Capitolo 3 "L'amore è... desiderio"

1.2K 67 1
                                    

Dopo che Adrien si fu allontanato, Marinette rimase per qualche minuto in piedi in mezzo al marciapiedi. Le macchine sfrecciavano veloci sulla strada, ovunque risuonava il fastidioso e assordante rumore dei clacson. Qualcuno la urtò, e farfugliò scuse veloci. Marinette non vi prestava attenzione. Intorno a lei la giornata dei Parigini continuava. Un uomo distinto in giacca e cravatta, avanzava a passo deciso, con un cellulare in mano che squillava in continuazione e un altro cellulare incastrato in maniera precaria fra l’orecchio e la spalla, mentre tentava di rispondere ad entrambi senza far cadere un voluminoso plico di fogli che aveva in mano. Una donna passeggiava con il cane al guinzaglio, tentando di trattenerlo. Un bimbo piangeva disperato strattonando la manica della maglia del papà chiedendo un gelato. Una ragazza camminava mano nella mano con la sua nuova fiamma. Il tempo scorreva ma Marinette rimaneva lì, immobile, frastornata. Come spesso faceva per riportare la sua amica alla realtà, Tikki diede una botta leggera alla gamba di Marinette. Ciò fu efficace, perché la ragazza uscì da quella specie di trance e cominciò a camminare. Cinque minuti dopo era alla boulangerie dei suoi genitori. Entrò e la campanella posta sopra alla porta tintinnò allegramente. “Bonjour Maman, bonjour papa” disse entrando nel negozio. “Ciao tesoro” rispose Sabine, da dietro la cassa del negozio. Stava finendo di servire una cliente ma si prese un attimo di tempo per salutare la figlia con un bacio. In quel momento anche il padre di Marinette fece capolino dalla porta del forno con in mano un vassoio di biscotti appena sfornati. Marinette ne prese un paio, poiché sapeva che Tikki ne era golosa. Salutò anche il papà con un bacio e poi salì le scale sul retro del negozio che portava a casa sua. Entrò in camera e appoggiò la borsa sul letto. Poi prese un piattino di plastica e vi sistemò sopra i biscotti che aveva trafugato. A quel punto con un sorriso soddisfatto sulla bocca, chiamò “Tikkii” poi aggiunse “c’è una sorpresa per tee”. La testa del kwami fece capolino dalla borsetta. Vide i biscotti e i suoi grandi occhi si illuminarono. Marinette rise, mentre Tikki si fiondava estasiata sui biscotti caldi, con le gocce di cioccolato. Mentre il kwami mangiava di gusto, Marinette si sdraiò sul letto guardando il soffitto. Sospirò. Tikki se ne accorse, così posò il biscotto e le svolazzò davanti alla faccia “Marinette…” disse “che cosa c’è che non va? Non dovresti essere felice? Adrien ti ha quasi baciata… e in più passerete insieme la maggior parte dell’estate!” esclamò la piccola kwami su di giri. “Non so se c’è bisogno di tutto questo entusiasmo tikki…” replicò la quindicenne chiudendo gli occhi e scuotendo la testa con aria affranta “l’hai detto tu : mi ha quasi baciata. Ma perché poi è andato via? Non era solo per il telefono… c’era qualcos’altro. Era come se, quando ci siamo avvicinati, lui non mi vedesse…o almeno, non vedeva solo me. Era come… non so, era come se stesse guardando negli occhi qualcun’altra…”. “Cioè gli stava succedendo un po’ quello che stava succedendo a te…” replicò Tikki, che nel frattempo aveva riafferrato il biscotto, con un sorrisetto malizioso “sbaglio o anche tu stavi immaginando di baciare anche un’altra persona?”. Marinette la guardò con occhi colmi di stupore poi ispirò profondamente e annuì piano “Hai ragione Tikki” ammise infine “stavo pensando a Chat Noir.” Fece uba pausa, prendendo un bel respiro, poi continuò “In realtà non so neppure perché… insomma, baciare Adrien è la cosa che più desidero da quando l’ho conosciuto. Invece ho sempre creduto  che quello che provavo per Chat Noir fosse solo un profondo legame d’amicizia. Ma non ne sono più sicura…” disse scuotendo la testa. “Che c’è di male Marinette?” la rassicurò Tikki “sono entrambi molto vicini a te ed entrambi, a quanto pare, provano qualcosa per te. Forse dovresti solo lasciar parlare il tuo cuore.” Concluse soddisfatta. Marinette si mise a sedere sul letto e prese la testa fra le mani “Ma che ne sai tu tikki…” disse affranta. Il kwami ingoiò l’ultimo pezzetto di biscotto e guardò torva Marinette. Poi incrociò le zampine offesa e si girò dall’altra parte “Guarda che anche io ho avuto i miei problemi d’amore, in milioni di anni…” disse. Marinette si accorse del tono offeso della sua piccola amica. Così si alzò dal letto e la prese ne palmo della mano. “Non lo sapevo Tikki” disse con voce dolce “Scusami, ma non me ne avevi mai parlato…” aggiunse curiosa. Un sorriso rischiarò il viso della piccola kwami “Tranquilla Marinette” disse “è acqua passata ormai”. “Sicura che non vuoi parlarmene?” disse Marinette cercando di farla parlare. “L’unica cosa che posso dirti”  disse la kwami, tenendo la giovane sulle spine “è che tanto tempo fa due kwami si erano innamorati di me. Erano il kwami del gatto (ovvero il kwami di ChatNoir) e quello della tartaruga (ovvero il kwami del maestro) …” fece una pausa. “E alla fine?...” chiese Marinette, che pendeva dalle sue labbra. “Alla fine scelsi Plagg. Ma dopo un po (circa mille anni o giù di li) tra noi è finì . Il maestro Fu ci affidò due supereroi da guidare ed eravamo troppo impegnati. È finita così, senza che neanche ce ne rendessimo veramente conto” chiuse gli occhi. Anche se non voleva darlo a vedere, quel ricordo bruciava ancora parecchio. “Mi dispiace Tikki” disse Marinette accarezzandola piano. Poi si chiese se quel nome che Tikki aveva detto – Plagg – fosse il nome del kwami di Chat Noir o del kwami del maestro. Vide il faccino triste di Tikki così non chiese nulla, ma decise che l’avrebbe scoperto da sola. Se c’era qualcosa che poteva fare per la sua piccola amica, allora l’avrebbe fatto. In quel momento Marinette sentì la tasca dei pantaloni vibrare. Dopo qualche istante si rese conto che era il suo cellulare. Lo tirò fuori dalla tasca e guardò lo schermo illuminato. Era una videochiamata da parte di Alya. Per un secondo Marinette fu tentata di non rispondere. Non aveva molta voglia di sentire Alya che la rimproverava ridendo per non aver baciato Adrien. ‘Ma è la mia migliore amica’ pensò la ragazza fra se e se ‘non potrebbe mai giudicarmi. E soprattutto ora ho bisogno di parlare e di sfogarmi’. Ma la speranza di Marinette di potersi sfogare con la sua amica del cuore si frantumò quando, dopo aver schiacciato il tasto verde per accettare la telefonata, si accorse che dall’altra parte del telefono non c'era solo Alya, ma anche Nino. “Ciao ragazzi” salutò Marinette sorridendo. Se Alya fosse stata da sola davanti al cellulare, si sarebbe sicuramente accorta che c'era qualcosa che turbava la sua amica, ma in quel momento, presa com'era da Nino, non se ne accorse. Marinette non poté certo biasimarla. Era felice. E se Alya era felice, allora lo era anche Marinette. Era felice per lei, ovviamente, ma non per se stessa. Lei aveva i suoi bei problemi di cuore. I tre amici si salutarono brevemente. Poi dopo qualche chiacchiera innocente, Nino chiese “Marinette, per caso hai visto Adrien questo pomeriggio? Aveva detto che ci saremmo incontrati al parco ma non è venuto…” Marinette, che fino a quel momento aveva tentato di evitare l’argomento, diventò immediatamente rossa in viso. “Aiha…” commentò Alya con fare scherzoso “abbiamo toccato un tasto dolente a quanto pare”. “Ma no…” disse Marinette cercando di nascondere l’imbarazzo con una risatina nervosa “che dici Alya? Ecco… io… scusate ma mi sta chiamando… ehmm… mia mamma… si si mia mamma… vuole che io mi docci la faccia… no no… mi faccia la doccia… si… ciaoo” e chiuse la telefonata. Emise un lungo sospiro e lanciò il cellulare sul letto. “Che devo fare Tikki??” chiese disperata. La piccola kwami tacque per qualche istante poi sorrise e disse “I compiti per esempio? Non dovevi finire la relazione del libro per domani?”. Marinette rise di gusto. Quando si ricordò della relazione si prese la testa fra le mani “Caspita Tikki! La relazione! Non l’ho nemmeno cominciata!” ‘La solita sbadata Marinette’ pensò il piccolo esserino sorridendo fra se e se. Poi aggiunse “Forza Marinette, al lavoro! Sono sicura che ce la puoi fare”. Marinette la guardò riconoscente “Grazie per il supporto Tikki” disse accarezzandola dolcemente. Prese il portatile e lo aprì su una pagina vuota di Word. Poi, con fare molto teatrale, sospirò, si scrocchiò le dita e le posò sulla tastiera, come se stesse per affrontare la prova più difficile della sua vita. Tikki la guardò con aria interrogativa. Poi la sua espressione divenne di rimprovero . Marinette lo notò e sorrise imbarazzata grattandosi la nuca. Poi posò di nuovo le mani sulla scrivania e le dita cominciarono a volare sulla tastiera.

Spazio autrice

Eccomi con il nuovo capitolo 😃 ricordatevi di commentare se il capitolo vi è piaciuto o in caso troviate qualche errore grammaticale 😅. APPUNTAMENTO A VENERDÌ CON IL CAPITOLO 4😄

Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora