Cap 24

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Dopo un secondo di shock mi rianimo e le corro dietro.
-Perché ti ha cacciato?- chiedo faticando a starle dietro. Di questo passo inciamperò e mi romperò l'osso del collo.

-Perché dice di aver trovato una persona con cui sta bene e vuole godersela senza terzi incomodi.-

Quel ragazzino è davvero un idiota.

-Sei sicura che non è perché è geloso di noi due? – sarebbe la cosa più logica.

-Ma va.. A quell'egocentrico del cazzo non interessa altri che se stesso.- È davvero sconvolta ma non so cosa fare. Per il momento mi limito a scendere le scale dietro di lei.

-Vuoi venire a vivere con me? –
Non è una domanda quanto piuttosto una constatazione. Siamo difronte al bagagliaio della sua auto aperto e dentro ci sono tre scatoloni straripanti di roba.

Emma osserva quelle che, evidentemente, sono le sue cose, con odio. Come se stesse seriamente pensando di dare fuoco a tutto. Si volta verso di me e mi rivolge la stessa occhiata.
Sarà pure una nana di un metro e sessanta ma con questo sguardo assassino farebbe paura a chiunque.

-No.. – la sua risposta, insicura stona con l'atteggiamento incazzoso. – Ma ho bisogno di un posto dove appoggiarmi per un po'. – le trema la voce.

Alzo le mani per chiarire la mia posizione.
-Non che non mi piaccia l'idea di vivere insieme. Ma avevamo detto di andarci piano e non mi pare lo stiamo facendo.-

Emma si volta e dà le spalle al bagagliaio. Guarda fissò nel vuoto e scuote la testa.

Ho la sensazione che da un momento all'altro scoppierà a piangere e la prospettiva mi intimorisce molto di più dello sguardo assassino di prima.
Mi avvicino per abbracciarla ma lei si sposta di lato e schiva il mio braccio. Con una mano mi impedisce di avvicinarmi.
-Hai ragione, è una cosa provvisoria . Ok? –
-Hai frainteso il mio discorso.-

Tento ancora di avvicinarmi ma lei alza entrambe le mani per tenermi a distanza. Ma me ne fotto e l'abbraccio. È rigida tra mie braccia ma non mi arrendo.
-No, Leo, ho capito.- mormora sulla mia spalla.

-Sono felice se decidiamo di vivere insieme. Solo che non voglio che sia una decisione che prendiamo per colpa di Jack. –

Annuisce e strofina il viso sul mio collo.
-Prendiamola come una specie di vacanza. Ok? – acconsente ammorbidendo il tono.

Annuisco anche io e le accarezzo la schiena. Emma continua a passare le labbra sul mio collo e la cosa sta cominciando a farmi effetto. Sento dalla punta dei piedi a quella dei capelli che l'atmosfera sta cambiando.

-Lasciamo tutto qui.- sussurra solleticandomi con le sue parole la pelle vicino al lobo dell' orecchio – Portami in casa. Non farmi pensare.-

Ecco, una vocina nella mia testa mi dice di non fidarmi di questa Emma qui. La conosco bene, vuole spengere il cervello facendo sesso. Vuole distrarsi quando invece dovremmo parlare. Questa cosa di Jack non mi convince più di tanto. Però Emma è talmente brava a distrarmi. Prende una mia mano e la guida sotto la sua maglietta, sul seno,  nudo.

Non ha il reggiseno. Adoro avere accesso libero alle sue tette. Carezzo la pelle, è così morbida...

Emma ribadisce la proposta e sta volta non me lo faccio ripetere. Chiudo il bagagliaio dell'auto e la trascino su per le scale.

Emma si mette a correre e ridendo mi supera. Ecco ora ho il suo meraviglioso culo davanti e nel mio cervello c'è solo l'immagine di quel delizioso sedere tra le mie mani.
Molto presto.

-Salve!- Emma scoppia a ridere e non risponde nemmeno al saluto di Paolo. Ci ha beccato mentre correvano su per le scale come due adolescenti arrapati.
-Ciao Paolo! – rispondo allegro.
-Ciao- ripete lui passando lo sguardo da me a Emma.
-Lei è Emma, la mia ragazza.-
-Oh- stupito fissa ancora Emma
– P-piacere, Paolo- le tende la mano. Lei la stringe trattenendo a stento le risate.
-È un piacere conoscerti. Leo mi ha parlato di te e della tua famiglia. – lo sforzo che sta facendo è grande e si vede.
-A si? Invece lui non ci ha detto che era fidanzato.- mi guarda di traverso.

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