Cap 23

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[Leo]
-È Ilenia, che dici le rispondo?-
Emma mi rivolge questa domanda con un livello di ansia nella voce che mi rende un po' insicuro. È ovvio che sta pensando al fatto che deve spiegare a tutti che siamo tornati insieme.
Io sono felice, è esattamente quello che volevo, è stato anche più facile del previsto... Troppo facile forse? Abbiamo anche già fatto i discorsi, quelli molto molto seri, per capirci. Quando Emma ha detto di volere una famiglia nei prossimi cinque anni ero un po' preoccupato, ora non lo sono più poi così tanto.
In realtà a me basta che lei voglia stare con me, il resto mi va bene. Vuole un figlio adesso? Ok, sono pronto.

Di sicuro il mio pene lo è!

Cerco di rimettere in sesto l'amico tra le gambe che si sente alquanto costretto nei pantaloni e avvio il motore.

A parte scherzi, vedere quel fagottino di Rosa tra le mie braccia mi ha fatto davvero venire voglia di non lasciarla andare mai.
Vedere Emma con la piccola tra le braccia? Stranamente eccitante. Ho immaginato Emma con un bambino suo, nostro, e la cosa mi è piaciuta da matti. Sarà che i neonati sono contagiosi...

La sensazione di disagio che provo, a pensarci bene, probabilmente è quella che ha anche Emma nei confronti de il resto oltre noi due. Perché adesso ci tocca fare i conti con il mondo intorno, ci sono spiegazioni da dare, cose da aggiustare.

-Rispondi dai, vorrà sapere di Sara. Se non vuoi dire che sei con me va bene. -

Non voglio che rimandi, spero che voglia urlarlo che sta con me.

-Ok, forse è meglio. È l'una di notte... -
Ingoio il disappunto senza darlo a vedere. In effetti, razionalmente, rimandare i chiarimenti di qualche ora non sarà poi chissà che tragedia.
Dopo aver acceso anche il riscaldamento dell'auto alla massima potenza, parto in direzione di casa mia. Nemmeno gliel'ho chiesto se vuole dormire con me. Do per scontato che sia così.

-Siamo Zieee!- L'urlo di Ilenia lo sento addirittura senza vivavoce. Irrazionalmente mi disturba un po' che Ilenia si consideri zia di quella bambina. La zia è Emma, poi ci sono io: lo Zio. Gerarchia, per favore!

-Si Ily! Lo siamo, Rosa è un vero spettacolo.- Come al solito ad Emma non importano queste cose. Lei è pura e genuina.
A pensarci bene è ridicolo fare a gara per un titolo come quello di zio. Quanti più zii avrà tanto più sarà amata e cosa si potrebbe augurare ad un bambino se non essere circondato da persone che gli vogliono bene?

Emma è emozionata e cerca la mia mano. La stringo e me la porto alle labbra per lasciarle un piccolo bacio. Mi guarda e vedo quell'amore incredibile che solo un neonato riesce a scatenare. Sarà che siamo sotto l'effetto di qualche strano istinto animale? Una cosa tipo l'imprinting per gli animali forse?

-Come è andata? Come sta Sara?-
Il volume di voce della cugina di Emma è ancora udibile da due metri di distanza. Emma infatti allontana il telefono dall'orecchio, probabilmente per non perdere un timpano.
-Sta bene, ma non le ho chiesto ancora nulla dei particolari splatter del parto. Appena le hanno entrambe lasciate uscire dalla sala parto siamo andati via, è tardi e si devono riposare.-

-Ma come? L'avete lasciata da sola?- Se possibile sta urlando ancora di più.

-Ma no! Ci sono le infermiere e poi c'è anche Daniele. Non sono sole.-
Emma stringe improvvisamente la mia mano.

Che c'è che non va?

-Ah ma tu non sei con Daniele!?-

Oh, ecco cosa. Emma si è appena fatta scoprire.

-No.- La sua risposta secca la dice lunga su quanto sia invogliata a tirare fuori l'argomento. Fortunatamente la mano è ancora avvolta nella mia. Questo mi dà un minimo di sicurezza.

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