03.

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When she gets her gun, she's begging babe please stay, stay.
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Le due ragazze si scambiarono i numeri con la promessa di mantenersi in contatto ogni giorno.
Ogni sera Lauren chiamava Camila oppure a volte era Camila stessa a farlo e parlavano di qualsiasi cosa.
Le giornate erano intense per entrambe ma tutto ció risaltava meno pesante non appena arrivava il venerdì.
Venerdí.
Camila non aveva mai avuto così tanta impazienza per i fine settimana, perché a parte gli studi, di solito lo passava in casa a leggere e rilassarsi.
Ma da quando era arrivata Lauren, si era riempita di avventure.
Aveva collezionato i loro momenti con  Polaroid che aveva appiccicato su un quaderno dove aveva scritto tutto.
Tutte le  giornate in ogni minimo particolare, in modo da non perdere neanche un frammento di ció che aveva di più di prezioso al mondo.
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Lauren quella sera invitó Camila a casa sua.
Non era molto grande ma era ciò che vi era all' interno che le faceva considerare un rifugio quella baracca semi distrutta.
Prendendo la ragazza per la mano che le sorrideva, la fece entrare.
In mezzo una delle due stanze c'era un letto di due piazze e mezza con le lenzuola scarlatte e dei ritratti fatti a carboncino di paesaggi, persone sconosciute, bambini che giocavano e anche animali che la ragazza adorava appendere.
E la sua vecchia chitarra classica che Lauren costudiva  gelosamente proprio come se fosse una figlia.
La musica era come una soffice coperta quando tutto il resto andava storto e a Lauren piaceva lasciarsi cullare dai sentimenti.
Pur sembrando apparentemente una dura, aveva costruito una corazza solida alta come le mura di un castello irraggiungibile che nessuno aveva mai infranto.
《Non sapevo che suonassi.》mormoró Camila che osservava la chitarra con curiositá.
Lauren si limitò a osservarla in silenzio trovandola bellissima con quel ciuffo di capelli mossi che le ricadeva delicatamente sulla fronte.
Avrebbe scritto centinaia di strofe sul rossore delle sue guance quando i loro occhi si incontravano e si seguivano continuamente, su come il cioccolato delle iridi brillava quando facevano qualcosa di proibito e quando la desiderava.
Avrebbe scritto centinaia e centinaia di parole sul suo modo di camminare, le fossette che spuntavano quando sorrideva e le curve del suo corpo tremendamente delicate.
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Camila si sistemó con la chitarra sulle ginocchia e Lauren la raggiunse, spegnendo la sigaretta ormai finita.
Si sistemó dietro di lei spostandole i capelli da una parte per respirare il buon profumo della sua pelle.
Quella ragazza sapeva di fragole e zucchero e l'incavo del collo della più piccola era diventata la nuova droga della più grande.
La ragazza dai capelli corvini adorava riempire il collo di segni violacei, mordere e succhiare la pelle chiara ed ovattata.
Portó una mano sulle dita di Camila per guidarla a fare le note giuste e la ragazza in risposta rideva soddisfatta quando riuscí a suonare qualcosa senza sbagliare nemmeno una volta.
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Lauren pensava di amarla.
Lo aveva capito quando i giorni senza di lei sembravano non passare mai.
Quando la più piccola aveva rischiato più volte per lei, aveva mentito, l' aveva protetta ed era sempre rimasta nonostante tutte le voci che giravano sul suo conto.
Prendendo un respiro profondo cercó nel cassetto dell'armadio la sua pistola, avvolta in un panno bianco e si diresse verso la cucina.
Era arrivato il momento.

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