Capitolo Otto

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Harry, amore mio,
come stai?
È una domanda stupida, lo so, come può stare un ragazzo in guerra, lontano dal suo regno e dal suo principe?
Mi manchi così tanto che mi sembra di impazzire, ti rivoglio qui con me, a proteggermi da ogni cosa. So che è quello che stai facendo lì fuori, ma ho bisogno di te al mio fianco.
Sai, non credo mi piaccia l'allenamento con Liam, lui non è te, non è bravo quanto te. E poi, sembra avere sempre la testa da qualche altra parte, come se pensasse a qualcosa che non è l'allenarmi. Non so, probabilmente smetterò di farlo e riprenderò con te, quando tornerai.

L'altra sera pensavo a quanto mi manca averti nel mio letto. È troppo freddo, senza te accanto a me, e inoltre non ricordavo che fosse così grande. Credo sia diventato anche un po' più scomodo, da come era prima che te ne andassi.
Torna presto, Harry, ricorda che io, qui, non posso resistere a lungo senza te.

***

Louis aveva rischiato di cadere e spezzarsi qualche osso, tanto veloce aveva sceso quelle scale per raggiungere la palestra. Stringeva forte fra le mani un foglio di carta, e quando Harry sentì la porta aprirsi capì che era il principe senza neppure doversi voltare. In fondo, era l'ora dell'allenamento.

Si voltò quando vide Martin fare un inchino e trovò Louis a pochi passi di distanza da sé, rigido nei suoi abiti che lui non sarebbe riuscito mai a portare per così tante ore al giorno.

"Louis" lo salutò, chinando il capo in segno di rispetto, anche se gli sembrava un po' strano farlo, dopo quello che era successo qualche giorno prima.

"Oggi non mi allenerò, devo ancora riprendermi dal mal di stomaco dei giorni passati. Riprenderemo domani, se ne avrò voglia" annunciò il principe, mantenendo un tono di voce che Harry gli sentiva usare solo in occasioni ufficiali o di estrema importanza.

La guardia aprì la bocca per dire qualcosa, ma l'improvvisa vicinanza di Louis lo fece ammutolire. Sentì la mano del giovane sfiorargli la gamba e qualcosa cadde nella sua tasca, poi vide Louis voltarsi e sparire dalla sua vista.

Restò a fissare il punto in cui il principe era uscito dalla stanza per qualche minuto, fino a quando non si sentì richiamare dai suoi compagni. Con tutta la buona volontà, riuscì a non controllare cosa ci fosse nella tasca e riprese in mano la spada, tornando a sfidare Arnold.

*

'Ti aspetto nelle mie stanze questa sera, dopo cena.
L.'

Harry aveva riletto quel biglietto una decina di volte, dopo essere tornato nella stanza che condivideva con Liam e Alexander. Non riusciva a credere che Louis lo avesse invitato ad incontrarlo, di notte per di più. Cosa doveva dirgli di così importante da doverlo fare lontano da orecchie ed occhi indiscreti?

In realtà, il riccio sperava che non dovesse affatto parlargli, perché non riusciva a smettere di pensare al loro bacio da quando era successo. Quello di sentire ancora una volta le labbra di Louis sulle sue era un desiderio implacabile, che lo teneva sveglio la notte e lo faceva andare in giro con un sorriso enorme sulle labbra.

Cosa gli aveva fatto quel principe? Fino a qualche settimana prima, non sopportava l'idea di dover servire un ragazzo così arrogante e presuntuoso, ora invece sembrava non poter staccare gli occhi e la mente da lui.

La porta che portava alle stanze del principe era grandissima, adornata con vari disegni incisi nel legno massiccio e duro.
Dopo aver spiegato di dover incontrare Louis, le due guardie lì fuori lo osservarono per qualche secondo, prima di entrare e annunciarlo. Gli permisero di entrare e la prima cosa che Harry pensò fu come facesse Louis a vivere da solo in quel posto tanto grande. Davanti a lui si ergeva una libreria immensa, piena di libri di tutti i colori e dimensioni, e accanto stava un grande tavolo con alcune poltrone intorno. Era una versione ridimensionata della vera libreria del castello, ma era comunque enorme. Collegata con una porta, c'era quella che sembrava una sala da pranzo, ma che Harry immaginò essere lo studio del principe, per via di alcune pergamene e dell'inchiostro sul tavolo. Si avvicinò, per vedere cosa ci fosse scritto, ma una voce lo distrasse.

"Non è molto educato ficcare il naso nelle cose altrui."

Louis era poggiato allo stipite della porta che, probabilmente, portava alla stanza da letto. Aveva le braccia conserte e un sorriso accennato sulle labbra, e Harry pensò di non averlo mai visto così rilassato.

"Mi dispiace, io non-"

"Non importa. Hai fame?"

Harry scosse la testa e Louis fece un cenno con la mano alle due guardie, che in pochi secondi uscirono fuori.

"Ho letto il vostro messaggio. Dovete parlarmi di qualcosa?" chiese il riccio, mentre osservava Louis camminare e raggiungerlo.

"Innanzitutto ti chiedo di non essere più così formale. Non ha senso dopo quello che è successo, non pensi?"

Harry non era sicuro di poter pensare più, ma comunque annuì, cercando di non fare la figura dello sciocco. Dannazione, era solo Louis! Il ragazzo che era cresciuto con lui, che aveva detestato, invidiato, di cui aveva sempre pensato di essere migliore perché, a differenza sua, lui sapeva tenere una spada in mano.

"Harry" lo richiamò il principe, avvicinandosi ancora un po', così da far sfiorare le loro dita poggiate sul tavolo.

"Sì?" chiese la guardia, non riuscendo la staccare gli occhi dalla mano di Louis che era ora sulla sua, e dal suo pollice che gli accarezzava il polso.

"Ti dispiacerebbe se ti baciassi, ora?"

"Non sono io quello che può fare tutto, senza dover badare alle conseguenze. Dovrei essere io, a fare questa domanda" rispose Harry, spostando finalmente lo sguardo sul viso di Louis, "o dovrei aver paura di perdere la testa?"

"Non vorresti perdere la testa per il tuo principe?"

"Dipende da come la perdo."

Louis sorrise e fece salire la mano fino al collo di Harry, sfiorandogli la mascella con le punte delle dita e sospirando a quel contatto.

"Mi faresti tagliare la testa, se ti baciassi? O rischierei solo di innamorarmi di te?" chiese piano la guardia, con una nota di divertimento nella sua voce.

"Non lo so. Vuoi rischiare per me?"

Louis fece appena in tempo a finire la frase, prima che Harry azzerasse le distanze fra le loro bocche e lo baciasse. All'inizio fu come il bacio che si erano scambiati qualche giorno prima, insicuro, leggero, solo uno sfioramento di labbra. Poi, Harry poggiò le mani sui fianchi di Louis e il principe affondò le sue nei ricci ed entrambi schiusero le labbra, approfondendo il bacio.

La guardia si ricordò di quando, qualche anno prima, era stato in una taverna di nascosto dal padre e si era rintanato con una donna in un angolo. Il suo primo bacio non gli era piaciuto, ma non ci aveva fatto caso, pensando che dovesse essere così, baciare le persone.
Ora che aveva le labbra su quelle di Louis, capiva di essersi sbagliato completamente. Sentire un brivido di piacere lungo la schiena, avere voglia di non staccarsi mai dalla bocca dell'altro, sentire di fare la cosa giusta, anche se così non è: questo significava baciare.

E lui stava provando tutto quello, in quel momento.

n/a:

anche io posso darvi e gioie, non sono così cattiva come faccio sembrare.

spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi chiedo di lasciare stelline e commenti come sempre.
ci leggiamo alla prossima, col capitolo di haaveillax

giada💓

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