Adrien arrivò alla limousine parcheggiata fuori dal parco con il fiato corto e le guance arrossate per via della corsa. Nathalie, non appena lo vide arrivare, scese dall’auto per andare ad aprire la portiera del ragazzo. Tentò di nascondere il suo profondo disgusto quando il ragazzo le si presentò davanti tutto sudato. Adrien se ne accorse ma alzò gli occhi al cielo e non prestò molta attenzione alla ramanzina della donna. Dopo un breve tragitto in macchina , arrivò finalmente a casa. Oltrepassato il portone si ritrovò all’ingresso. Fece vagare lo sguardo attorno. La casa era la stessa di tutti i giorni, dai colori tenui e deprimenti, troppo grande per un ragazzo solo. Ma in quel momento i toni neutri cominciarono a prendere, agli occhi del ragazzo, sfumature allegre e colorate. La casa si riempì di colori e Adrien si trovò li davanti, in cima alle scale, Marinette, come in una visione, bellissima e sorridente che con il suo sorriso solare e genuino riportava vita dentro quella casa. Adrien chiuse gli occhi. Quando li riaprì la casa era tornata cupa e deprimente come ogni giorno. Sbuffò e si diresse a grandi passi verso camera sua. Una volta entrato si chiuse la porta alle spalle, buttò con noncuranza la cartella sul letto e si sedette davanti alla scrivania. Sospirò profondamente. In quel momento Plagg fece capolino dalla cartella, con uno sguardo affranto e l’aria mogia mentre si massaggiava la testa per la botta “Nella tua borsa non è rimasto nemmeno un pezzetto di camembert…” disse sospirando “e io adoooro il camembert!” Adrien si voltò verso di lui e gli lanciò un’occhiata di rimprovero “Sei riuscito a finire due forme di Camembert in mezza giornata??” chiese stupito. Plagg fece finta di non sentire e svolazzò per la stanza. “Se non hai nulla da fare potresti uscire e comprarmi del camembert…” propose speranzoso il goloso kwami. “L’ho detto e lo ripeto Plagg: tu ragioni solo con il tuo stomaco” disse Adrien alzando gli occhi al cielo “e comunque non stò fermo qui a fare niente. Stò pensando.” “Ahhh…” fece Plagg, annuendo poco convinto “e si può sapere a cosa stai pensando? Forse al fatto che hai una clamorosa cotta per una supereroina mascherata di cui non conosci l’identità – e alla quale, per la cronaca, non hai ancora dichiarato il tuo amore – ma che stai scoprendo di provare qualcosa anche per un’altra ragazza?” concluse Plagg mentre, tirata fuori la confezione vuota del camembert, tentava di raccogliere le ultime briciole. “Così non aiuti Plagg…” lo rimproverò Adrien lanciandogli un’occhiataccia “non capisco cosa c’è fra me e Marinette… non sono sicuro che lei mi piaccia… ohh quanto è complicato l’amore…” sospirò infine accasciandosi sulla sedia e buttando la testa all’indietro. “Te l’ho sempre detto amico” disse Plagg svolazzandogli davanti alla faccia “molto meglio il camembert” concluse sognante. “Nahhh” gli rispose Adrien scoppiando a ridere. “Forse dovrei davvero lasciar perdere Ladybug… insomma potremmo semplicemente essere buoni amici… ma tentare di conquistarla è davvero un’impresa impossibile… è più semplice combattere i super cattivi” disse mogio “insomma lei non mi dice molto di se stessa ma da quel poco che ho capito so che le piace un ragazzo. Le piace da morire in realtà. Una volta mi ha detto che ‘era il ragazzo più fantastico che esistesse sulla faccia della terra’ poi ha aggiunto ‘ti voglio molto bene, micetto, ma se lo conoscessi sapresti di cosa parlo… lui… è unico e speciale. E anche se magari lui non si accorgerà mai del mio amore vale davvero la pena continuare a provare’ ti rendi conto? E vorrei proprio sapere chi è questo ragazzo così tonto da non accorgersene…” Si alzò dalla sedia e prese il pallone da basket che aveva appoggiato vicino al letto. Quando il padre gli aveva arredato la cameretta Adrien aveva insistito affinché aggiungesse anche un canestro appeso al muro, e perciò aveva un pallone gonfio sempre pronto in camera, per fare due tiri. Tirò. Segnò. Tirò di nuovo. Segnò di nuovo. Ad ogni canestro lasciava che la rabbia e la frustrazione che si teneva dentro uscissero fuori. Mentre segnava pensava a Ladybug. A quel sorriso che l’aveva fatto innamorare. Quel coraggio, la voglia di salvare la situazione, l’intelligenza spiccata. Non riusciva a non pensare alla supereroina mascherata. Ma lei aveva in testa un altro. Una lacrima scese giù dal volto di Adrien. Sbagliò la mira e la palla colpì una mensola. La mensola vibrò un poco e così un biglietto a forma di cuore scivolo giù. Adrien lo raccolse e lo riconobbe al primo sguardo. Era un biglietto anonimo che gli era stato recapitato il giorno di San Valentino. Il giorno in cui Ladybug lo aveva baciato per rompere l’effetto di Dark cupido su di lui. Il biglietto riportava una poesia, in risposta ad un’altra poesia che lui stesso aveva composto per Ladybug, ma che non le aveva mai consegnato. Ed ora si chiese se davvero quel biglietto venisse dalla supereroina mascherata, come aveva sperato per molto tempo. Ma in quel momento il dubbio cominciò ad insinuarsi fra i suoi pensieri. Quella coccinella che si era posata sopra al biglietto quando lo aveva letto, non significava nulla, non era una prova inconfutabile che quel pensiero venisse da Ladybug. Si sdraio sul letto e chiuse gli occhi. “Non dovresti buttarti giù in questo modo” lo rimproverò Plagg, afferrando il biglietto a forma di cuore e riportandolo sopra la mensola “sei un ragazzo famoso, fai servizi fotografici per riviste e cartelloni pubblicitari, tutte le ragazze ti adorano e tu cosa fai? Vuoi conquistare l’unica – e dico l’unica su un milione – che per te prova solo un profondo legame d’amicizia. Lascia che io te lo dica… sei proprio un ragazzo strano”. Adrien continuò a tenere gli occhi chiusi e scosse la testa. Poi ispirò profondamente, si riempì i polmoni d'aria. Poi espirò sperando di riuscire a buttare fuori anche tutte le brutte sensazioni. “Plagg, oggi ho combinato proprio un pasticcio.” disse infine riaprendo gli occhi “Magari adesso Marinette pensa di piacermi… o magari neppure io piaccio a lei… cosa mi è saltato in testa quando ho provato a baciarla? Era una strana sensazione, non saprei spiegarla… tu ti sei mai innamorato, Plagg?” chiese ad un certo punto il ragazzo al suo kwami. Plagg lo guardò e spalancò gli occhi verdi. Adrien lo vide arrossire leggermente. Poi sussurrò un nome. “Tikki...” disse il piccolo gatto abbassando lo sguardo. Adrien non capì “Che cosa hai detto?” domandò curioso. Ma il kwami scosse la testa e rispose “No no niente. Stavo pensando che conosco un modo fantastico per scacciare i malesseri amorosi”. Adrien lo guardò spalancando gli occhi: “Davvero?” chiese. “Ma certo” rispose il kwami sorridendo con aria furbetta “bastano tre mosse: 1) uscire di casa; 2) comprare del camembert; 3) mangiarloooo”. Adrien scoppiò in una fragorosa risata “D’accordo piccolo golosone” acconsentì poi. Uscì dalla stanza con il morale già risollevato. Mentre lui e il suo kwami uscivano dalla grande casa Adrien giurò di averlo sentito dire “Non sai quanto ne ho mangiato dopo che mi hai lasciato Tikki…” ma dopo un attimo di esitazione alzò le spalle ed evitò di fare domande.
Spazio Autrice
Spero che quesro capitolo vi piaccia, ho deciso di aggiornare oggi perché domani vado al mare e molto probabilmente non avrò internet. Comunque, ho inserito anche una piccola love story fra i kwami perché li adoro troppo inisieme 😍😍
Prossimo capitolo Martedì ❤ commentate se il capitolo vi è piaciuto (e anche se trovate qualche errore di grammatica *sorride imbarazzata e arrosisce*) Grazie per l'attenzione *spegne l'altoparlante* *applausi* 😂😂
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Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat Noir
FanfictionTira aria d'estate a Parigi e Marinette e Adrein si preparano a godersi le meritate vacanza. Intanto i loro eroici alter ego vegliano sulla città di Parigi perché si sa, il crimine non riposa mai. Ma sarà davvero così? A Parigi non ci sono tracce di...