Cap 22

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-Ahi ahi! Non posso ridere maledizione.- Sara sussulta un po' per i punti e un po' perché le viene da ridere.

Torno in me e l'abbraccio.

-Sorellina. Come stai? –

-Di merda e voglio andare da mia figlia.- risponde seria.

-Ci andiamo subito.- la rassicura Leonardo.

-Avete 5 minuti esatti per spiegarmi a cosa ho assistito un attimo fa. –

Ci guardiamo perplessi. Come spiegare quello che è appena successo?

-Abbiamo chiarito alcuni punti, preso degli accordi per la prosecuzione della nostra relazione... - risponde Leo rimanendo sul vago. La scelta lessicale mi colpisce, non ha mai usato termini così formali. Mai nella vita.

-Buti, ti ho detto di non farmi incazzare.- si inalbera di nuovo mia sorella – Ora perché hai seguito due lezioni di marketing aziendale non ti credere che puoi tirare fuori paroloni a caso e zittirmi!- strilla con quella voce rauca che ricorda tanto quella di una posseduta dal demonio.

-Stai seguendo dei corsi? – la notizia mi stupirebbe fini ad un certo punto dopo quanto ho potuto sentire due minuti fa. Quello che ho davanti pare più che altro la versione 3.0 di Leonardo Buti: tutto è stato migliorato sia nelle funzionalità che negli strumenti.

-No, Francesca mi ha chiesto di accompagnarla ad un paio di corsi di aggiornamento. Ma ero presente solo come uditore.-

-Capisco- vorrei aggiungere qualcosa ma Sara non me lo permette.

-Non ignoratemi-

Sbuffo e visto che voglio chiudere il discorso in fretta vuoto il sacco.

-Siamo tornati insieme, ufficialmente. Fine della storia. –

-Ma Emma, era in ginocchio! Sono stanca ma sono sicura di quello che ho visto, lui era in ginocchio davanti a te, e non si stava allacciando una scarpa.-

-Ragazzina vuoi darti una calmata? Con questa voce mi fai paura.- si intromette Leonardo spingendo la carrozzella fuori dal ascensore – diciamo che volevo togliermi lo sfizio di inginocchiarmi una volta nella vita.- aggiunge facendo l'occhiolino a me. Probabilmente sto arrossendo però mi piace che abbiamo cominciato a scherzarci sopra.

-E poi Sara conosci tua sorella, no? Dovevo trovare un modo per farla stare zitta.-

E ora ridono di me entrambi. In realtà Sara ridacchia e soffre contemporaneamente.

Vorrei sgridarli ma in lontananza vedo Daniele difronte ad un vetro, in contemplazione. Acceleriamo il passo per raggiungerlo e metterci tutti e quattro col naso appiccicato al vetro. La piccola se ne sta sdraiata nella sua incubatrice a riposarsi.

Mia sorella afferra la mano di Daniele, lo sguardo che si scambiano è carico di emozione e cose che a parole non si possono descrivere. Sara si alza dalla sedia con un po' di fatica mentre Dani la sostiene.

-Andiamo da Rosa-

Leonardo ed io non siamo in grado di fare altro che osservarli mentre, con l'aiuto di un'infermiera prendono in braccio la loro piccola per la prima volta.

Mi sento circondare le spalle con un braccio, un lieve bacio mi sposta i capelli, con fatica distolgo lo sguardo ma quando mi volto per guardare Leo negli occhi, la commozione che vi trovo mi fa sorridere.

-Buti stai piangendo? –

Colto in fallo, si passa una mano sul viso, sorride e scuote la testa.

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