Capitolo 1.

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Dopo che ebbe finito le sue lezioni del lunedì pomeriggio Luka poteva come sempre andare a rilassarsi nella biblioteca che è poco distante dall'università. Trascorreva li la maggior parte del suo tempo, si fermava a leggere qualche libro che si trovava li o semplicemente a ripassare le lezioni dell'università. Una di quelle biblioteche piccole, molto intime, riservate, dove ci si può sedere a uno dei tavoli e studiare tranquillamente o leggere un buon libro mentre si sorseggia caffè, tisane, the, o semplicemente ciò che piaceva a lui ovvero una di quelle belle tazze di cioccolato caldo fumante.
Entrò in quel piccolo paradiso che affacciava sulla strada principale con un enorme vetrata a una delle pareti. Era solito poggiarsi proprio a uno di quei tavoli li vicino, come sempre buttò lo zaino su una delle sedie libere vicino a lui e fece scivolare il suo corpo in una delle altre.
Poggio i gomiti sul tavolino aspettando qualche secondo per poi prendere i libri della lezione di tedesco appena finita, con il quaderno e una penna, cercando di ripassare una delle materie più difficili per lui. Frequentava l'università da qualche mese, ma già gli risultava difficile stare al passo con gli altri alunni del suo corso. Aveva scelto la facoltà di lingue, con l'intento di girare il mondo un girono, ha sempre avuto il sogno del tipico ragazzo inglese, prendere lo zaino in spalla e andare in qualsiasi posto gli fosse passato per la testa.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce Tranquilla di un ragazzo. Luka si girò quasi spaventato, andando ad incrociare immediatamente gli occhi di uno dei camerieri del bar che si trovava nella libreria, il ragazzo in piedi di fronte a lui, con un blocchetto e una penna in mano gli sorrise cordialmente e il piccolo ragazzo di università fece lo stesso non appena vide chi gli si presentava davanti. Era il solito cameriere pronto ad offrirgli tutto ciò di cui aveva bisogno.
<<Le porto il solito.>> Il ragazzo alzò gli occhi verso il cielo portandosi un dito vicino le labbra come se stesse pensando a cosa ordina sempre, Luka scoppiò a ridere vedendo quella sua stramba posizione. Si portò una mano davanti la bocca per cercare di non sembrare uno stupido. il ragazzo dai lunghi capelli castani sorrise soddisfatto nel vedere Luka felice. <<Ohh.. Ora ricordo. Cioccolato caldo in tazza grande con uno spruzzo di panna montata sopra e un bastoncino di cannella.>> Il piccolo Luka cercò di smettere di sorridere asciugandosi alcune lacrime cadute, dal troppo ridere, con un dito della mano con la quale si copriva le labbra.
I loro occhi si incrociano e Luka cercando di tornare più serio rispose. <<Si, giusto.>>
Il cameriere gli fece un occhiolino e si allontanò da lui camminando all'indietro e tenendo sempre i suoi occhi puntati sull'esile ragazzo davanti a lui. Luka si guardò intorno e vide che il locale era stranamente vuoto. C'era solo lui. Guardò fuori dalla finestra osservando il cielo grigio, e annuvolato, alcuni schizzi di acqua iniziarono a cadere, mentre tornava di nuovo a concentrarsi sui propri libri.
<<Studi lingue?>> Una voce calda e avvolgente riportò il ragazzo fuori dalla sua concentrazione.
Luka alzò nuovamente gli occhi, non riconoscendo la voce. Non appena vide due occhi cristallini che lo fissavano il suo corpo rimase quasi paralizzato. Aprì la bocca come se volesse rispondere, ma nessun suono uscì da esso.
Rimase completamente paralizzato dalla imminente presenza di quel ragazzo presentato davanti a lui.
Lo riconobbe subito. Quegli occhi che gli erano rimasi fissi la mente e in tutto il corpo da ormai qualche giorno ora erano puntati nuovamente su di lui.
Il ragazzo imponente rimase in piedi vicino a lui, avvolgendo il corpo del più piccolo con il suo immenso calore e profumo di bagnoschiuma alla vaniglia e miele. Sorrise dolcemente e continuò a guardare il ragazzo seduto sulla sedia.
<<Si.>> Rispose in fine dopo quella che sembrò un eternità, facendosi forza, ma talmente piano però che sembrò quasi un soffio. Questo era ciò che provocava quel ragazzo in lui?! Questo era ciò che un semplice sguardo potesse fare?! Queste erano le uniche domande a cui riuscii a pensare Luka avendo puntato addosso quello sguardo.
<<Posso sedermi?>> Chiese indicando una delle sedie vicino a lui.
Luka annui con il capo senza dire nulla.
Nello stesso istante in cui il ragazzo si appoggio con i gomiti al tavolo l'ordinazione fatta poco prima da Luka venne portata. Il cameriere sorrise gentilmente ad entrambi e poi fece per andarsene.
<<Può portarmi un caffe macchiato per favore?>> Chiese gentilmente al cameriere fermandosi sul posto.
L'altro Annui e andò nuovamente via, lasciandoli ancora da soli.
L'attenzione del ragazzo dagli occhi cristallini e i capelli scurissimi tornò sul piccolo dinanzi a lui, mentre esso non aveva mai smesso di guardarlo nemmeno per un secondo.
<<Quali altre lingue studi?>>
Chiese per rompere il ghiaccio.
<<Al momento solo greco, latino, italiano e tedesco.>>
Con grande entusiasmo il piccolo notò che la voce glie era tornata.
<<Wow.. Sono tante. Ora che cosa stavi studiando?>>
<<Tedesco.>>
Il cameriere si avvicinò portando il caffe al ragazzo e poi andò via senza dire una sola parole e far alcun cenno.
<<Si, ma per studiare l'italiano devo per forza correlarmi al greco e al latino.>>
<<Beh in effetti non hai tutti i torti.>> Fece una pausa. <<A che anno sei?>>
<<Primo.>>
<<Ecco perché non ti ho visto prima. Io sono all'ultimo.>>
<<Cosa studi?>>
<<Psicologia.>>
Il piccolo sgranò gli occhi per poi sorridere. <<Che bello!>>
Il giovane ragazzo restò interdetto.
<<Mi sarebbe sempre piaciuto studiarla, ma non credo di esserne all'altezza.>>
Disse Luka sentendosi stranamente già più a proprio agio.
<<Come mai?>> Chiese incuriosito l'altro.
<<E' un ambito piuttosto complicato la psicologia. Studiare le emozioni, e i comportamenti degli altri è una cosa che mi sarebbe piaciuto fare, ma non sono portato. Mi piace osservare gli altri e vedere i loro comportamenti. Qualsiasi direzione si voglia prendere dopo Bisogna comunque essere una persona ferma e che sappia mettere a proprio agio gli altri e bhe.. Io sono l'esatto opposto di tutto questo.>>
Il ragazzo davanti a lui sorrise e Luka si sentì un po' in suggestione, ma lasciò perdere. Poggiò le mani sue gambe cercando di nascondere le proprie mani mentre se le torturava,
<<Non credo sia così.>>
Il piccolo spalancò gli occhi.
<<Riesci ad entrare nell'animo degli altri anche solo guardandoli.>> Fece una pausa bevendo tutto il caffe che aveva nella tazza in un solo sorso. <<Alla festa di sabato sera, quando io e il mio ragazzo abbiamo incrociato i tuoi occhi era la prima volta che ti vedevamo.>> Luka trasalì a ricordare quel momento. <<E da quando è successo non possiamo negare che non facciamo altro che pensare a te.>>
Luka spalancò gli occhi ancora di più, non capendo dove volesse andare a parare. Quelle cose lo lasciarono interdetto, poi dopo non riuscì più a proferire parola, alla festa si sono scambiati lo sguardo solo per qualche secondo non credeva che su di loro avesse avuto lo stesso effetto che loro hanno avuto sul piccolo.
<<Come ti chiami?>> Chiese l'altro riportando il piccolo fuori dai propri pensieri.
<<Luka.>> Lo disse quasi in un soffio.
<<Io mi chiamo Charles.>>
Per qualche secondo nessuno dei due disse nulla, facendo calare in quel piccolo loro angolo un silenzio al quanto imbarazzante.
<<In che senso non siete riusciti a dimenticare il mio sguardo?>>
Chiese Luka facendosi coraggio.
<<Io e il mio ragazzo stiamo insieme da molto tempo, non è mai successo che qualcuno potesse piacere ad entrambi, specialmente così velocemente e con un semplice sguardo, eppure tu piaci ad entrambi.>>
Luka sorrise pensando che il ragazzo davanti a lui lo stesse prendendo in giro e anche perché era molto ma molto in imbarazzo a parlare di quell'argomento abbastanza strano.
<<Siete i ragazzi più popolari della scuola, di certo i ragazzi non vi mancano.>>
<<Si in effetti ci abbiamo pensato una volta di provare ad avere una relazione a tre, ma non trovavamo quello giusto, ora lo abbiamo trovato.>>
Quella voce calma fese infuriare ancora di più Luka, il quale si sentiva preso in giro e umiliato.
<<Ma poi scusa.. Come fai a dire una cosa del genere a me.. Non sai nemmeno cosa mi piace.>>
Era l'unica cosa che il piccolo riuscì a dire.
<<Questo è vero.>> Fece una pausa un po' più lunga del dovuto sfacendo un mezzo sorriso. <<Cosa ti piace?>> Chiese infine sorridendogli.
Il piccolo spalanco gli occhi.
Luka si alzò prendendo lo zaino dalla sedia, buttandoci tutto dentro un po' a casaccio. Prese qualche moneta dalla tasca davanti dello zaino e la lasciò sulla tavola, pagando la bevanda mai consumata ancora intatta sul tavolino vicino al posto dove era seduto prima lui.
Si portò lo zaino dietro la schiena sul gubbino mai tolto e guardando dritto negli occhi il ragazzo davanti a lui rispose.
<<Non ti interessa cosa mi piace o meno. Sta di fatto che non voglio avere niente a che fare con te o con il tuo ragazzo.>>
Luka alzò un poco la voce tanto stringere la mascella poi.
Quel completamente non era da lui.
Detto ciò fece per uscire, ma sulla soglia della porta della libreria incrocio l'altro ragazzo, che lo aspettava poco più avanti della porta.
<<Non dire che tu non hai provato nulla quando ci hai visto perché mentiresti.>>
La sua voce sottile, dolce e fredda allo stesso tempo, gli entrò dritto al petto facendo ingarbugliare lo stomaco. Luka si bloccò immediatamente nel sentirla. <<Ho visto come ci stavi guardando, e il tuo corpo come aveva reagito.>> Il piccolo si trovò inerme davanti a quelle parole, infondo anche lui aveva provato qualcosa incrociando quegli occhi, questo non poteva negarlo.
<<Io mi chiamo Sam, non c'è bisogno che tu ridica il tuo nome l'ho sentito quando lo hai detto al mio ragazzo.>>
Luka abbassò la testa coprendosi gli occhi diventati liquidi con i capelli rossastri.
<<Appunto il tuo ragazzo. avete già una storia vostra io non c'entro nulla.>> Disse piano.
Sam sorrise quasi dolcemente come se volesse rassicurarlo.
<<Non devi preoccuparti, almeno iniziamo a conoscerci, poi vediamo le cose come vanno.>>
Il ragazzo strinse le bretelle dello zaino contro il proprio petto. Perché provava una fitta al cuore pensare a loro insieme?! Perché provava quelle cose davanti a loro e per loro?! E' vero non poteva negare che non gli fossero indifferente, ma quello era troppo.
Senza dire nulla lo superò ed usci dalla libreria correndo verso la propria camera al dormitorio. Lasciandoli dove erano.

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