Cap 10

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Lo so cosa state pensando. Che quella della proposta improvvisa prima di una partenza potesse avere anche un certo carico di romanticismo, che richiami l'idea del "non ci lasceremo mai", del per sempre che ognuno vuole sentirsi giurare infondo. Un po' come i militari che partivano per la guerra che si fidanzavano con la bella del paese. Certo, come dire di no ad un ragazzo che parte per il fronte? Come non giurare lui fedeltà nell'attesa trepidante del suo ritorno? E perché no, come rifiutargli una botta di sesso dato che potrebbe essere la sua unica occasione? Ma in realtà in questo comportamento io ci ho visto sempre una dose non indifferente di egoismo bello e buono. Che poi con lo stesso principio valeva anche il sesso "occhio non vede cuore non duole" al fronte pur avendo la trepidante fidanzata in attesa a casa di cui sopra! Per questo io non ci vedevo niente di romantico. Un tradimento piuttosto, una mancanza di fiducia e sicurezza. 

Tutto ciò che mi frullava nella mente confermava esattamente quello che avevo sempre pensato del matrimonio: una forzatura, un ricatto, un dovere. Nella mia testa avevo già giurato di amare lui e solo lui per il resto della vita dieci anni prima. Quando, nonostante tutto e tutti, avevo deciso, si perché ero stata io a decidere, che Leonardo Buti era l'uomo per me. Tanto bastava, tanto era stato sufficiente a tutti. Ai miei genitori che non vedevano di buon occhio un ragazzo così grande, ai suoi amici che pensavano fossi solo una ragazzina, al paesello che gridava allo scandalo, alle mie cosiddette amiche che pensavano fossi una facile. Ma soprattutto avrebbe dovuto bastare a lui, doveva fidarsi di me, di noi. Invece aveva scelto il trucchetto, il raggiro, il ricatto per assicurarsi la mia accondiscendenza. Questo non potevo mandarlo giù. A dirla tutta stringo ancora i pugni se la penso in questi termini.

In quel momento ero fuori di me.

Fuori dalla basilica cercai un volto amico per sfogarmi, ma la sposa era fuori discussione senza contare che era ancora dentro assieme a mia sorella e Daniele. Tra la folla multicolore e accaldata sotto il sole di luglio individuai Giorgia e scattai nella sua direzione bloccandomi un istante dopo notando che Mattia la marcava stretta. No, non erano due che al momento mi avrebbero appoggiato, né tanto meno volevo rischiare di metterli di nuovi ai lati opposti di una battaglia. Per cui mi bloccai ritrovandomi perfettamente sola in mezzo ad un mare di gente.

-Eccola la mia ragazza! - Esclamò qualcuno dietro di me afferrandomi per la vita. Non riconobbi la voce ma la solidità del corpo su cui mi scontrai invece si: Giacomo era arrivato. Ci mancava solo lui!
- Allora dov'è questa fanciulla da salvare? - chiese parlandomi appoggiando la guancia sui miei capelli. Tergiversai un po' ma alla fine decisi che non potevo sfogarmi con lui. Non sarebbe stato... leale? Quindi mandai giù il rospo e finsi spensieratezza.
- In verità è proprio di fronte a noi ma i tuoi servigi non sono più necessari temo- dissi voltandomi con sguardo affranto.
- Vedo, quel biondino pare non volerle togliere la lingua dalle tonsille. Probabilmente potrebbe essere difficile parlarle. - disse aggrottando la fronte.
-Mi dispiace, non era programmata una riappacificazione così fulminea. Ti ho fatto fare un viaggio a vuoto. -
Lo sguardo da porco con cui mi radiografò il corpo un attimo dopo non lasciò dubbi sul suo stato d'animo
-No bambolina, averti tra le mani in questo vestito vale ogni fottuto chilometro. Li avrei fatti anche a piedi...- disse afferrandomi di nuovo per la vita e trascinandomi sul suo petto. Non riuscivo a fare molta resistenza con i tacchi quindi assecondai il movimento e mi aggrappai alle sue spalle per non cadere.
- Smettila di fare il cretino. Lo sai che siamo e saremo solo amici. - dissi ma senza allontanarmi per non essere troppo dura, infondo un complimento lo potevo anche accettare da uno che si era sparato trecento chilometri per farmi un favore.
-Lo so, ma anche gli amici fanno sesso, si chiama educazione. - puntualizzò guardandomi storto.
-Non credo che nel galateo ci sia questa particolare etichetta- mormorai fingendo di pensarci seriamente.
-Beh, dovrebbe esserci. Ci conosciamo da tanto tempo, ci vogliamo bene, non ci trovo assolutamente niente di strano. - disse alzando le spalle.

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