Capitolo 9.

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Charles: Per favore rispondi. Ho bisogno di parlarti.

Il ragazzo premette invio per l'ennesima volta. Inviò per l'ennesima volta uno dei tanti messaggi per il più piccolo. Lasciò che il cellulare scivolò dalle sue mani per poi lasciarlo per terra vicino le sue gambe. Si sbottonò i primi tre bottoni della camicia che indossava in quel momento, divaricò le gambe per stare più comodo e reclinò la testa all'indietro poggiandola sulle gambe del proprio ragazzo. Alzò e Guardò gli occhi metallici di Sam, cercò di fargli un sorriso cercando di rassicurandolo, ma ora mai quell'uomo lo conosceva meglio di chiunque altro.
<<Non risponde vero?>> Charles divenne serio e fece un piccolo cenno di diniego con il capo. Sam spostò gli occhi dai suoi e iniziò a torturarsi le mani chiudendosi ancora di più nella piccola e calda coperta che lo stava avvolgendo. Charles contrasse la mascella per poi alzarsi da sopra al tappeto e sedersi sul divano vicino al proprio ragazzo avvolgendolo con le sue forti e grandi braccia. Sam si accoccolò vicino a lui, poggiandosi con la testa sul petto dell'altro ragazzo lasciandosi cullare dal battito del cuore.
<<Oggi in mensa stava per piangere..>> Disse Sam con un filo di voce, rannicchiandosi ancora di più sopra il proprio compagno.
<<Lo so piccolo.>> Asserì Charles iniziando ad accarezzargli i capelli mentre si poggiava con il mento sopra il capo del ragazzo.
<<Poi quello che ci stava provando con lui..>>
<<..E lui che ci stava.>> Lo interruppe Charles.
Per qualche secondo in quella casa cadde un lungo e profondo silenzio, fatto di pensieri, parole non dette e paure nascoste. 
<<Ho paura.>> Ammise infine Sam interrompendo quell'assordante silenzio. Charles lo strinse ancora di più a se, facendogli capire che quella mancanza che lui aveva non la provava solo lui.
Dopo qualche minuto fermi in quella posizione il campanello della porta suonò facendo riecheggiare un "Bip" per tutta la casa. Sam si alzò controvoglia dal corpo del proprio ragazzo, lasciandolo libero di alzarsi e muoversi. Il più grande si diresse subito vicino alla porta dopo essersi alzato. Aprì la porta rimanendo pietrificato nel vedere chi ci fosse dall'altro lato, dato che non aveva nemmeno visto chi fosse dallo spioncino.
<<Dovevi parlarmi no?>> Chiese quasi ironico il piccolo Luka, dopo qualche secondo di silenzio, comparso davanti la porta. Charles spalancò ancora di più gli occhi non credendo ai suoi occhi. 
Dopo qualche secondo di incoscienza finalmente Charles si riprese. <<Si..>>
Luka senza aggiungere altro fece un sorriso cordiale e il più grande si mise da parte per lasciarlo passare e farlo entrare. Sam si voltò di scatto da sopra al divano, guardando il ragazzo appena entrato in casa. Luka si guardò intorno spaesato per qualche attimo, quel posto nonostante non lo vedesse da un po' era rimasto tutto praticamente uguale a prima.
<<È da oggi che non riuscivamo a rintracciarti piccolo..>> Ammise con tono preoccupato Sam mentre si alzava dal divano per raggiungere il ragazzo fermo al centro della sala. Luka lo guardò senza aggiungere una sola parola.
<<Sono le undici passate, ci hai fatto preoccupare.>> Disse con voce dura Charles.
<<Avevo da fare.>> Il tono di voce freddo e duro del ragazzo riecheggiò in quelle quattro dura come fili taglienti negli animi dei due ragazzi vicino a lui.
<<Si può sapere cosa hai?>> Chiese severo Charles nascondendo il dolore provocare da quelle semplici parole.
<<Nulla, sono venuto solo perché mi avete detto che volevate parlarmi.>> Gli occhi verde, lucidi a causa dal contrasto delle mille emozioni provate in quel momento. Avrebbe voluto saltare addosso a loro, e poterli amare, ma quello è impossibile.
<<Cosa voleva quel ragazzo che si è seduto vicino a te oggi in mensa?>> Iniziò Sam allontanandosi un po' da lui e sedendosi sulla spalliera del divano incrociando le braccia al petto, guardando fissò il ragazzo negli occhi verdi.
<<Un amico di Rin.>> Disse semplicemente mentre si metteva le mani nelle tasche del gubbino in pelle e abbassando le sguardo sul pavimento scuro.
<<Ti stava un pochino troppo vicino.>> Ammise Charles poggiandosi con la schiena alla porta chiusa dietro al ragazzo.
<<Mi ha chiesto di uscire.>> Iniziò a raccontare. <<Ma alla fine non sono riuscito ad andare.>>
<<Perché?>> Domandò Sam.
<<Perché volevo stare con voi.>>
<<Per questo ci hai evitato tutto il giorno?>> Insistette Charles. <<Bastava che tu venissi qui o che ci chiamassi e ci saremmo visti.>>
Luka sorrise amaramente. <<Per voi è tutto facile.>>
<<Cosa vuoi dire?>> Chiese Sam.
Luka sentì un enorme peso sul petto.
<<Nulla.>> Disse dopo qualche secondo. <<Non voglio dire nulla.>>
Si voltò di scatto verso la porta abbassando ancora di più la testa sentendo gli occhi bruciare a causa delle lacrime. Charles non si mosse, per lasciarlo uscire.
<<Dicci quale è il problema.>> Insistette Sam.
Luka attese qualche secondo prima di rispondere. <<Voi vivete insieme e condividete ogni cosa, mentre io vivo da solo. Voi andare a dormire insieme, mangiate insieme, condividete ogni attimo della giornata, mentre io mi aggiungo a voi ogni tanto quando voi avete tempo per me..>> Fece una piccola pausa cercando di riprendersi, ma inutilmente, le lacrime iniziarono a rigargli il viso, scendendogli lungo le guance e infine andando a bagnare il pavimento. <<Voi mi chiamate solo quando avete voglia di scopare, e basta. Io sono di troppo in tutto questo, non c'è un filo di dolcezza o amore.>> Un singhiozzo interruppe il suo fiume di parole. <<Io non voglio questo..>> Disse quasi implorante. <<Io vorrei che questa relazione fosse alla pari per tutti e tre. Vorrei poter dormire con voi, almeno quando sono qui, vorrei poter uscire con voi e non solo stare chiusi in una camera da letto quando ci vediamo..>>
<<Basta.>> Lo interruppe Charles con la sua solita voce ferma e decisa.
Luka spalancò gli occhi ancora pieni di lacrime. <<Basta.>> Ripetè Charles più dolcemente.
<<Stai dicendo che noi da te vogliamo solo il sesso giusto?>> Chiese più dolcemente Sam.
Luka sorrise amaramente, non del tutto stupito dal fatto che entrambi abbiamo capito solo una parte del discorso. <<Lasciate stare.>>.
Luka fece qualche passo in avanti raggiungendo la porta, senza esitazione Charles si spostò lasciandolo passare. Il piccolo ragazzo uscì di corsa da quell'appartamento, prese l'ascensore e andò via, il più lontano possibile.
<<Perché lo hai lasciato andare?>> Chiese Sam senza scomporsi, restando fermo nella posizione in cui era prima.
<<Tornerà.>> Disse quasi incerto Charles richiudendo la porta dove il piccolo ragazzo era uscito poco prima. Sentendo un enorme vuoto creato dentro di lui proprio in quel momento.

Il piccolo Luka.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora