Premessa:
Per fare chiarezza, vi invito a rileggere il capitolo-Veri amici.p.t.1-e il capitolo : "Sei mia".
ENJOY.Girava, girava, girava.
La mia testa girava.
Come quel fantastico giradischi.
Era completamente azzurro con qualche tonalità che andavano a variare, solo per dare una leggera sfumatura.
Avevo scelto l'album di Mozart che in quel periodo tanto mi piaceva.
Il mio amore per la musica classica era qualcosa che mi riempiva il cuore.
"Allora, cosa intendi fare?"
Mamma e papà litigavano per l'ennesima storiella.
Tutto girava intorno ai soldi.
Io mi tappavo le orecchie.
Non avevo voglia, ne ovviamente desiderio di farmi risuonare in testa parolacce o peggio ancora, insulti senza una fine.
E senza una motivazione.
Nella mente, risuonava solo quello splendido album.
Riusciva a rilassarmi più di ogni altra cosa, anche se la tensione era alta.
Mi sforzavo, ma per quanto riuscissi non potevo non sentire alcune cose.
"Bene allora vattene! LASCIA QUESTA CASA!"urlava mia madre a pieni polmoni.
Il vetro frantumato.
Le lacrime silenziose, che non riuscivo a sostenere.
Le urla dolorose.
Quelle piccole cose che ti rimangono dentro, per poi prosciugarti.
Arrivi ad un certo punto, in cui non senti più emozioni.
I tuoi sentimenti incasinati.
Le tue nottate a pensare che tutto sarebbe stato meglio senza aver pronunciato quella parola, o senza aver agito in quella maniera.
Le frasi che mi persuadevano iniziavano sempre così;
-Sarebbe stato meglio se..-
Ma non c'è mai stato un se.
Il destino aveva scelto di mettermi alla prova.
Questa vita mi stava facendo la guerra senza sapere che lei stessa, mi aveva fatta guerriera.I primi giorni da quel giorno avevano sempre la costante routine.
Mi alzavo con una voglia di vivere pari a zero.
Mi vestivo senza badare attenzione, senza sprecare tempo prezioso.
Non sprecavo neanche il fiato, a dire il vero.
In realtà le uniche cose che dicevo erano i buongiorno a mia madre e a mio fratello che era ancora piccolo, e che poverino, non capiva perché il papà non ritornasse da lavoro.
"Tesoro della mamma, papà deve stare per qualche giorno di più al lavoro..tranquillo"
Ma poi passavano le settimane e una scusa nuova doveva essere inventata.
Fino a quando anche lui non venne a saperlo.
Mi chiudevo nel mio angolo, mi isolavo nel mio mondo dove tutto era felice, dove papà ancora era lì con me.
Ma sapevo che lui non sarebbe mai più tornato.Perché tutto succede?
Perché dovevo fingere di stare bene, quando dentro morivo pian piano?
E perché a me?
La notte era occupata da questi pensieri.
La mia vita si susseguiva costantemente, con lentezza, pigrizia.
A volte, devo ammetterlo, il mondo mi crollava un pò addosso.
Perché una bambina come me, che aveva appreso il significato di amore proprio da loro, che era stata abituata a questo, si doveva ritrovare senza un componente della famiglia.
Non avevo mai capito, il perché della loro separazione.
Come può spezzarsi un amore così tanto, a tal punto da rinunciare alla propria famiglia?
Qualche volta, la mamma ci costringeva quasi ad andare dal papà.
Ma io non volevo andarci, non riuscivo a rimanere felice in quella casa.
Il mio giradischi era rimasto lì.
Un giorno decisi di andare a riprendermelo.
Di andare a riprendermi ciò che mi apparteneva....
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Sei tutto ciò di cui ho bisogno (Saschina)
Fanfic"Dubita che le stelle siano fatte di fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia bugiarda, ma del mio amore non dubitare affatto." 💚💖