Capitolo 4 "L'amore è... un bacio inaspettato"

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“Marinette insomma, è ora di svegliarti!” esclamò per l’ennesima volta Tikki cercando in tutti i modi di scuotere la ragazza. Marinette aprì lentemente un occhio. Cosa era successo la sera prima? Perché si era addormentata con la testa appoggiata sulla tastiera del computer? Ci mise un po a ricordare, ma alla fine ogni tassello si rimise al suo posto ed il ricordo completo apparve nella testa di Marinette. Ma certo! Lavorava alla relazione per la professoressa Bustier già da un paio d’ore quando all’improvviso aveva scorto fuori dalla finestra una figura scura che, in maniera agile e scattante, si muoveva sui tetti di Parigi. Le era bastata un’occhiata da lontano per identificare immediatamente quell’ombra silenziosa. Era Chat Noir. Così Marinette si era sporta alla finestra e aveva gridato a squarciagola il suo nome. Il gatto doveva aver capito, perché si era fermato e aveva sollevato la testa. Si era voltato lentamente e aveva visto Marinette, che agitava il braccio per farsi notare. Con qualche agile balzo, Chat Noir era arrivato alla sua finestra ed era entrato agilmente in camera sua. “Era un po che non ti vedevo da queste parti, Chat Noir” aveva notato  la ragazza, mentre lui le faceva il baciamano “Che ci facevi qui?” aveva chiesto lei, cercando di incalzarlo. Sapeva infatti che non c'erano nuove akume già da settimane, poiché in caso contrario Tikki le avrebbe sicuramente percepite, e voleva sapere se Chat Noir fosse impegnato in missioni segrete di cui Ladybug ignorava l’esistenza. Dopo averle fatto il baciamano, il gatto si era seduto – non invitato – ai piedi del letto di Marinette – che avrebbe voluto farlo alzare – ed era rimasto in silenzio per qualche istante. Poi aveva detto “Normali controlli di routine” e aveva aggiunto triste “speravo di trovare Ladybug in giro, ma a quanto pare lei ha una vita famigliare e non deve passare le sere estive a vagare per i tetti come un gatto randagio.” Marinette aveva letto sul suo viso tutta l’infinita tristezza e solitudine che si portava dentro. Per un attimo si era dimenticata dello Chat Noir che conosceva, quel gatto sarcastico che trovava sempre una battuta, e aveva conosciuto quel suo nuovo volto, quello da ragazzo solo e abbandonato. Spinta da un improvviso moto di tenerezza , la ragazza aveva allungato la mano fino a posarla delicatamente sul volto del ragazzo. Lui aveva a sua volta posato la mano su quella della ragazza. Marinette aveva guardato quegli occhi verdi come mai aveva fatto prima. Ed in quel momento gli occhi del super eroe mascherato le erano parsi diversi. In quegli occhi pieni di tristezza, alla ragazza era sembrato per un momento di riconoscere gli occhi tristi di Adrien, mentre poche ore prima le parlava dei suoi progetti estivi. Chat Noir. Adrien. Marinette era legata ad entrambi in maniera molto profonda. Fino a poco tempo prima era sicura che Adrien fosse l’unico ragazzo di cui era innamorata, ma un giorno le cose erano cambiate. Era stata tutta colpa di quel bacio. Quel bacio che aveva dato a Chat Noir quel giorno di San Valentino. Anche se non voleva ammetterlo e tentava di nasconderlo anche a se stessa, quel bacio aveva cambiato qualcosa dentro di lei. Marinette continuava a ripetersi che l’aveva fatto solo per riportare Chat alla normalità ma una parte di lei era consapevole che l’aveva fatto anche perché lo desiderava. Era difficile da ammettere, ma si, era proprio così. “A che cosa pensi?” le aveva chiesto di punto in bianco Chat Noir, riportandola alla realtà. Marinette aveva fatto un sorriso triste “Penso che sono una frana” aveva detto “anche con i ragazzi”. Stavolta era stato Chat Noir a posarle due dita sotto al mento. “Allora siamo in due” aveva detto il ragazzo ridendo. Poi, ad un certo punto, così senza preavviso, senza che Marinette potesse prepararsi, il gatto si era avvicinato al suo viso e aveva poggiato le sue labbra su quelle della ragazza. Poi con un balzo agile era sparito fuori dalla finestra. Marinette era rimasta imbambolata per qualche istante, esattamente come era successo dopo che Adrien l’aveva lasciata sola in mezzo al marciapiede. Se già era confusa, quello non faceva altro che confonderla ancora di più. Poi si era accorta che si stava facendo tardi e aveva ricominciato a lavorare alla relazione. Aveva lavorato fino a tardi, evidentemente fino a che non era crollata addormentata sulla tastiera del computer. Dopo che ebbe rimesso ordine fra i suoi ricordi, Marinette si alzò dal letto, accarezzò Tikki e scese a fare colazione. Il cuore le stava esplodendo nel petto, mentre batteva a ritmi assolutamente anormali. La testa le girava. ‘Perché mi emoziono così tanto?’ si chiese ‘non è stato un bacio vero e proprio e poi… insomma io non sono innamorata di Chat Noir’ si disse, cercando di autoconvincersi. Ma forse non sapeva che quella era la più grande bugia che tentava di raccontarsi.
Anche Adrien quella mattina fece fatica a svegliarsi. La sveglia dovette suonare numerose volte prima di convincerlo ad alzarsi finalmente dal letto. Quando Adrien aprì gli occhi si ritrovò davanti l’immagine di Marinette, bellissima nella sua semplicità. Plagg gli svolazzò un po intorno, poi disse “Oh no, il nostro piccolo innamorato è confuso…” e assunse una finta espressione contrita. “Piantala Plagg” replicò Adrien distratto, mentre le immagini del pomeriggio precedente gli scorrevano davanti agli occhi, come in un film. Quel pomeriggio era tornato a casa dopo aver comprato del formaggio a Plagg. Voleva passare un po di tempi con suo padre, ma come al solito lo aveva trovato occupatissimo. Gabriel si era scusato brevemente con il figlio e gli aveva spiegato che quella sera non avrebbero potuto cenare assieme, perché aveva una cena di lavoro. Una rabbia cieca e una tristezza immensa avevano invaso il ragazzo. Dopo aver avvisato Nathalie che quella sera non avrebbe cenato neppure lui, era tornato in camera sua, chiudendo la porta a chiave dietro di se. A quel punto aveva ordinato a Plagg di trasformarlo, e, nei panni di Chat Noir, era scivolato fuori dalla finestra fra il rosso e il rosato del tramonto, balzando di tetto in tetto. Dopo aver vagato per una mezzora, si era ritrovato in camera di Marinette. Si erano scambiati solo poche parole. Lei sembrava parecchio triste ed era anche molto molto bella. Chat Noir non aveva resistito. Le aveva messo due dita sotto al mento e aveva poggiato le labbra su quelle di lei. Poi era scomparso fuori dalla finestra. In quel momento Adrien si chiese perché, dopo quel bacio appena accennato, non fosse rimasto, per vedere la reazione della ragazza. Forse di vergognava? Non lo sapeva. La verità era che non sapeva neppure come identificare quel sentimento che lo legava alla dolce Marinette. Però… “però ti è piaciuto non è vero?” disse Plagg, come se avesse letto nella mente del ragazzo e ne avesse completato i pensieri. Adrien si alzò in silenzio dal letto, si avvicinò alla vetrata della sua camera che dava su Parigi e appoggiò la testa al vetro. “Si Plagg, mi è piaciuto” sussurrò “mi è piaciuto molto” aggiunse con un sorriso, mordendosi leggermente il labbro inferiore, quasi volesse ancora assaporare le labbra della ragazza.

SPAZIO AUTRICE

Eccomi tornata con il capitolo 4 della mia fanfiction 😃 ricordate di commentare oer dirmi se il capitolo vi è piaciuto. 😉 Allpra per gli altri capitoli l'appuntamento dovrebbe essere sempre di martedì e venerdì, ma non so se questa settimana riuscirò ad essere regolare nell'aaggiornare la ff perché domani parto e in vacanza non avrò molto tempo ❤

Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora