Capitolo 11.

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<<Piccolo..>> Sammy cercò di svegliare dolcemente Luka, ora mai, completamente addormento. <<Luka.>> Lo chiamò nuovamente, il piccolo si mosse aprendo gli occhi poco alla volta. <<Sammy.>> Lo chiamò dolcemente.
Il più grande sorrise. <<Piccolo dai svegliati.>> Luka si portò le nocche delle dita agli occhi, strofinandoseli, cercando di riprendersi. <<Altri cinque minuti.>> Chiese quasi supplichevole il più piccolo, girandosi dall'altra parte, sprofondando il viso nel cuscino dove aveva dormito Sammy e coprendosi con le coperte fin sopra il viso. Era freddo, quindi questo vuol dire che si era alzato molto tempo prima.
<<No piccolo, i cinque minuti sono già passati.>> Tornò a chiamarlo Sammy. Luka sbuffò, alzandosi di colpo e mettendosi seduto in mezzo al letto. Le luci della cucina erano accese, ma che ore erano?!. Luka guardò attraverso le portafinestra del piano inferiore che portavano sul balcone. Il cielo era scuro.
Spostò velocemente lo sguardo sul ragazzo seduto sul bordo del letto vicino a lui. <<Ma che ore sono?>> Chiese stupefatto Luka.
<<Le sei piccolo.>> Sammy sorrise dolcemente mentre si alzava da sopra al letto, mettendosi dritto con le braccia piegate sui fianchi. Luka corrugo la fronte. <<Mi hai svegliato alle sei di mattina?? Se avevi intenzione di mandarmi via potevi anche fare a meno di invitarmi.>> Si alzò di scatto da sopra al letto mettendosi in piedi proprio di fronte a lui. Sammy scoppiò a ridere. <<Piccolo..>> Lo chiamò quasi implorante. Luka si voltò di scatto scendendo le scale e andando al piano di sotto. Subito un buon profumino di patatine fritte e hamburger gli invase le narici. Il piccolo corrugò la fronte girandosi verso Sammy come a chiedere spiegazioni, che non tardarono ad arrivare.
<<Sono le sei di sera piccolo, no le sei di mattina.>> Luka spalancò gli occhi voltandosi nuovamente verso la tavola perfettamente apparecchiata.
<<Ho dormito tutto il giorno..>> Pensò ad alta voce.
<<Si piccolo.>>
<<Scusa..>> Disse mortificato.
Sammy sorrise dolcemente facendo qualche passo in avanti, lo raggiunse, gli poggiò una mano sulla tempia e si portò il piccolo vicino a lui, lasciandogli un lieve bacio sull'altra tempia del ragazzo. <<Tranquillo, immagino che in questi giorni hai dormito poco e niente e ieri sera sei andato a dormire tardi.>> Lo tranquillizzò Sammy.
Poco dopo Insieme si sedettero a tavola, iniziando a mangiare.
<<Devo tornare al dormitorio dopo.>> Ammise infine Luka rompendo il silenzio.
Sammy sorrise dolcemente, aspettandosi una cosa del genere. <<Certo, dopo ti ci accompagno.>>
<<Grazie.>>
Tutti e due ripresero a mangiare in silenzio e una volta finito Sammy sparecchiò la tavola mentre Luka si vestiva con i propri abiti già lavati, asciugati e stirati.
Una volta che entrambi ebbero finito, il più grande si vestì velocemente e lo riaccompagnò al dormitorio.
<<Scusami ancora.>> Disse infine Luka mentre Sammy fermò la macchina nel parcheggio del dormitorio.
<<Per cosa?>> Domandò perplesso Sammy.
<<Averti dato fastidio.>>
L'altro scoppiò a ridere. <<Tranquillo, non ti preoccupare. Non mi hai infastidito, piuttosto, la prossima volta che non sai dove andare, vieni a casa mia e non chiuderti in un pub squallido come quello.>>
<<Ma tu ci lavori in quel pub squallido.>> Scoppiò a ridere Luka.
Sammy sorrise. <<Non dirlo ai miei proprietari che l'ho definito così.>>
<<Grazie.>> Sorrise dolcemente Luka. <<È scusa ancora..>>
<<Tranquillo.. Tanto il mio ragazzo non è geloso quindi va bene. E poi sei un amico.>>
Luka spalancò gli occhi portandoli sul ragazzo vicino a lui. <<Il tuo ragazzo?>>
Sammy sorrise. <<Si sono fidanzato da due anni.>>
Luka rimase senza parole. <<E tu ci hai provato con me?>>
Il ragazzo sorrise ancora di più. <<Io ti ho solo chiesto di uscire.>> Si difese prontamente.
Luka si lasciò cadere indietro sul sedile, non credendo a tutte quelle rivelazioni. <<Te lo farò conoscere se vuoi.>>
Luka sorrise dolcemente. <<Certo che si.>> Attese qualche secondo e poi si protese verso lo sportello. <<Sarà meglio che io vada.>>
<<Si.>>
<<Ciao Sammy.>> I due si guardarono e dopo un leggero sorriso sulle labbra di entrambi Luka scese dall'auto e si diresse verso la sua camera. Attraversò molto velocemente il parcheggio del tutto vuoto dato che era sabato sera, tutti gli altri studenti del dormitorio erano andati fuori, passando il fine settimana fuori o erano semplicemente andati a ballare o da qualche altra parte.
Entrò velocemente nel dormitorio e raggiunse la sua camera molto velocemente. Una volta in camera si fece una lunga doccia calda e si mise una delle felpe larghe che aveva trovato nell'armadio, con un pantalone della tuta semi aderente e si mise tranquillo al centro del proprio letto, sotto le coperte, mentre accese la tv e iniziò a cambiare canale cercando qualche bel programma da vedere.
Quando si riprese erano passate le due di notte. Si alzò dal letto e si avvinò al piccolo frigo che c'era vicino alla scrivania sotto la finestra e prese una bottiglina di acqua naturale. Una volta aperta e dopo aver bevuto qualche sorso, la appoggiò sul piano della scrivania semi vuoto, ancora ricoperto da quei pochi libri dove il giorno prima, il piccolo Luka ci aveva perso la testa, Dopo che aveva dato buca a Sammy, si era buttato a capofitto nello studio, con la speranza di riuscire a distrarsi,  cosa inutile, dato che alla fine aveva ceduto ed era andato a casa di Chearls e Sam.
Alzò la testa, guardando il soffitto, la testa iniziava a fargli male a causa dei troppi pensieri, decise di rimettersi a letto e cercare di riposare un po', quando all'improvviso iniziò a sentire il proprio cellulare squillare. Lo prese dalla tasca del gubbino che era stata buttata a terra poco prima e dopo aver guardato il display per vedere chi fosse rispose.
<<Pronto..>> Luka Si sistemò meglio nel letto, coprendosi con le coperte fino al mento, dopo aver azzerato il volume della televisione.
<<Ehi..>> La voce calda e dolce di Sam fece sentire un enorme peso sul cuore di Luka. <<Pensavo stessi dormendo..>>
Il piccolo sorrise. <<E hai avuto la brillante idea di chiamarmi nonostante quel pensiero.>> Sam sorrise attraverso il telefono.
<<Ti ho svegliato?>>
<<No, tranquillo. Tanto non dormivo comunque.. Non riesco a dormire.>> Confessò Luka infine.
<<Nemmeno io.>>
Fra i due cadde un silenzio che durò qualche secondo.
<<Chearls pensa che tornerai con noi, posso alimentare questo suo pensiero?>> Chiese speranzoso con un filo di voce e la paura che ne faceva da padrone.
<<Sam.. Ascolta..>> Iniziò. <<Io sono venuto li, ho tirato fuori tutte le mie paure e voi non avete fatto nulla..>> Le lacrime iniziarono di nuovo a riempire gli occhi del ragazzo ricordando quel momento.
<<Lo so.. scusa..>>
<<E' inutile che ora mi chiedi scusa. Ho iniziato questa storia qualche mese fa con un milione di paure addosso eppure l'ho fatto.>> Fa una piccola pausa a causa di un singhiozzo che proprio non riusciva più a trattenere. <<Ho sempre cercato di non mettermi troppo in mezzo a voi, di lascarvi i vostri spazi, di non infastidirvi. Sperando che voi due potevate abituarvi velocemente a me. Quando non ci vedevamo per giorni interi non dicevo nulla nonostante mi mancavate.>> Le parole gli morirono in bocca, non riusciva più ad andare avanti. Si sentiva troppo vulnerabile.
<<E' che abbiamo paura..>> Disse Sam con la voce spezzata dopo un attimo di pausa.
<<Non avete paura solo voi.>>La voce sottile, il tono spezzato, gli occhi colmi di lacrime. <<Voi potete condividere le paure, sostenervi l'un l'altro, io sono da solo.. In tutto questo voi due state insieme e io da solo.>>
<<Non sei da solo..>>
<<Si, anche quando sono venuto da voi.. Io stavo dicendo le mie paure e voi avevate capito solo una parte del discorso.>>
Luka si coprì gli occhi con l'incavatura del braccio, ora mai le lacrime avevano avuto la meglio, gli avevano rigato tutto il viso, fino a finire sul cuscino ora mai zuppo. I singhiozzi non riuscivano più a stare in silenzio. Tutte quelle emozioni, trattenute, fino a quel momento stavano avendo la meglio. Tutti quei pensieri, quelle paure, quelle insicurezze, che fino a quel momento erano state nascoste ora stavano straboccando. <<Io non voglio lasciarvi, ma andare avanti in quel modo.. Io non riesco..>>Disse il piccolo fra un singhiozzo e l'altro. <<Scusami, ma davvero io non ce la faccio..>> Quelle furono le ultime parole prima di chiudere la chiamata, nessun'altra parola, nessun'altro gesto di scuse, più il nulla. il vuoto. Inconsapevole che dall'altra parte del telefono c'erano due ragazzi con il cuore completamente spezzato.
<<Hai sentito vero?>> Chiese Sam mentre si chiudeva nella coperta di lana cercando di scaldarsi, ma inutilmente.
<<Si.>> Rispose Chearls, mentre si affacciava dalla vetrata della sala per ammirare la citta di notte, piena di luci, mentre l'acqua scendeva dal cielo e bagnava l'intero paese. <<Lo abbiamo distrutto.>> Asserì sempre lui, mettendosi una mano della tasca dei jeans, mentre con l'altra si portava il bicchiere colmo di liquore alle labbra, per poi berlo tutto in un unico sorso.

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