Capitolo 3.

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L'attenzione del piccolo Luka venne presa dalla porta del ristorante aprirsi, alzò gli occhi, incrociandoli con quelli del suo compagno di stanza che non appena lo vide gli sorrise dolcemente, tornò a sedersi al posto in cui stava prima e non disse più nulla.
<<Cosa hai ordinato?>> Chiese Sam per rompere quell'imbarazzante silenzio, tutti gli occhi da Rin passarono al bel biondo dagli occhi marini. <<Un po' di tutto.>> La voce di Charls così profonda e decisa fece percorrere un brivido di eccitazione lungo la schiena di Luka. Non si era mai ritrovato in una situazione del genere, come poteva essere possibile una cosa del genere?! Il più piccolo si strinse nella felpa che aveva messo quel giorno sentendosi un po' fuori luogo con quei due ragazzi seduti vicino a lui.
<<Come mai non hai mangiato in questi giorni?>> Chiese Sam spostando poi la sua attenzione su Luka.
<<Non avevo fame.>> Fece un piccolo sorriso ironico sperando che gli altri coglievano la battuta, gli altri lo guardarono e l'unico a ridere fu Charls, il piccolo lo guardò quasi come un ancora di salvataggio, spostò la sua attenzione sul più grande mentre rideva e rimase colpito di ciò che si palesava davanti ai suoi occhi. Un uomo, se così si può dire, con un meraviglioso sorriso che potrebbe semplicemente far invidia agli angeli, si coprì le labbra nascondendo il suo sorriso, Luka ci rimase un pochino male per quel suo gesto, lo avrebbe guardato fino a stancarsi, e questo non poteva di certo accadere.
<<Sei simpatico piccoletto.>> Riuscì a dire fra un sorriso e l'altro. <<Noi vogliamo sapere il motivo per cui non avevi fame però>> Insistette Sam, mentre rideva. <<Pensieri.>> Rispose semplicemente il più è piccolo, non poteva di certo dirgli che era a causa loro. <<E a cosa pensavi?>> Chiese incuriosito Sam. Parlava sempre lui ormai.
<<Nulla di specifico.>>
<<Problemi in amore?>>
<<Diciamo di si.>>
<<Hai avuto qualche dichiarazione?>> Sam appoggiò il gomito sul tavolino appoggiandosi con la guancia sulla mano e appoggiando ancora di più i suoi occhi su di me.
<<Diciamo di si.>> Rispose piano.
<<E..?>>
<<Nulla.>>
In un secondo spezzato Luka sentì il suo viso arrossarsi ripensando alla conversazione avuta in libreria. <<Ha paura.>> All'improvviso la voce di Rin spezzò quel lungo silenzio. Il piccolo spalancò gli occhi, non era da lui spifferare tutto ciò che riguardava loro e ciò che si dicevano.
<<Paura di cosa?>> Chiese impressivamente Charls. <<Essere ferito.>> I suoi occhi non si spostavano dal suo compagno di stanza che non smise nemmeno lui di guardarlo.
Perché si comportava in quel modo, aprì la bocca per chiederglielo, ma arrivò la cameriera con dei vassoi pieni di schifezze, il piccolo e Rin spalancarono gli occhi, non avevano mai visti tutti quei dolci in vita loro e molte di quelle cose non sapevano nemmeno che quel locale le vendesse.
<<Ti piacciono le cose dolci o sbaglio?>> Chiese Sam guardandolo. <<Si.>> Quasi in un soffio si riuscì a sentire la risposta del piccolo che sentì Rin ridere di fronte a lui. Luka spostò lo sguardo da un ragazzo all'altro della coppia, non capendo il significato di tutto quello.
Arrivò nuovamente un altra cameriera con un vassoio in mano e sopra del cioccolato in tazza grande con panna montata e un bastoncino di cannella, la cameriera prese la tazza e la poggiò davanti al più piccolo che nel mentre sgranò ancora di più gli occhi e rise tanto dalla contentezza, per lui era come se fosse un bambino entrato in un negozio di giocattoli potendo comprare tutto ciò che voleva. Guardò il ragazzo moro con un enorme sorriso sul viso, non appena lo vide il ragazzo sorrise a sua volta. Luka tornò ad abbassare il viso davanti a tutto quel cibo.
<<Sto ingrassando solo a guardare.>> Esponendo i suoi pensieri ad alta voce fece ridere tutti gli altri componenti del tavolo.
Il pranzo fatto in ritardo o la merenda fatta in anticipo, non sapendo bene come definire tutto quello, passò in modo tranquillo e con Luka che assaggiando un po' di tutto si sentì subito meglio.
Quando la sera tornarono in dormitorio solo lui e Rin, il piccolo si buttò sul letto esausto, la coppia di fidanzatini erano andati via dopo aver mangiato, hanno anche insistito per voler pagare tutto loro.
<<Sabato c'è un altra festa qui al campus, vuoi venire?>>
<<No.>>
I suoi occhi vagarono per il soffitto ripensando a tutto ciò che è successo nel primo pomeriggio.
<<Perché hai detto loro tutte quelle cose?>>
Lo guardò mentre l'altro si sedeva alla scrivania e si tolse la maglia sfoderando i suoi bellissimi muscoli della schiena. Molto delineati con delle leggere incavatura che li delimitavano meglio. Luka si perse un po' più del solito nel guardarli. Quelli di Charls saranno molto più grandi di questi e più delineati, sarebbe belli passargli su la lingua ad ogni incavatura e ad ogni piccolo passo lasciare qualche segno. Toccarli sarebbe la cosa più eccitante, sentire quanto fossero sodi e duri, caldi..
<<Sono loro quelli che ti hanno chiesto di entrare a far parte della loro coppia..>>
La voce di Rin riportò il ragazzo alla realtà. Il piccolo senti un leggero formicolio nel basso ventre, era l'inizio di un'eccitazione. Solo il pensiero lo faceva sentire così, allora come poteva essere averlo addosso?! <<Ehi.. Mi stai ascoltando?>>
Luka si distolse dai suoi pensieri guardando Rin, e notando che continuava a guardarlo, il piccolo corrugò la fronte alzandosi si gomiti per guardarlo meglio.
<<Allora non hai sentito proprio nulla di ciò che ti ho detto..>> Il suo tono non era dei migliori, anzi, era triste e basso. <<Scusa, ero sovrappensiero.>> Ammise in fine il piccolo lasciandosi cadere nuovamente sul letto.
<<Pensavi a quei due ragazzi?>>
<<Si..>> Ammise quasi con paura.
<<Sono loro che ti hanno chiesto quella cosa a tre vero?>>
<<Come hai fatto a capirlo?>>
Il più grande sorrise. <<Non si sono mai avvicinati a me o qualcun altro dell'università che non fosse della loro comitiva e come per magia, ad un certo punto si avvicinano a te come se nulla fosse offrendoci un pranzo con i fiocchi.>> Lo informò Rin.
<<Penso mi piacciano.>>
<<Che ti piacciano, credo che sia ovvio.>>
<<Cosa vorresti dire?>>
<<Te li stavi mangiando con gli occhi.>>
Luka sgranò di colpo gli occhi, sentendosi il viso diventare di un colorito rossastro si attorcigliò intorno alla coperta diventando quasi come un piccolo bruco che si rinchiude nel suo bozzolo.
<<Non è vero.>> Riuscì a dire in fine.
<<Buttati.>>
Il piccolo scoprì la testa da otto al cuscino e lo guardò, vide che il suo compagno di stanza non lo stava più guardando, ma era concentrato a leggere qualcosa davanti a lui.
<<Ho paura.>>
<<Se non ti butti non potrai mia affrontare questa paura.>>
Stava per ribattere quando il cellulare dalla tasca dei suoi jeans emanò un suono di un messaggio. Il piccolo tornò nel suo bozzolo e sfilo piano il telefono dalla tasca, non appena lo accese la luce del display gli mandarono a fuoco i nervi oculari, tanto che dovette aspettare qualche secondo prima di adattarsi alla luce in mezzo a quella oscurità e poter vedere di chi era il messaggio. Non appena si fu adattato sblocco il telefono e non appena vide il messaggio corrugò la fronte.

Il piccolo Luka.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora