Adrien inserì la chiave nella toppa, ed essa girò dolcemente. La porta si aprì con un leggero cigolio. 'Devo oliarla un poco' pensò fra se e se, mentre poggiava la borsa da lavoro sul tavolo. Si incamminò a grandi passi su per le scale. Lasciò vagare lo sguardo. Parquet al pavimento, quadretti dipinti disseminati sulle pareti, giocattoli sparsi ovunque per terra. Quando lui e Marinette avevano comprato quella casa, l'aveva immaginata esattamente com'era in quel momento. Sorrise e si chinò, per raccogliere due bambole di pezza sul pavimento. Le aveva cucite Marinette. Una raffigurava Ladybug. L'altra Chat noir. Adrien le strinse al petto e le ripose in un baule in corridoio. Dentro al baule c'erano tante altre bambole. Lady WiFi, Tempestosa, Horrificator. Tutti i super cattivi. Adrien sorrise dolcemente ripensando a tutte le sue avventure, a tutto quello che lo aveva portati fino a lì. Da una stanza del piano di sopra sentì delle risate. Sorrise mentre sfilava la giacca e la appendeva all'appendiabiti in corridoio. Si incamminò verso la stanza da cui provenivano le risate. Aprì la porta senza fare rumore e sbirciò dentro. Seduta sul letto matrimoniale posizionato al centro della stanza c'era Marinette, i capelli sciolti e scompigliati sulle spalle e il sorriso sulle labbra. La fede le brillava sull'anulare sinistro. In braccio aveva un fagotto di coperte celesti, che cullava dolcemente mentre cantava a bassa voce. Di fronte a lei sedeva a gambe incrociate una bambina di cinque anni, capelli castani e legati in una treccia, che la fissava con gli occhi blu sgranati. "Mamma, anche io voglio tenerlo in braccio" disse con il broncio. Marinette rise e le accarezzò i capelli. Adrien la guardò dalla porta. Era ancora bellissima, come quindici anni prima. "Quando sarà un po' più grande" disse Marinette con pazienza. La bimba mise il broncio. "Suvvia Emma..." disse la mamma carezzandola "Hugo è piccolo. Ma prometto che quando sarà un po' più grande lo potrai tenere in braccio." "Promesso?" Chiese la bambina. "Promesso" rispose la mamma ridendo e scompigliandole i capelli. Poi alzò lo sguardo e vide Adrien sulla porta. "Scusa ho fatto tardi a lavoro" fece lui mentre si snodava la cravatta. "Lascia faccio io" disse Marinette ridendo. Adrien sbuffò divertito e si sedette di fianco a lei. Le diede un bacio sulle labbra e poi lasciò che gli snodasse la cravatta. Il Bambino nelle coperte azzurre dormiva beato, mentre la sorellina maggiore gli accarezzava le guance morbide. Quando Marinette gli sfilò finalmente la cravatta dal collo, Adrien diede un bacio in fronte a Emma. Poi si chinò sul fagottino di coperte e baciò anche il bambino piccolo. Marinette lo guardò con gli occhi che brillavano. Lui le sorrise e le prese la mano. Poi diede un'occhiata all'orologio da polso e si voltò verso la bambina. "Non dovresti essere già a letto?" Le chiese picchiettandole il nasino con il dito. Lei rise. "Ma non ho sonno..." protestò. Il papà la prese in braccio "E se io e la mamma ti raccontiamo una storia?" Chiese. "Si si" fece lei entusiasta "La storia dei supereroi". Adrien guardò Marinette che sorrise e alzò le spalle. "Daccordo principessa" si arrese Adrien. La portò nella camera a fianco, seguito da Marinette che portava in braccio il piccolo Hugo. Adrien mise Emma nel letto e le rimboccò le coperte. Marinette mise Hugo nella culla poi si sedette al lato del letto. Adrien si sedette dall'altro lato. La donna si schiarì la voce e cominciò "Qualche tempo fa...". La bambina la interruppe "No mamma, si dice tanto tempo fa." La mamma rise "Daccordo" disse "Tanto tempo fa, nella città di Parigi, venne un signore malvagio, che voleva per sé tanto potere. Per farlo doveva avere i gioielli magici di due supereroi." La bambina la interruppe "Ladybug, la supereroina coccinella e Chat Noir, il super eroe gatto" disse tenendo gli occhi chiusi e sorridendo. . "Aggiungerei che Chat Noir era un gran figo" disse Adrien ridendo. Marinette rise e riprese il racconto "I due superoi erano molto amici e anche molto forti. Nessun supercattivo mandato dall'uomo malvagio, Papillon, poteva resistere a loro..." "Raccontami di Cuore di pietra" disse la bimba "Dimmi di come lo hanno sconfitto. "Va bene" disse Marinette, scompigliandole i capelli. E cominciò a raccontare. Adrien la guardava. La amava, proprio come l'aveva amata quindici anni prima. Era sempre lei. Marinette, la ragazza più fantastica del mondo. Quando lei ebbe finito il racconto la bimba disse, ormai semi-addormentata "Anche io voglio essere un supereroe, proprio come Ladybug. Adrien le sorrise e la accarezzò "Sono sicuro che da grande sarai la supereroina più fantastica di sempre.". Marinette gli sorrise. "Ma vedi amore" continuò Adrien "Ognuno di noi è un supereroe, anche senza maschera. L'importante, devi promettermi, è che quando sarai grande farai sempre la cosa giusta, ti impegnerai per realizzare i tuoi sogni e per rendere felici gli altri". Emma annuì piano "Va bene papà, te lo prometto. Ma un giorno mi farai conoscere Ladybug e Chat Noir" Marinette si portò istintivamente la mano agli orecchini e Adrien si sfiorò l'anello. "Va bene amore mio" disse ridendo. Poi la bimba si addormentò. Marinette e Adrien si alzarono dal letto e uscirono dalla stanza. Guardarono ancora un po' I loro bambini dalla porta socchiusa. "Direte loro la verità?" Chiese Tikki, sopraggiungendo in quel momento mano nella mano con plagg "Quando saranno grandi si" disse Marinette. "Quando saranno pronti" le fece eco Adrien. "E chissà, magari Maestro Fu acconsentirà a cedere i nostri Miraculous a loro." Disse Marinette sorridendo e guardando la porta socchiusa alle loro spalle. "Sono sicura che saremo felici" disse Tikki. "Io sono già felice" disse Marinette, guardando negli occhi Adrien. "Anch'io lo sono" disse lui in un sussurro. Poi la tirò a se e si baciarono.
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Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat Noir
FanfictionTira aria d'estate a Parigi e Marinette e Adrein si preparano a godersi le meritate vacanza. Intanto i loro eroici alter ego vegliano sulla città di Parigi perché si sa, il crimine non riposa mai. Ma sarà davvero così? A Parigi non ci sono tracce di...