Capitolo 5 - tristezza e desolazione

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... ''Non doveva andare cosi, non doveva succedere questo. Possibile che la mia vita debba essere un inferno sempre, e ancora, e ancora. Non ce la faccio già più''.. Questi furono i pensieri di Hanya, ormai triste e disperata per quella bruttissima visita. L'unica soluzione per lei era smettere ancor prima di cominciare ma, questo avrebbe significato fame e miseria e molto probabilmente Bill avrebbe passato le stesse identiche cose. Rimase a riflettere ma la sua scelta l'aveva già presa e quella doveva continuare a seguire. Era pronta a tutto, dopo tutto questo era per dare una vita più agiata al figlio, è una brava madre infondo. Sacrifica il suo corpo per far vivere bene il figlio, non è uno spasso per lei. Hanya quella sera spese tutti quei soldi di qualche giorno prima, seduta ai tavoli di un bar, a bere come se non ci fosse un domani. Volle dimenticare, ma quell'alcool non fece altro che far aumentare le sue paure, i suoi timori, la sua voglia di morire e finire cosi di soffrire. In molti notarono il suo stato, il suo essere così, con lo sguardo perso nel vuoto e il viso segnato dalle lacrime.. Nemmeno la musica alta avrebbe potuto distogliere i suoi pensieri. Le luci che andavano a ritmo con la musica, ogni tanto le illuminavano il viso. Le si avvicinò una donna gentile che le domandò se avesse bisogno di aiuto, ma, Hanya rifiutò categoricamente. ''Sono una puttana, e le puttane non sono degne di vivere serenamente.. Non mi guardi così, lo sono davvero e sa qual'è la cosa più buffa? che i soldi che ho utilizzato qua li ho ricevuti da un ragazzo. Sono soldi suoi perchè non sono in grado di trovarmi un lavoro onesto e ho scelto la strada semplice per mio figlio, per crescerlo in modo che nulla gli mancasse. La cosa più triste è che vogliono strapparmelo'' disse Hanya tutto ad un fiato con la voce tremolante. Era ubriaca ma sapeva che diceva e lo aveva appena raccontato ad una perfetta sconosciuta. ''Ho conosciuto prostitute che come mamme valevano una fortuna, tu non sei da meno. Mi chiamo Cristel, piacere'' e tese la mano. Hanya fisso quella mano tesa per qualche secondo per poi stringerla e presentarsi.  Rimasero a parlare per quasi tutto il tempo fino a quando Hanya si alzò e barcollando se ne andò via. Bill lo tenne con lei, non seppe dove o a chi affidarlo per qualche ora, ma fu comunque in buone mani. Hanya si addormentò in macchina, non fu in grado di guidare e non volle mettere a repentaglio la sua, e la vita del piccolo Bill. Fu una zona abbastanza tranquilla, non ci sarebbe stato pericolo. La mattina seguente fu svegliata da un poliziotto che successivamente le chiese se stesse bene. Hanya rispose con dei semplici si, socchiudendo un pò gli occhi per la troppa luce  che le puntava il viso. ''andiamo a fare colazione'' pensò tra se..  Avrebbe fatto ritorno a casa poco più tardi, in modo da mettersi in ordine e affrontare una nuova giornata. Quella fu una giornata di lavoro, ebbe due impegni già presi, e non volle perdere tempo o essere ritardataria quindi, dovette pure prepararsi ed essere impeccabile. Purtroppo soldi non ce n'erano più, servivano, altro non pote fare. Anche quella sera, si sarebbe portata Bill con se. Fu apparentemente tranquilla quella, forse la sbronza della sera prima in qualche modo le fece bene anche se ebbe un leggero mal di testa. Dopo un bel bagno si dedicò al piccolo. Un pò di musica in sottofondo e sognò ad occhi aperti un futuro migliore. Un futuro pieno di gioia, e non più miseria.  Si addormentò, sognando Louis che la accuso di essere una pessima madre,. Si svegliò di soprassalto, ma ebbe capito che quello era solo un sogno, uno dei sogni ricorrenti di Hanya, quelli che non la lasciarono tranquilla. La forza e il coraggio non vennero affievoliti da certi sogni. Fu determinata a riprendersi bene, e di poter dare una vita migliore al piccolo bill... 

Hanya, una nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora