Adrien era ancora abbastanza sconvolto quando rientrò nella sua stanza. La testa gli girava e la sentiva sul punto di esplodere. Ladybug. Marinette. Come diavolo aveva fatto a non accorgersene prima? All'improvviso si sentì un idiota. Tutti i suoi dubbi, tutta quella confusione che si agitava dentro di lui. Era stato tutto vano. Le due ragazze fra cui il suo cuore era diviso erano la stessa persona. Le due ragazze che più ammirava al mondo erano la stessa persona. Per un attimo fu investito da un senso di gioia ed eccitazione. Ma subito realizzò una cosa fondamentale: se le due erano la stessa persona, voleva dire che le aveva deluse entrambe. Improvvisamente il peso degli eventi degli ultimi giorni gli crollò addosso tutto insieme. E sembrava pesare il doppio. Si stese sul letto e chiuse gli occhi, cercando di non pensare. Ma era praticamente impossibile. Un milione di pensieri gli si agitavano in testa, non appena riusciva a scacciarne uno, immediatamente se ne presentava un altro, senza lasciargli un solo secondo di tregua. "Stai bene?" gli chiese a quel punto Plagg, riportandolo alla realtà. Adrien aprì gli occhi e fissò il soffitto. "Che cosa devo fare? Ho ferito le persone a cui tengo di più al mondo. Marinette. Ladybug. Come ho fatto a essere così cieco? E ora ho rovinato tutto, ora le ho prese entrambe" concluse sospirando. " Non fare cosi" tentò di consolarlo il kwami "per entrambe Chat Noir è ancora una persona molto importante. Loro... cioè lei... è arrabbiata con Adrien". Il ragazzo scosse la testa "l'ho lasciata li da sola sulla torre Eiffel dopo che mi aveva appena consegnato le chiavi del suo cuore, Plagg, non mi stupirei se ora ce l'avesse anche con Chat Noir". Il piccolo gatto nero svolazzò un pò in giro "Posso darti un consiglio?" Chiese. Poi continuò senza aspettare risposta "Devi chiarire. Ma non come chat noir, come Adrien. Prendi un Po di coraggio, spiega a Marinette come sono andate veramente le cose. È inutile continuare a piangere sul passato. Va e agisci, sistema le cose, lascia da parte ciò che è stato e concentrati su ciò che è." Aveva ragione, pensò Adrien fra se e se. Stava per rispondergli ma notò una chiazza rossa muoversi rapidamente fuori dalla finestra. Anche plagg sembrava averla notata. Si scusò brevemente, millantando di avere non si sa quale impegno urgente, e si fiondò fuori dalla finestra anche lui. Adrien alzò le spalle. Poi si alzò dal letto, deciso finalmente ad agire, a sistemare le cose. Prima però avrebbe veramente desiderato un appoggio, un consiglio. Così decise di fare un tentativo e, sebbene titubante, si avviò verso l'ufficio di suo padre, sperando che potesse parlargli.
Tikki era appena andata via. Aveva detto di avere qualcosa da fare, Marinette non aveva ascoltato con attenzione cosa. Ora la ragazza era seduta al bordo del suo letto, gli occhi bassi e le gambe che penzolavano giù. Adrien l'aveva delusa. Chat Noir l'aveva lasciata li da sola dopo che lei si era aperta veramente per la prima volta con lui. Tutto era così un disastro. Sentì la gola bruciarle e un misto di rabbia, delusione e tristezza che le faceva stringere lo stomaco. Tentò di ricacciare indietro le lacrime che già cominciavano a offuscarle la vista. Ma non ci riuscì, e senti due lacrime rotolare giù per le guance fino al mento. E subito quelle due lacrime furono seguite da molte altre. Sembrava un fiume in piena, singhiozzava senza sosta, non riusciva più a fermarsi. Si sentiva terribilmente sola, sentiva come se non ci fosse nessuno che potesse comprenderla. Ed era stanca, stanca di fingere costantemente che tutto andasse bene, stanca di nascondere quando stava male, stanca di doversi prendere sulle spalle la responsabilità di un'intera città quando non riusciva ormai più a risolvere nemmeno i suoi problemi. Più piangeva più le solrggiungevano alla mente tutte quelle cose che aveva tenuto nascoste fino a quel momento, e che non aveva più la forza di trattenere. Senza smettere di piangere si alzò dal letto e scese in strada, sperando che una passeggiata l'avrebbe tranquillizzata. Ma le cose stavano per prendere una piega del tutto inaspettata.
Plagg raggiunse Tikki in un battibaleno. Appena aveva visto quella macchinina rossa fuori dalla finestra ci aveva impiegato pochi secondi per capire chi fosse. Lei gli sorrise e lo salutò con un dolce bacio sulla guancia che lo fece arrossire. Poi la piccola coccinella cambio espressione e disse "Si può sapere cosa diavolo ha in testa il tuo portatore?". Lui alzò le spalle e scosse la testa "Devi cercare di capirlo, tikki, ha scoperto l'identità di Ladybug, e ha scoperto che è la ragazza a cui ha spezzato il cuore... è stato un brutto colpo." La coccinella scosse la testa "lo capisco" disse, anche se con poca convinzione "ma tu hai idea di che colpo sia stato per Marinette? Prima ha perso Adrien e ora... il comportamento di Chat Noir...". Plagg le prese le zampe. "Sono sicuro che chiariranno e..." ma non aveva ancora finito di parlare che tikki lo interruppe. "Marinette" esclamò. "Che c'è, che succede?" Chiese allora il kwami allarmato. Dimmi chiuse gli occhi come per concentrarsi ma scosse la testa. "Non... Non lo so... Non riesco a capire... sento che è molto triste, arrabbiata... Non l'avevo mai sentita così prima..." Poi si interruppe di nuovo. "Devi correre a chiamare Adrien" esclamò. Plagg la guardò confuso. Lei scosse la testa, sperava che ci sarebbe arrivato da solo, ma evidentemente doveva spiegargli tutto: "Deve andare da lei, deve aiutarla ... se continua così finirà per essere akumizzata!". Plagg trasalì. "Vieni!" Esclamò. Poi la prese per la zampina e rientrò immediatamente a casa.
Adrien rimase davanti alla porta dello studio di suo padre per secondi che parvero dilatarsi all'infinito. Poi si accorse che era socchiusa, così la spinse leggermente per guardare all'interno. Voleva vedere se il padre era impegnato, di certo non si aspettava quello che poi vide. Gabriel stava parlando con qualcuno, ma la stanza sembrava apparentemente vuota. Il padre parlava piano, quindi il ragazzo non riusciva a distinguere le parole. Così aguzzò lo sguardo, per cercare almeno di capire con chi stesse parlando. Quello che vide non gli piacque affatto. Sospeso a mezz'aria, vicino al volto del padre, volava un esserino viola chiaro, con due ali di farfalla che gli spuntavano dal dorso. Adrien non aveva dubbi. Era un kwami. E purtroppo anche tutti gli altri puntini si collegarono nella sua testa. C'erano tre miraculous in circolazione: il suo, quello di Ladybug e quello di papillon. Considerando che poteva escludere le prime due ipotesi, rimaneva solo una soluzione possibile. Barcollò all'indietro, tappandosi una mano con la bocca, mentre la consapevolezza di ciò che aveva capito lo schiacciava. "Noroo" sentì la voce del padre da dentro lo studio "sento una forte energia negativa. Rabbia, tristezza, delusione... ingredienti perfetti per un'akuma" fece una pausa "è ora di metterci all'opera". A quel punto ogni faccia di dubbio scomparve dalla mente del ragazzo. Suo padre era papillon. L'uomo che combattevano da mesi, il cattivo. Era suo padre. Con le gambe che gli tremavano Adrien si avvicinò nuovamente alla porta. Vide suo padre posare le dita sul dipinto della madre e premere dei bottoni nascosti. Poi sparì inghiottito dal pavimento. Il ragazzo aveva le mani che tremavano e il cuore che gli batteva all'impazzata nel petto. Si prese la testa fra le mani e chiuse gli occhi. Era troppo. Troppo da sopportare tutto insieme. Ora la sua testa era veramente sul punto di esplodere. Sentì una lacrima scivolargli giù dalla guancia, ma subito cercò di controllarsi. Doveva trovare Ladybug, riferirle ciò che aveva scoperto, e, anche se a malincuore, smascherare suo padre. Suonava quasi semplice. Eppure non sapeva che, come al solito, i guai non erano ancora finiti.
Spazio autrice
Eccomi qua! Con un nuovo capitolo tutto per voi. 💚 ormai siamo quasi alla fine ma le cose non sembrano sistemarsi muahahahhaha voglio tenervi sulle spine ancora un Po... anyway, spero che il capitolo vo sia piaciuto e... ci vediamo al prossimo
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Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat Noir
FanfictionTira aria d'estate a Parigi e Marinette e Adrein si preparano a godersi le meritate vacanza. Intanto i loro eroici alter ego vegliano sulla città di Parigi perché si sa, il crimine non riposa mai. Ma sarà davvero così? A Parigi non ci sono tracce di...