Capitolo Diciassette

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Louis?
È la seconda lettera che ti mando, non ti sento da ben due mesi. Mi sto preoccupando, è successo qualcosa al castello? Perché non mi rispondi?
Mi manchi, odio non avere più notizie tue.
Ho chiesto a Zayn se sapesse qualcosa, ma mi ha detto che è tutto tranquillo lì, quindi davvero non riesco a capire.
Forse non ti sono ancora arrivate le lettere? Non hai tempo per rispondermi?
Ti prego, se leggi questa lettera, scrivimi.
Mi bastano due righe, per sapere che stai bene.

Abbi cura di te.
Ti amo,
Tuo Harry. xx

***

Harry si svegliò nel primo pomeriggio, i raggi del sole delle due lo investirono in pieno, ieri era talmente stanco che si era dimenticato di chiudere le finestre. Mugugnò infastidito, desiderando di poter continuare a dormire, dato che aveva passato la notte sveglio a lavorare, ma sapeva di non potere dato che fra poche ore avrebbe avuto gli allenamenti insieme al suo principe.

Si sgranchì le ossa nel letto, facendosi successivamente coraggio ed alzandosi; si sentiva a pezzi, poteva non sembrare, ma non era facile reggere un fucile da un peso notevole.

Quella mattina si era svegliato accompagnato da una strana sensazione che, in realtà, pareva seguirlo da una settimana a questa parte, ma quella mattina in particolare, era più forte delle altre volte. Era come se sapesse che qualcosa non stesse andando nel verso giusto ed era sicuro di non starsi sbagliando, aveva capito di dover tenere particolarmente d'occhio Cowell e magari investigare sulla sua figura. Era sicuro di averlo visto già da qualche altra parte, ma non riusciva a ricordare dove.

Fatto sta che quell'uomo non gliela raccontava giusta, si chiese come potesse essere uscita una fanciulla tanto graziosa da quel mostro. Non che la figlia gli stesse simpatica, dopotutto doveva sempre sposare l'uomo che amava, ma non era sicuramente paragonabile al padre.

In poco tempo si lavò e vestì della sua uniforme e lasciò la stanza, chiedendosi confuso perché Louis non fosse venuto alla sua stanza ad aspettarlo come al solito, per poi dirigersi insieme alla palestra del castello. Era preoccupato, qualcosa quel giorno non andava nel verso giusto e non sapeva né come confermare, o meno, quel dubbio, né come scrollarsi da dosso quella sensazione.

Giunse alla palestra del castello e fu lì che vide Louis, un'espressione funerea era presente sul suo volto, ed era completamente assente, assorto nei suoi pensieri. Non lo sentì arrivare, tanto che sobbalzò quando Harry lo abbracciò da dietro, cingendo la sua figura minuta e lasciandogli un docile bacio sulla guancia.

Il principe sgranò gli occhi terrorizzato e, ricordando gli eventi della sera prima, si guardò intorno come se stesse cercando qualcuno che li stesse spiando, e si divincolò in meno di due secondi.

Un cipiglio confuso andò formandosi fra le sopracciglia di Harry.

"Louis?" domandò perplesso la guardia.

"Sei impazzito?!" rispose in un sussurro, ma con tono acuto, "Ci potrebbero vedere!"

"Louis, siamo solo io e te qui", lo guardò Harry come se fosse impazzito.

Ma il principe non lo ascoltò, anzi continuava a guardarsi ossessivamente intorno, teso come una corda di violino. Harry poteva giurare di non averlo mai visto così, pareva essere anche più pallido del solido e se in questo tempo aveva imparato a conoscere Louis, era successo qualcosa che lo aveva sconvolto.

"Lou, sei sicuro di volerti allenare oggi?" chiese dolcemente la guardia, sforzandosi di non avvicinarsi alla figura del liscio, consapevole che sarebbe stato respinto.

Nothing will stop me from going back home to you ❥ lwt+hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora