CHAPTER TWENTY ONE

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Jimin era raggomitolato nel letto, avvolto nella coperta, mentre guardava distrattamente la tv con un broncio in viso.

Namjoon non era ancora rientrato a casa, nonostante fossero le otto passate e avesse affermato che questa volta non avrebbe tardato.

Ma comunque Jimin non voleva assolutamente chiamarlo né scrivergli un messaggio. Forse stava ancora lavorando e chiamare Namjoon gli avrebbe solo recato disturbo. Forse il maggiore aveva una ragione valida per non essere ancora lì.

Afferrò il telefono, passando le dota sullo schermo, mentre la sua mente vagava da qualche altra parte. Erano ormai passati tre giorni da quando Yoongi si era ubriacato e gli aveva mandato quei messaggi. Dopo di ciò non accadde più nulla. Si chiese se Tiffany avesse letto i messaggio, poiché quella volta aveva risposto al telefono.

Jimin non poteva mentire, gli mancava con tutto il cuore vivere con Yoongi. Un dolce sorriso si fece strada sulle sue labbra, mentre pensava alle poche settimane che aveva passato con Yoongi prima di partire, quando erano più vicini che mai. Per quanto non volesse ammetterlo, sapeva di aver sviluppato una piccola cosa per il più grande. Sarebbe stato impossibile non averlo fatto, con tutte le attenzioni e l'affetto che aveva ricevuto da parte di Yoongi. Si sentiva sinceramente felice ad essere tra le sue braccia - più felice di quanto fosse adesso tra quelle di Namjoon, questo era sicuro.

Ovviamente, Jimin era ben consapevole che si sarebbe dovuto liberare di quelle farfalle nello stomaco che si presentavano ogni volta che pensava a Yoongi, perché uno: aveva un fidanzato che amava - anche se Namjoon diventava ogni giorno più distante - e due: Yoongi era più etero che altro, non importava quanto a Jimin sarebbe piaciuto che non lo fosse.

Dopotutto, quello che desiderava davvero per Yoongi era che fosse felice e finalmente trovasse la persona giusta per lui. Sperava solo che la loro finta relazione si fosse rivelata utile per Yoongi e non fosse stato tutto invano.

-

Nel frattempo, Namjoon e Jin si trovavano attualmente nella casa del maggiore, aspettando che arrivassero i suoi genitori.

Jin percorreva la cucina in lungo e in largo, solo perché tutti i piatti fossero pronti per il loro arrivo, mentre Namjoon era seduto con il mento poggiato sul palmo della mano, osservando amorevolmente ogni passo di Jin.

"Potresti smettere di fissarmi e venire a darmi una mano?" sospirò Jin esasperatamente, incrociando le braccia e fulminando l'altro.

"Certo, devi solo chiedere, principessa." Namjoon gli fece l'occhiolino e sorrise, alzandosi in piedi.

"La smetti di chiamarmi cosi?" Jin inarcò un sopracciglio, guardando il minore con un'espressione divertita sul viso. "Mi fa sentire a disagio."

"A disagio?" ridacchiò con voce roca, avvolgendo una mano intorno alla vita di Jin e posando l'altra mano sulla sua guancia, accarezzandola delicatamente con il pollice. "Dove?"

Jin sbuffò, ma decise di partecipare anche lui con lo scopo do terminare il piccolo giochetto di Namjoon. Mise su un sorriso dolce, ma finto, mettendo le braccia intorno al collo di Namjoon e incatenando gli occhi ai suoi. "Di sicuro non dove pensi tu." Diede una breve sbirciatina alle labbra di Namjoon prima di continuare. "Non sono attratto da te in alcun modo."

Namjoon portò il viso ancora più vicino - se questo fosse possibile, e i loro nasi si sfioravano leggermente l'uno con l'altro, mentre i due mantenevano il contatto visivo.

"E se lo fossi io?" sussurrò Namjoon, la sua presa su Jin che diventava sempre più rigida.

Il più grande ridacchiò, protendendosi in avanti, e non appena le loro labbra erano sul punto di toccarsi, si fermò. "Peccato che tu abbia un fidanzato."

how to treat a girl ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora