Capitolo 20: "L'amore è... dubbio"

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Il bacio durò per un periodo che parve interminabile. Ladybug cinse con le braccia il collo del ragazzo, che inizialmente simase fermo, senza reagire. Poi, nel giro di qualche secondo, la ragazza sentì le mani di lui posarsi dolcemente sui suoi fianchi e attrarla verso di lui. Quando lei si sentì infine mancare il fiato, si staccò da lui, con il respiro un po affannato. Lui aveva gli occhi chiusi. Lentamente li dischiuse, e la ragazza finalmente li vide. Verdi. Di quel verde brillante che l'aveva sempre inconsapevolmente attratta. Ladybug sorrise, continuando a guardare negli occhi il ragazzo che aveva davanti. "Oh chat..." mormorò, sentendo poi gli occhi riespirsi di lacrime. Gli gettò nuovamente le braccia al collo e si strinse forte a lui. Chat noir la abbracciò forte, riempiendo le narici del buon profumo di lei. Poi le mise la mani sulle spalle, e guardandola negli occhi le disse "ei, ricordi? Avremo un'akuma da sconfiggere" lei sorrise annuendo piano senza staccare gli occhi dai suoi. "Forse poi dovremmo parlare.." aggiunse lui, facendole l'occhiolino. Lei lo guardò ridendo "già hai proprio ragione micetto" poi si asciugò le lacrime con il dorso della mano e alzando il braccio gridò "lucky charm". Pochi istanti dopo aveva fra le mani una pistola  giocattolo di plastica. Guardò il ragazzo con aria interrogativa. Lui alzò le spalle e disse "non guardare me... sei tu quella geniale di solito... forse dovremmo provare ad accenderlo..." concluse con aria interrogativa, alludendo ad un pulsante che si trovava sulla superficie del giocattolo. La ragazza premette il bottone e, dall'estremità del giocattolo, fuoriuscí un fascio di luce colorata. "Forse mi è venuta un idea... " disse la ragazza "ma prima dobbiamo trovare il supercattivo" . Si girò verso il partner con un sguardo d'intesa e lanciò lo yoyo, per raggiungere il tetto di un palazzo li accanto. Parigi, vista dall'alto, era uno spettacolo deprimente. I colori si erano spenti. Tutto era divenuto grigio. "Dobbiamo fermarlo" disse chat noir. Ladybug annuì, scrutando la città alla ricerca del loro obbiettivo. Poco dopo riuscì finalmente ad individuarlo, e i due supereroi si diressero verso di lui.
In un batter d'occhio lo raggiunsero, senza che lui se ne accorgesse, arrivando alle sue spalle. "Sei pronto?" disse Ladybug rivolgendosi a Chat Noir. Lui annuì e lei accese nuovamente la pistola giocattolo. Un fascio di luce colorata fuoriuscì da questa è si andò a proiettare sul muro di un palazzo di fronte a loro. Lo stratagemma sortì l'effetto desiderato, perché quella macchia luminosa attirò l'attenzione del supercattivo, che cominciò a sparare proiettili a raffica per tentare di colpirla. Sfruttando quel momento di disattenzione, Ladybug lanciò lo yoyo e riuscì a sfilare il basco dal capo del pittore. Chat Noir si slanciò in avanti gridando "Cataclisma" e, sfiorando il basco con la punta delle dita, lo distrusse, liberando l'akuma. La supereroina immediatamente catturò l'akuma e la purificò. Poi, grazie al suo "miraculous ladybug" fece tornare tutto alla normalità. Il supercattivo cadde in ginocchio e immediatamente al suo posto ricomparve il giovane pittore, confuso e frastornato. Ladybug gli si avvicinò e gli spiegò la situazione, rassicurandolo che tutto era finito e tornato alla normalità. Jean-jacques ringraziò e si allontanò fischiettando. A questo punto la giovane supereroina si voltò verso il partner, sorridendo dolcemente. Lui le si avvicinò e le offrì il pugno. "Ben fatto" esclamarono all'unisono, ma questa volta tutto sembrava diverso. Era come se nelle loro voci, nei loro sguardi, vi fosse una sfumatura diversa, qualcosa che non avevano mai provato prima. " Ho notato che ultimamente ti capita di baciarmi spesso, Mylady" le fece scherzando il supereroe. Lei rise. Poi aggiunse " Quello che ti ho detto prima, io, lo pensavo davvero, Chat, sono cambiata, e..." ma non riuscì a finire la frase perché venne interrotta dal "bip bip" dei suoi orecchini e dell'anello di Chat Noir. Un'espressione tra il triste e il deluso le si dipinse sul volto, e abbassò la testa. Era così frustrante, non riuscire a parlare con lui se non per pochi minuti nonostante tutto il tempo che passavano insieme. Venne riscossa da Chat Noir, che le prese dolcemente le mani e le disse "Ci vediamo stasera sulla torre Eiffel, così potremmo parlare". Poi le sorrise e senza aspettare risposta si dileguò in un istante. Ladybug rimase ferma in mezzo alla strada. Era come qualche giorno prima, quando era rimasta bloccata in mezzo al marciapiede dopo che Adrien l'aveva quasi baciata. Il cuore le batteva allo stesso modo, sentiva i pensieri farsi confusi e non riusciva a muoversi. Fu nuovamente il bip bip dei suoi orecchini a riportarla alla realtà. Rapidamente si infilò in un vicolo laterale, appena in tempo prima di detrasformarsi. Poi prese dalla borsetta un macaron color rosa e lo porse al suo kwami. Lentamente si lasciò scivolare giu lungo il muro di un edificio, fino a trovarsi seduta sul marciapiede duro. "Cosa sto facendo tikki?" mormorò la ragazza prendendosi la testa fra le mani. La piccola coccinella ingoiò l'ultimo boccone, poi le sorrise dolcemente e le si posò sulla spalla. "La cosa giusta, Marinette" le rispose semplicemente "stai ascoltando il tuo cuore."

Con un agile balzo Chat Noir passò attraverso la finestra aperta di camera sua. Appena toccò terra con i piedi ordinò "Plagg, detrasformami" e in un attimo tornò ad essere adrien. Quasi senza pensare a ciò che stava facendo prese un pezzo di formaggio da uno scomparto della sua scrivania e lo lanciò al kwami, che lo divorò nel giro di qualche secondo. Poi il ragazzo si sedette al pianoforte, e cominciò pigramente a schiacciare qualche tasto, come se in realtà stesse pensando ad altro. Era confuso. Per la prima volta ladybug si era avvicinata a lui, cominciava a provare qualcosa per lui, eppure quello che stava provando in quel momento non era quello che si era sempre aspettato. E ne sapeva anche il motivo: Marinette. Il suo volto in lacrime continuava a vorticargli vertiginosamente nella testa e non riusciva a toglierselo dalla mente. La delusione negli occhi di lei, la sua rabbia. Bruciavano nel cuore di Adrien come fiamme inestinguibili. Stufo del silenzio di Adrien, Plagg gli cominciò a svolazzare davanti alla faccia. "Ora si può sapere cosa ti prende?" gli chiese sbuffando. "Non lo so plagg" disse lui ritirando le mani dal pianoforte "è solo che... starò facendo la cosa giusta? So che per ladybug sono solo chat noir e che lei non sa nulla della mia vita privata, ma dopo tutto quello che è successo con Marinette... è davvero giusto riavvicinarsi a Ladybug? Sono così confuso plagg, non riesco a capire. Perché il mio cuore è così diviso? Perché non riesco a prendere una decisione?". Play si fece improvvisamente serio: "perché l'amore è complicato, Adrien. E non puoi pretendere di sapere tutto e subito. Devi aspettare, capire, ascoltare il tuo cuore e seguirlo. Non c'è nient'altro che tu possa fare". Adrien socchiuse gli occhi. Sapeva che plagg aveva ragione. Eppure quello stare lì, impotente e confuso, lo rendeva nervoso. Guardò l'ora. Era ancora presto per andare sulla torre Eiffel. Non gli restava altro da fare che aspettare, pensò fra se e se mentre riprendeva a suonare il piano.

Spazio autrice

Lo so, sono tornata dopo 2 anni (è una marea di tempo ne sono consapevole). Ma dopo un periodo abbastanza negativo ho pensato che avevo voglia di finire ciò che avevo iniziato, quindi... niente eccomi qui, spero che possiate continuare ad apprezzare questa storia e... nada, see you soon con un  nuovo capitolo

Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora