Capitolo Venti

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Louis stava tremando ma continuava a stringere Félicité tra le sue braccia, consapevole di non riuscire a riscaldarla ma incapace di lasciarla andare.
Dov'erano i loro genitori? Le gemelle? Che fine aveva fatto Lottie?
Il principe ricacciò indietro le lacrime e abbandonò la testa contro il muro freddo delle prigioni dietro di sé, chiudendo poi gli occhi e cercando di capire come fossero arrivati laggiù senza rendersene conto. Qualcuno, sicuramente la persona che li aveva separati, doveva averli addormentati e poi fatti rinchiudere. Ma chi poteva essere stato? Qualche guardia di Cowell su suo ordine? Non gli bastava già la guerra che infuriava là fuori?

"Lou?" lo richiamò la sorella, alzando il viso verso di lui e strofinando le mani fra di loro per riscaldarle.

"Cosa c'è?"

"Moriremo qua? Rinchiusi nelle segrete del nostro stesso castello?"

Louis sospirò, prendendole le mani ma senza avere la forza di guardarla negli occhi e mentire. Perché questo avrebbe fatto, se le avesse detto di no.
Sapeva che probabilmente non sarebbero usciti da lì, e forse lui preferiva così. Voleva morire, Louis, perché senza Harry non aveva niente per cui lottare.

Al pensiero del riccio non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime, nonostante si fosse ripromesso di non farlo davanti a sua sorella. Ma come poteva riuscirci, come poteva restare forte se l'unica cosa che lo rendeva tale non c'era più?

Quindi sì, preferiva morire piuttosto che vivere senza Harry.

Sentì Fizzy poggiare la guancia sulla sua spalla e iniziare a singhiozzare a sua volta.
Ed eccoli, i figli del re, i futuri sovrani del regno, i bambini spensierati che si rincorrevano per il grande giardino nonostante i rimproveri della madre, la ragazzina che preferiva i libri ai grandi eventi di corte e il principe che passava le giornate nel roseto immaginando di baciare quello Styles.
Eccoli, piegati dal volere di qualcuno che avrebbe dovuto prendere loro la mano e rassicurarli, dalla loro stessa sorella che per anni li aveva amati come se fossero stati parte di sé, che poi però si era ritrovata ad essere a sua volta vittima di un sentimento troppo grande da poter essere gestito.

Erano tutti delle vittime: Charlotte della sua folle gelosia, Louis del proprio amore proibito, Félicité delle azioni dei suoi stessi fratelli.

*

"Xan, non credo questo sia il modo giusto d'agire..." si azzardò a dire Lottie, smettendo finalmente di andare avanti e dietro per la stanza e prendendo posto sulla poltrona.

"Tesoro, ricordami grazie a chi abbiamo raggiunto ciò che volevamo"

La ragazza sospirò e "Grazie a te" disse, abbassando lo sguardo come se si fosse pentita di aver osato obiettare.

Un ghigno si dipinse sul viso di Xander, che si alzò e raggiunse la grande finestra che si affacciava sul bosco proprio dietro il castello.
Aveva finalmente quello che voleva da tempo, il potere era nelle sue mani e il principe era rinchiuso nelle prigioni, abbandonato al suo dolore.
Aveva raggiunto ogni suo obiettivo, eppure non riusciva a sentire la felicità che aveva sempre pensato di provare con il controllo di un regno intero fra le mani. E nonostante fingesse di non saperlo, era consapevole di cosa ostacolava il raggiungimento di quello stato.

Harry.

Quel ragazzo continuava a tormentarlo da quando, anni prima, si erano scambiati un bacio che aveva cambiato del tutto la vita di Xander.
Non pensava si sarebbe mai innamorato, era cresciuto con una madre che portava a casa -se così poteva essere chiamato uno spazio che comprendeva due piccole stanze occupate da un letto, un tavolo e un paio di sedie- un uomo diverso ogni sera, e non aveva mai pensato di poter provare amore per qualcuno.
In realtà, non sapeva neppure cosa fosse l'amore, prima di incontrare Harry.

Nothing will stop me from going back home to you ❥ lwt+hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora