mentre faceva sedere il bambino in grempo - la schiena di Jae premuta contro il suo letto - e gli massaggiò le spalle in modo rilassante. "Tu e Kim potete venire qui quando volete."

"Davvero?" Jae voltò la testa per guardarlo con un bagliore di speranza negli occhi. "E ci comprerai di nuovo i dolci? Giocherai a nascondino con noi come hai fatto ieri?" continuò il piccolo, un adorabile sorriso piazzato in viso.

"Certo che lo farò." rispose dolcemente Yoongi, dandogli un bacetto sulla testa e arruffandogli i capelli subito dopo. "Ma fino ad allora devi promettermi che ti prenderai cura di tua sorella e non la lascerai fare cose brutte, okay?"

"Okay." annuì Jae, ritornando alla sua ciotola e infilandosi in bocca un cucchiaiata di cereali.

Poco dopo i restanti due si unirono a loro e finirono di mangiare giusto in tempo prima che Yura e suo marito arrivarono alla porta.

Quando Jimin la aprì, Kim e Jae urlarono di felicità, quando Yura prese in braccio Jae e Jun fece lo stesso con Kim.

"Ci siete mancati così tanto, bambini." sospirò Yura, baciando la guancia di Jae e quasi soffocandolo in uno stretto abbraccio.

"Anche voi ci siete mancati." ridacchiò Kim, mentre il padre le lasciò un bacio sul naso, e avvolse le braccia intorno al suo collo.

"Ti ringrazio davvero tanto per averli tenuti d'occhio." sorrise Jun a Jimin e Yoongi. "Hanno fatto da bravi?"

Jimin si scambiò un'occhiata con Kim, riflettendo se rivelare o meno come si era comportante, ma non appena lei gli rivolse uno sguardo da cucciolo, decise di non dire niente.

"Sì, hanno fatto da bravi. Non ho mai visto dei bambini così obbedienti." mentì Jimin, facendo l'occhiolino a Kim.

Kim sorrise dolcemente e gli mandò un bacio volante prima di voltarsi di nuovo verso Jun. "Papino, dato che siamo stati così bravi, potresti comprarmi la nuova edizione di barbie? Ne ho bisogno per la mia collezione."

"Certo, piccolina. Qualsiasi cosa per te."

Jimin sbuffò, evitando i loro sguardi, mentre porgeva a Jun e Yura le valigie dei gemelli.

"Noi andiamo adesso, dato che siamo stanchi per il viaggio. Bambini, dite ciao ciao a zio Chim e Yoongi hyung."

Jae diede un leggero bacetto sulla guancia di Yoongi e lo abbracciò, mentre Kim faceva lo stesso con Jimin.

Dopo essersi salutati, se ne andarono e i due sospirarono di sollievo non appena chiusero la porta.

"Posso tornare a dormire adesso?" chiese Yoongi, mentre buttava il braccio intorno alle spalle di Jimin e posò la testa sull'incavo del suo collo.

"Sì, puoi. Ma io dovrei cominciare a fare i bagagli, perché il tuo nuovo compagno di appartamento verrà qui questo pomeriggio.

"Pensavo avessi cambiato idea." borbottò Yoongi contro il suo colpo e strinse ulteriormente Jimin.

"Mi dispiace, Yoongi, ma non c'è modo di tornare indietro. L'ho già detto a Namjoon."

Yoongi sospirò e fece un passo all'indietro, incamminandosi pigramente verso il divano.

"Come si chiama?"

"Hwang Tiffany. Viene dall'America, ma si trasferisce in Corea per la scuola?"

"Va a scuola? Ma che diavolo, Jimin, non ho intenzione di farle d babysitter." sussultò Yoongi.

"Dio, no, ha ventitré anni. Viene qui per insegnare inglese." rise Jimin, sedendosi vicino a lui. "Sii gentile con lei, okay?" continuò, giocherellando con la mano del più grande. "Metti in gioco tutto quello che ti ho insegnato e la conquisterai in men che non si dica."

Yoongi annuì lentamente, evitando gli occhi del minore. "Jimin, e se io non-"

L'altro grugnì e lo interruppe, posandogli la mano sulla bocca e sorridendo. "Andrà alla grande, Yoongs, non ti preoccupare. Credo in te."

In seguito si alzò e si diresse nella sua stanza per impacchettare le sue cose, lasciando Yoongi da solo con i suoi angoscianti pensieri.

"E se io non volessi più le ragazze?"

how to treat a girl ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora