Capitolo 4.

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Quel pomeriggio Luka andò via prima dal corso di letteratura, mancava qualche minuto prima delle sette e decise di tornare in camera prima, cosi che avrebbe potuto prepararsi con calma, si era inventato la classica scusa da liceale, quella che doveva studiare perché l'indomani aveva una specie di pre-esame, cosa che gli altri approvarono subito, sapevano che il ragazzo era uno dei primi nel suo corso e di certo non voleva che a causa di un passatempo la media del ragazzo si abbassasse, anche perché quel pomeriggio avrebbero letto qualche strofa di un certo poema di qualche famoso Poeta per poi discuterne insieme, cosa che Luka aveva già fatto e rifatto.
Non appena arrivò in camera, buttò lo zaino sulla poltroncina vicino al letto per poi constatare che in camera Rin non c'era, era uscito da poco perché si sentiva ancora la scia di profumo che usava lui tutte le volte che aveva qualche appuntamento impegnativo. Il ragazzo aprì l'armadio prendendo un jeans nero aderente con una camicia a tinta unita di colore bianco, tutti dicevano che vestito in quel modo stava bene e quindi dato che lui voleva approfittarne per fare colpo sui ragazzi, perché non usarli? Fece una doccia veloce e dopo essersi pettinato alla meglio si mise un po' di profumo, tanto quanto bastava per non coprire il suo profumo naturale del corpo.
Uscì dal bagno e controllò il telefono, mancava ancora un po' all'incontro a casa loro quindi decise di sedersi e controllò se cerano messaggi e ne trovò una da Rin.

Rin: Ehi, piccolo.. Allora, pronto??

Luka sorrise, si preoccupava sempre per lui, in qualsiasi circostanza pensava sempre a lui e questo non fece altro che rassicurarlo ancora di più, Il ragazzo si mise in piedi davanti lo specchio attaccato vicino la porta del bagno dove si fece una foto intera, da capo a piede per poi mandargliela.

Luka: Cosa dici, sono abbastanza presentabile?

Aspettò qualche secondo la risposta dell'amico, con il timore che forse aveva esagerato, forse era troppo elegante, o non andava bene, doveva vestirsi più naturale, infondo a lui lo hanno conosciuto così. Ma non appena vide la risposta dell'amico il ragazzo si tranquillizzò.

Rin: Sei perfetto!! Cazzo.. Se fossi gay mi fionderei su di te senza pensarci due volte.

Luka rise tanto da arrivare ad avere gli occhi lucidi.

Luka: Chi ti dice che ti lascerei arrivare a me?

Rin: Ti farei una corte spietata altrimenti, e arriveresti esausto e infine dirmi "Si sposiamoci".

Il ragazzo rise ancora di più, per poi guardare l'ora e accorgersi che se non si muoveva avrebbe fato tardi, era meglio non rischiare.

Luka: Idiota!! io vado augurami buona fortuna.

Rin: Buona fortuna piccolo!!! Per qualsiasi cosa chiamami.

Luka: Certo. Grazie!!

il ragazzo prese il cellulare per poi infilarlo nella tasca dei jeans, si mise il gubbino e prese la sciarpa per attorcigliarsela intorno al collo, mentre tornava al dormitorio aveva notato che in quel tardo pomeriggio faceva più freddo del solito. Fece un bel respiro profondo ed uscì dalla stanza dirigendosi verso casa dei due ragazzi, la sera prima gli avevano mandato un messaggio con l'indirizzo di casa loro e Luka non si meravigliò quando vide che era uno dei posti più costosi di Londra, di solito in quel quartiere ci vivevano famiglie, uomini o donne molto benestanti, provenienti da famiglie ricche o che si erano costruite una vita indipendente nei migliore dei modi. Per fortuna distava poco dal dormitorio dell'università, a piedi ci volevano più o meno i cinque minuti. Quando il ragazzo arrivò all'indirizzo indicatogli nel messaggio, si trovò un grattacielo rettangolare dove non si vedeva nemmeno la fine, era affacciato tutto da specchi, Luka tornò in se, guardando davanti a lui, fece un lungo sospiro per poi avvicinarsi alla porta fatta interamente di vetro, guardò i citofoni e fra la moltitudine di nomi vide "Black" e "Lich" Ovvero i cognomi di Charls e Sam, il ragazzo un po' con la mano tremante suonò sul pulsante vicino i nomi. Attese qualche secondo per poi all'improvviso una voce si fece sentire attraverso l'apparecchio.
<<Ultimo piano.>>
Era la voce di Sam e Luka subito lo capì. Disse semplicemente quelle due parole, il ragazzo titubò qualche secondo per poi accordarsi che c'era la videocamera vicino ai nomi, non appena la porta venne aperta il ragazzo la superò e si diresse verso l'ascensore, trovandosi in mezzo a quell'enorme patrio, le scale ci giravano intorno, e il pianerottolo era coperto da alcune piante qua e la ed era tutto bianco, molto asettico, non trasmetteva alcuna emozione. Il ragazzo chiamò l'ascensore e dopo più di un minuto arrivò, spalancandosi con le porte davanti al ragazzo, entrò e guardò per qualche secondo i numeri riportati vicino le porte, l'ultimo era il numero "20" Quindi premette quello e subito dopo l'ascensore cosparso da specchi si chiuse, il movimento era quasi inesistente, non si percepiva nulla. Quando le porte si aprirono il ragazzo fece qualche passo verso il pianerottolo dove si trovava e si guardò intorno cercando una qualche porta aperta o altro, c'erano sei appartamenti, continuava a guardarsi intorno, ma ancora nulla, fece qualche passo ancora verso avanti, guardando meglio. Alla fine notò la porta alla sua destra lievemente aperta, gli si avvicinò e sopra su una targhetta colorata in nero, ci trovò la stessa scritta che c'era sul citofono, i cognomi scritti con un perfetto corsivo di colore rosso scuro. Fece un lungo sospiro e poi lievemente aprì la porta, facendo qualche passo in avanti.
<<Permesso..>> Parlò quasi con paura.
Non appena fu dentro si chiuse la porta alle spalle restando sbalordito dalla bellezza di quella casa. Era enorme, con cucina e sala in un unico locale.
La cucina era ad angolo, le mura erano nere con qualche intaglio dentro di colore oro, era come se dei rami uno legato all'altro si spargessero in tutte le mura. Vicino la cucina, affacciate sulla penisola c'erano tre sgabelli, tutti i mobili erano in mogano scuro.
Mentre la parete in sala era a quadri stracolma di libri. Nell'angolo si trovava un camino con i mattoni a vista di un colore rosso scuro, al centro della sala c'era un basso tavolino in mogano scuro e tre divano in pelle di colore nero lucido, la parete di fronte a lui era fatta interamente da una vetrata  che affacciava nel cielo scuro di Londra, alcuni faretti erano accese sul soffitto per dare luce al tutto. Continuava a guardarsi intorno, notando che non c'era nessuno. Fece un lungo sospiro, portandosi le mani nelle tasche  del gubbino, avvicinandosi alla libreria, dando un occhiata ai libri riposti su ogni piano. Erano libri rari, per lo più, molti riguardavano la psicologia, la materia in cui si stanno specializzando entrambi. Si portò il labbro inferiore fra i denti ed iniziò per torturarselo, lo faceva spesso quando era agitato o nervoso e in quel momento era entrambi. Iniziò a morderlo e torturarselo fino a quando sentì l'impronta dei propri denti conficcatosi su che faceva male.
<<Interessante?>> Quella voce che ormai conosceva abbastanza bene lo fece trasalire. Si voltò di scatto, lasciando andare il labbro a quella tortura estenuante fino a quel momento.
Sorrise incrociando gli occhi limpidi del ragazzo alto e muscoloso davanti a lui. 
<<Si molto.>> Anche se quella risposta non riferita ai libri, ma a ciò che aveva davanti, era a metà delle scale e lo stava fissando con occhi divoratrici mentre era appoggiata alla ringhiera con il fianco e le braccia incrociate al petto. Indossava un semplice jeans bianco abbastanza aderente con un maglioncino sopra.
Luka sorrise dolcemente e Charls prese a scendere gli ultimi scalini.
<<Scusa se ti abbiamo fatto aspettare, ma Sam quando pretende le coccole non lo smuove nessuno.>> Luka strinse i denti, ingoiando il groppo in gola che si stava formando, più parlava con loro a volte e più capiva che lui non c'entrava nulla con loro due. Sorrise dolcemente senza dire nulla, Charls lo guardò per poi dirigersi verso la cucina, Luka lo seguì.
<<Siediti.>> Indicando uno dei sgabelli. Il ragazzo si sedette e si strinse ancora di più in se stesso. nascondendo le mani nelle tasche del gubbino e il viso nella sciarpa, aveva leggermente freddo.
<<Hai freddo?>> Chiese Charls come se gli stesse leggendo dentro.
il ragazzo si mise dritto e facendo un cenno di diniego sorrise.
<<Puoi toglierlo il gubbino, lo sai vero.>>
Luka si accigliò, sorridendo mortificato, tolse la sciarpa per poi sfilarsi il gubbino, lo appoggiò su uno sgabello vicino a lui e si mise con i gomiti piegati e le braccia incrociate, sulla penisola guardando il ragazzo davanti a se, dall'altra parte del tavolo, il quale non gli aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
<<Vuoi qualcosa da bere?>> Chiese premuroso il padrone di casa.
Improvvisamente il ragazzo sentì la bocca leggermente arida.
<<Un bicchiere d'acqua per favore.>>
Il ragazzo curvò le labbra in un leggero sorriso prendendogli un bicchiere d'acqua fresca dal frigo, mentre beveva scese le scale anche Sam e non appena lo vide sorrise dolcemente.
<<Ciao piccolo.>> Si avvicinò a lui avvolgendo le spalle con un braccio e lasciandogli un lieve bacio sulla tempia. Luka sorrise un po' per l'imbarazzo dovuta all'improvvisa dolcezza di Sam.
<<Ciao.>> Rispose semplicemente guardandolo negli occhi di un blu profondo.
Sam si staccò da lui andando a mettersi vicino al proprio ragazzo appoggiatosi con la schiena vicino la cucina e lo sguardo rivolto verso il più ragazzo.
Per qualche secondo nessuno parlò.
<<Ordiniamo la pizza?>> Propose Sam.
Charls annuì per poi guardarmi. <<Come la preferisci?>>
<<Ehm.. Prosciutto.>> sorrise alquanto imbarazzato, di solito i bambini la ordinano così.
Entrambi annuirono e sorrisero pensando la stessa cosa del ragazzo, Sam si allontanò prendendo il telefono dalla sala e facendo l'ordinazione. Charls non distolte mai gli occhi da lui.
<<Perché continui a guardarmi?>> Dal tono di voce si capiva che era piuttosto in imbarazzo.
L'altro sorrise dolcemente per la prima volta in tutta la serata e rispose. <<Perché sei bellissimo.>> Con tutta la calma del mondo disse quelle parole, come se fosse la cosa più naturale e l'unica risposta plausibile a quella domanda fattagli. Il più piccolo abbassò il viso sulle sue mani avvolte intorno al bicchiere dove prima aveva bevuto l'acqua, non voleva fargli vedere il proprio viso mentre diventava rosso dall'imbarazzo. Il cuore di Luka iniziò a battere forte, e la testa vorticarsi, quelle parole nella sua testa sembrano solo un sogno.
<<Ehm.. Grazie.>> Charls sorrise nel sentire la voce fievole del ragazzo.
Arrivò Sam in cucina. <<Ci mettiamo in sala ad aspettare?>> Charls prese a seguirlo e Luka scese dallo sgabello per seguire i due. La coppia si sedette su uno dei divani, mentre Luka si sedette su quello di fronte, mentre Sam si accoccolò vicino il fianco di Charls, mentre gli circondava il braccio con la spalla, per poi darsi un lieve bacio, ma pieno di passione, si sorrisero dolcemente e si guardavano con quegli occhi da innamorati, Luka sentì una fitta al cuore, voleva starci anche lui li, su quel divano con loro. Voleva anche lui che lo guardassero con quegli occhi e che sorrisero a lui come si sorridevano fra di loro. Fece un lungo sospiro impercettibile per la coppia presa fra le loro coccole e parole dolci, abbassò il viso sentendosi di troppo.
Dopo qualche secondo, Alzò di nuovo gli occhi e i due fecero lo stesso guardando il ragazzo e facendogli un sorriso dolce.
<<Allora ci hai pensato?>> Chiese Sam a bruciapelo.
<<Cosa?>> Si accigliò Luka, non capendo il discorso tirato fuori così all'improvviso.
<<A noi.>> Per qualche secondo il più piccolo rimase interdetto.
<<Si ci ho pensato.>>Rispose semplicemente, facendo calare di nuovo il silenzio di un enorme appartamento.
<<E..?>> lo incalzò Charls, implorandolo mentalmente di parlare e di fare in modo che la riposta sia positiva.
<<Voglio provarci.>> Disse fermamente guardando negli occhi prima uno, poi l'altro. Entrambi sorrisero di gioia.
<<Davvero??>> Esclamò Sam entusiasto.
Il ragazzo annui sorridendo dolcemente.
<<Ma io non ho mai avuto una storia a tre quindi non so come funziona.>> Chiese portandosi le mani sulle avanti e agitandole un tantino per poi farle cadere nuovamente sulle gambe.
<<Hai mai avuto una storia con un ragazzo?>>
Il ragazzo annui leggermente. <<Si..>>
Sam si accigliò nel vedergli il sorriso sparirgli dal viso.
<<Era una storia seria?>>
<<Non ha più importanza.>> Rispose semplicemente il ragazzo facendo cadere l'argomento nel vuoto. Non amava parlare delle sue storie passate.
<<E' la stessa cosa, sono che hai due persone da amare al posto di una.>> Scherzò ironico Charls facendo in modo di far tornare la conversazione su un tono più leggero.
il suono del citofono irruppe nella casa.
<<E' la pizza, vado io.>> Si offrì Sam alzandosi dal divano per poi rispondere e scendere facendo calare il silenzio in salotto.
Dopo qualche minuto si trovarono tutti seduti intorno al tavolino basso messo in mezzo la sala a mangiare la pizza ordinata.
<<Come funzionerebbe la cosa?>> Chiese incuriosito Luka guardando gli altri due.
Sam gli sorrise dolcemente. <<Andremo con la calma ovviamente, non vogliamo di certo stravolgerti la vita. Tu avrai la tua camera qui per quando rimarrai a dormire da noi, avrai tutto ciò che ti serve. Non lo diremo a nessuno all'inizio, la gente non ha una mente aperta e quindi potrebbero fare qualcosa di avventato ed è meglio evitare, ci vedremo per lo più il fine settimana qui e durante la settimana quando ci sarà tempo, anche perché entrambi lavoriamo. Per qualsiasi cosa basta che ci parli, rivolveremo qualsiasi problema insieme.>>  
Luka si prese qualche secondo per assimilare tutto ciò che gli aveva detto il ragazzo davanti a lui, si appoggiò con la schiena contro il divano dietro di lui e tornò a guardare entrambe e non solo il ragazzo con cui stava parlando.
<<Avete mai avuto altre relazioni come questa?>>
<<Abbiamo provato, per questo questa volta vogliamo andare con la calma senza correre.>> Gli precisò Sam.
<<Io che posto avrei in tutto questo?>>
I due si guardarono non capendo la domanda.
Luka sorrise amaramente. <<Voi due siete una coppia già da molto tempo, quindi per voi è normale capirvi con un solo sguardo come ora, mentre io sarei una persona esterna, non saprei come comportarmi o cosa dire.>>
Sam si accigliò cercando di capire il discorso che stava facendo il ragazzo. <<Praticamente stai dicendo che ti sentiresti di troppo?>> Charles lo guardò interdetto. Luka sorrise amaramente, riuscendo a guardare negli occhi il ragazzo aveva centrato il punto.
<<Si...>> Rispose semplicemente infine.

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