Capitolo 15 : "L'amore è... una notte solo nostra"

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Spazio autrice

Allora... scusate tantissimo per non aver aggiornato regolarmente in questi giorni ma il fatto è che fra scuola e sport sono impegnatissima e non ho mai un secondo lihero. Per questo pensavo di cominciare ad aggiornare una volta alla settimana (tutti i giovedì verso le 5.30) così posso ricominciare ad aggiornare regolarmente senza saltare giorni ecc... ovviamente ci saranno occasioni in cui aggiornerò random in mezzo alla settimana ma non so quando succederà. E... niente non uccidetemi e buona lettura ❤😂

“Ecco il bar” esclamò Adrien dopo venti minuti buoni di camminata. Marinette sorrise in maniera furbetta e gli sfiorò con un tocco il naso. “Non doveva essere ‘poco lontano’?” chiese sorridendo. Lui alzò gli occhi al cielo fingendo di essere annoiato e rise. “Volevo passare più tempo da solo con te…” disse mentre le avvolgeva un braccio intorno ai fianchi e la attraeva a se. Lei sorrise. Si avvicinò piano piano e lasciò che le loro labbra aderissero perfettamente. Marinette lasciò che Adrien la baciasse con foga, mentre assaporava le labbra di lui. Sapevano di sale. Eppure non le erano mai sembrate più dolci. Quando si staccarono lui le prese la mano e insieme entrarono nel bar. Era semi vuoto e l’aria era impregnata di un forte odore misto a caffe e fritto. L’insieme, per quanto risultasse sgradevole, conferiva al bar un’aria invitante. “Due toast prosciutto e formaggio” chiese Adrien gentilmente avvicinandosi al bancone. L’uomo dietro di esso era grosse e alto, portava un grembiule macchiato e un cappello da chef in testa. Rispose con un mugugno alla richiesta del ragazzo e in un battibaleno servì ai due, due toast fumanti. “Grazie” rispose Marinette con un sorriso. Insieme i ragazzi addentarono i panini mentre uscivano dal bar. Quando ritornarono in spiaggia i panini erano spariti nei loro stomaci almeno da quindici minuti. I due arrivarono all’ombrellone ignorando le occhiate di rimprovero che Nathalie lanciava loro. “Hai intenzione di passare tutto il pomeriggio a prendere il sole come fanno tutte le ragazze?” chiese Adrien guardando Marinette divertito. Lei rise gli poggiò le mani sul petto. “Non so che ragazze hai conosciuto…” disse “Ma comunque io non sono come loro”. E cominciò a correre verso l’acqua. Adrien rise e la seguì. “Sei fantastica” disse abbastanza forte per farsi sentire da tutta la spiaggia. Entrarono in acqua. Era ancora più gelata di quanto non si ricordassero. Ma marinette non esitò un secondo e cominciò a schizzare Adrien che, ridendo, corse da lei, rincorrendola. Lei scappava, lui la rincorreva. Poi quando lei si fermava cominciava a schizzarlo, per rallentarlo. “Non mi prenderai” disse lei ridendo. Lui guardava la sua silouette muoversi nel mare con leggerezza e delicatezza, mentre la rincorreva divertito. “Si invece” replicò. Spiccò un balzo e le fu dietro. La prese per i fianchi e la attrasse a se, mentre la avvolgeva con le sue braccia. Rimasero per un po’ così, mentre lui le baciava il collo e le spalle. Marinette si lasciava coccolare, con gli occhi chiusi e le labbra increspate in un sorriso. Passarono tutto il pomeriggio così, a tratti giocando, a tratti coccolandosi dolcemente. Quando cominciò a farsi tardi Nathalie li chiamò dalla riva. “È ora di andare” disse Adrien. “Resti a dormire da me anche stasera?” chiese poi. Lei lo guardò e sorrise. “Va bene” rispose mentre gli stampava un bacio sulle labbra. I ragazzi si asciugarono e poi si diressero alla limousine. Marinette si chiese se fosse rimasta parcheggiata lì sin da quella mattina. Scacciò la domanda inutile con un cenno del capo e salì in macchina. “È stato fantastico” sussurrò lei, con le labbra premute sull’orecchio di Adrien. “Tu sei fantastica” replicò lui accarezzandole la guancia. Avrebbe voluto dire qualcos’altro. Ma la bocca si riempì del sapore dei baci.

Doveva esserci un modo. Doveva esserci. Diavolo. Erano ore che Chloe si spremeva le meningi in cerca di un idea eppure non riusciva a trovare un modo efficace per riprendersi Adrien. “Sabrina, datti da fare, per l’amor del cielo!” esclamò spazientita la bionda. “Mi dispiace Chloe” fece lei scuotendo il caschetto di capelli rosso-arancio “l’unica cosa che dice qui” disse indicando il cellulare, aperto su un sito internet “è che bisogna far ingelosire la ragazza, in modo che i due si lascino. Ma deve essere qualcosa di veramente eclatante…”. Un’idea geniale balenò in testa alla bionda “Un bacio!” esclamò all’improvviso la ragazza, con un colpo di coda “Se lei mi vede baciare Adrien, non potrà mai perdonarlo”. “Si…” sghignazzò Sabrina spegnendo il cellulare. Anche Chloe rise. Ce l’aveva. Aveva l’idea. E sapeva anche quando attuare il piano. Al ballo. Al ballo di fine anno. La ragazza rise di nuovo. Presto le cose sarebbero cambiate.

Adrien e Marinette arrivarono a casa dopo un paio d’ore di viaggio. “Vieni” le disse Adrien, mentre la portava in camera sua “possiamo rilassarci un po prima della cena e potremmo toglierci di dosso i costumi bagnati.” Marinette gli sorrise e Adrien la guardò dolcemente. Marinette guardò quegli occhi, e un desiderio si insinuò dentro di lei. Marinette tentò di scacciare il pensiero dalla testa. No no. Non potevano farlo. Stavano insieme da così poco. E non era neppure sicura che Adrien lo volesse. Eppure per quanto tentasse, non riusciva a spegnere il desiderio che le ardeva dentro. Entrarono in camera di lui. “Marinette, tutto a posto?” chiese lui, vedendola strana. Lei annuì poco convinta. Era completamente persa in pensieri che mai avrebbe pensato di fare prima. A riportarla alla realtà fu la voce di Adrien “Marinette che dici, questa o quest’altra?” chiese indicando due camicie che aveva tirato fuori dal cassetto e che aveva appoggiato sullo schienale di una sedia. “Provati un attimo quella di destra” disse Marinette, indicando la camicia bianca molto semplice con righine azzurre che la tagliavano in verticale. Mentre Adrien la indossava la ragazza sfilò la maglia e i pantaloncini e si guardò intorno, cercando di trovare gli indumenti con cui aveva dormito la notte precedente. Ma dove diavolo erano finiti? “Allora, come sto?” chiese Adrien riscuotendola ancora una volta dai suoi pensieri. “È perfetta” fece lei guardandolo. “È per il ballo?” chiese lei. Lui annuì. “Adrien?” chiese di nuovo lei leggermente imbarazzata. “Si?” replicò lui, alzando la testa dal cassetto, dove stava cercando una cravatta. “Dove… dove sono i vestiti con cui ho dormito ieri?” chiese. Adrien s alzò e si guardò intorno stupito. Poi si battè una mano sulla fronte. “Dev’essere stata Nathalie” disse poi “È leggermente fissata con la pulizia. Ma…” si interruppe. Si avvicinò alla ragazza lentamente, le fece scivolare una mano giù per la schiena mentre con l’altra arrotolava i capelli di lei intorno al dito. Lei lo guardò stupita e portò le mani al colletto della camicia che indossava.  “Be insomma…” fece lui sorridendole, mentre la guardava negli occhi “Ne hai proprio bisogno?”. Lei lo guardò. E negli occhi di lui intravide fugace lo stesso desiderio. Avvicinò le sue labbra a quelle di lui. “In effetti” sussurrò Marinette “magari posso farne a meno”. Si baciarono. E in quel bacio tutto sapeva di amore e desiderio. Lui portò le sue mani sulla schiena di lei. La strinse a se, poi tirò dolcemente il laccetto del costume. Cadde a terra con un fruscio, mentre lei cominciava a sbottonare la camicia che lui aveva indosso. Si sedettero sul letto. Ridevano, si baciavano. “Per te è…” sussurrò Marinette fra un bacio e una carezza. “Fantastico? Si” disse lui senza lasciarle finire la frase. Marinette rise e chiuse gli occhi. “Volevo dire la prima volta. Ma fantastico va bene lo stesso.” Disse. E quella notte fu solo loro.

Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora