CHAPTER EIGHTEEN

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"Ciao, amore." salutò Jimin il suo fidanzato, non appena si sistemò sul sedile del passeggero.

"Hey." rispose a malapena Namjoon, continuando a digitare al telefono e a sorridere inconsciamente allo schermo.

"Chi è?" chiese Jimin, protendendosi in avanti e provando a vedere chi era la persona con cui Namjoon messaggiava così impazientemente.

"Nessuno." esclamò inaspettatamente il maggiore, bloccando il telefono e infilandoselo nella tasca della giacca, e fulminò Jimin. "Fatti gli affari tuoi."

"Cavolo, okay, ero solo curioso." Jimin alzò gli occhi al cielo, mentre accendeva la radio, poggiandosi sul sedile.

Namjoon si schiarì la gola, mentre metteva in moto l'auto, cambiando argomento.

"Com'è la ragazza?"

"Tiffany? Sembra simpatica." Jimin si strinse nelle spalle, guardando distrattamente fuori dal finestrino.

"Sono sicuro che con l'aiuto che hai dato a Yoongi in questo arco di tempo, la conquisterà in men che non si dica."

"Già..."

Namjoon sbirciò leggermente il suo ragazzo, notando la sua improvvisa mancanza di gioia e allegria - il che non capitava spesso.

"Hey, stai bene?" domandò, posizionando una mano sulla sua coscia e stringendola un po'. "Sei arrabbiato con me per aver urlato?"

"No, va bene, lo capisco se non vuoi che mi intrometta nei tuoi affari personali..." disse Jimin con un profondo sospiro, abbassando lo sguardo sulla mano di Namjoon e spingendola lentamente, posandola sul volante.

"Allora cosa c'è che non va?"

"Sono solo stanco, tutto qua."

Namjoon era sul punto di rispondere, quando il suo telefono cominciò a squillare nella sua giacca.

"Posso rispondere io." si offrì Jimin, indicando la tasca.

"No, va bene, risponderò più tardi, quando arriveremo."

"Parlando dell'arrivo, mi aiuterai a disfare i bagagli, per favore?" Jimin si protese verso l'altro, facendo a Namjoon lo sguardo da cucciolo.

"Come potrei rifiutare un fidanzato tanto carino?" sorrise il più grande e gli pizzicò la guancia, mantenendo ancora gli occhi sulla strada.

"Non puoi." sorrise Jimin orgogliosamente, mentre tornava al suo posto, mormorando le parole della canzone che veniva trasmessa in quel momento.

Circa una mezz'ora più tardi, arrivarono a destinazione e Jimin mise immediatamente piede fuori dalla macchina, andando a prendere i suoi bagagli.

"Joonie? Non vieni?" alzò la voce, avendo difficoltà con le sue due pesanti valigie tutto solo.

Il maggiore - che ancora una volta era stato distratto dal telefono - alzò lo sguardo su Jimin per un breve momento. "Veramente adesso devo andare." urlò di rimando, facendo lamentare Jimin e lasciare i suoi bagagli lì, mentre si avvicinava a Namjoon.

"È davvero urgente?" domandò, fastidio chiaramente presente nel suo tono di voce.

"Sì, piccolo, lo è. Mi dispiace che tu debba disfare tutto da solo." Namjoon gli diede una pacca sulla schiena, porgendogli le chiavi del suo appartamento. "Proverò a tornare il prima possibile, okay?"

"Come ti pare." borbottò Jimin e si voltò per andarsene.

-

"Dimmi ancora una volta, perché volevi vedermi? Dico, ci siamo visti prima, al lavoro. Oppure sua altezza sentiva la mia mancanza così tanto?" rise Namjoon, occupando la sedia di fronte a Jin.

Quest'ultimo ovviamente non era divertito, poiché lanciò a Namjoon un'occhiata disgustata, scuotendo la testa.

"Ti ho chiesto di venire qui, perché ho una cosa seria da dirti, ma suppongo che mo aspettavo fin troppo da te." rispose, facendo per alzarsi.

"No, aspetta!" Namjoon afferrò velocemente il suo polso, guardando Jin con occhi supplicanti. "Stavo solo scherzando. Sarò serio, se è questo che vuoi." fece un cenno del capo e fortunatamente Jin si sedette di nuovo.

"Andrò dritto al punto, anche se potrebbe sembrare strano e tu probabilmente darai di matto per quello che ti sto per chiedere di fare...ma ho davvero bisogno di aiuto." cominciò Jin, torturandosi le dita per il nervosismo - una sua cattiva abitudine che Namjoon aveva notato da quando si erano conosciuti.

Il minore poggiò la mano sopra quella di Jin, sorridendogli in segno di incoraggiamento. "È okay, hyung. Ti ascolterò e ti aiuterò se posso."

Jin annuì e sorrise in risposta, proseguendo. "I miei genitori verranno qui per una settimana e volevano sistemarmi con questa ragazza, però io ho detto che ho un fidanzato, il che non è vero, poiché nessuno vorrebbe una persona maleducata, autoritaria e difficile come me..." alzò gli occhi, solo per incontrare lo sguardo di Namjoon e un sorriso compiaciuto. "Quindi mi chiedevo se tu volessi fare la parte del mio fidanzato per una settimana?"

Namjoon si appoggiò allo schienale della sedie, continuando a sorridere maliziosamente a quello davanti a lui. "Io cosa ne ricavo?"

"La mia bellissima e stupenda faccia non è abbastanza per te?" ansimò Jin, sentendosi offeso. "Okay, bene, ti pagherò."

"Perfetto, amore." Namjoon sorrise amabilmente e intreccio le dita di Jin con le sue, baciandogli il retro della mano. "Amo il mio bellissimo piccolo così tanto."

"Non adesso, idiota." Jin arrossì per l'imbarazzo e ritirò la mano, guardandosi intorno nella caffetteria e sospirando di sollievo, quando realizzò che nessuno aveva notato il gesto di Namjoon. "Ti chiamerò quando avrò bisogno di te." disse, alzandosi e girando sui tacchi, lasciando Namjoon da solo.

"Qualsiasi cosa voglia la mia principessa." disse Namjoon - nonostante Jin non avrebbe potuto sentirlo - posando il mento sul palmo della propria mano e osservando Jin fino a quando non sparì del tutto.

how to treat a girl ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora