Capitolo Tredici

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Lou,
ho ancora una volta poco tempo, sto per andare in battaglia, questi fucili non mi sono mai sembrati così pesanti.
Ricordo ancora quando per la prima volta hai tenuto tu un fucile fra le braccia, mi sembravi adorabile: eri così piccolo, ma stringevi con una tale forza quell'arma da non far dubitare nessuno della tua potenza.
Ora come ora, seppur sia stata una bella visione, non vorrei mai vederti con nessun tipo di arma fra le braccia, con il sangue di nessuno a sporcare la tua candida pelle.
Qui fa freddo, i riscaldamenti scarseggiano e le coperte non ricordo nemmeno più cosa siano, e Zayn ancora non si sveglia... Lo danno ormai per morto, vogliono toglierlo dal lettino dell'infermeria perché serve per altri feriti che, secondo il loro parere, hanno possibilità di svegliarsi.
Non so più che fare, mi sento inutile, ma combatterò questa guerra anche per lui.
Ti amo Lou, questa notte guarda il cielo, le stelle, perché io starò facendo lo stesso e ti starò pensando, sperando che riesca a restare vivo.

Ti amo,
per sempre, tuo Harry.

***
(ascolta con Comptine d'un autre été)

Stupide feste, stupidi balli e stupidi nobili.

Harry non aveva mai odiato qualcosa o qualcuno nella sua vita, ma quella fredda notte di Dicembre sentì di odiare con tutto sé stesso la principessa Briana e il suo stupido padre.

Era stato organizzato un ballo in onore del fidanzamento fra il principe Louis e la principessa, nobili da tutto il mondo erano in quel momento racchiusi nel grande salone del castello, ed Harry era immobile, nella sua tenuta invernale e agghindato nemmeno fosse una decorazione, dinanzi alla porta a fare quello che era il suo lavoro.

Doveva assicurarsi che tutto procedesse per il meglio, che nessun pazzo volesse attaccare in qualche modo la famiglia reale, ma quello che in realtà Harry guardava era come la principessa stesse danzando con il suo Louis: le mani del principe erano sui fianchi di lei, che leggiadra come una piuma, girava e ballava con il suo amato. La vedeva ridere e guardare l'altro con occhi innamorati, la guardia pensò di stare per vomitare sul posto.

Strinse in modo spasmodico la spada, tanto che Liam gli chiese se stesse bene, e lui non poté che annuire mentre il suo viso era contratto in una smorfia di rabbia e gelosia.

Sapeva di aver fatto una cazzata, di dover tenersi lontano dal principe Louis perché ci avrebbe sofferto come pochi, sapeva di dovere accettare qualche incarico di guerra ed andare il più lontano possibile da quell'orrida situazione che lo stava dilaniando.

Cosa le stai raccontando, Louis? Perché ride fra le tue braccia?

Louis danzava sulle note di una canzone, ma non con la persona giusta, non con chi avrebbe voluto realmente danzare. Harry guardò come il principe, con un falso sorriso stampato sul viso, fece piroettare la sua dama mentre i suoi occhi erano puntati in quelli verdi della guardia: il riccio li osservò attentamente, non si fece sfuggire la minima cosa, osservò quella ragazza che da lì a poco sarebbe stata sua moglie e madre dei suoi figli.

Li guardava, li invidiava: invidiava lei che poteva toccarlo in questo modo, dinanzi gli occhi di tutti, senza che suscitasse scandalo. Odiava il modo in cui lei lo guardava, odiava quanto vicino potessero stare e odiava come la sua veste si alzasse appena, ogni qual volta che il principe la facesse girare.

Gli occhi erano fissi su quella scena, un magone lo prese alla gola e si depositò poi nel petto, facendogli ancora una volta venir voglia di rigurgitare la sua cena.

Il loro amore era proibito e sempre lo sarebbe stato, non c'era via di scampo a tutto quello. I giochi erano finiti, forse non erano nemmeno mai cominciati, Louis sarebbe divenuto re un giorno e lui non poteva continuare ad essere la guardia-amante del suo sire. Non era vita questa.

Nothing will stop me from going back home to you ❥ lwt+hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora