Capitolo Ventidue

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Rientrare nel castello gli fece uno strano effetto. Nell'istante stesso in cui scesero da cavallo ed entrarono nel passaggio segreto, delle immagini risalenti alla vita trascorsa tra quelle mura si formarono nella sua mente.
Ricordò suo padre con la spada in mano -spada che poi sarebbe divenuta sua- e in piedi affianco a Mark Tomlinson, come se fossero due amici piuttosto che un re e la sua guardia. Ma, effettivamente, era stato davvero così.
Gli venne in mente il momento in cui aveva preso in mano la sua prima spada d'allenamento, alla giovane età di sei anni, quasi solo come un gioco.
Sorrise, ricordando quando aveva osato voltare le spalle al principe, infastidito dalla sua voce che non faceva altro che dettare ordini. Mai avrebbe pensato di amarlo, ma era proprio vero che al cuore non si comanda.

Mentre camminava per quella fredda galleria, pensò alla regina, alle sorelle di Louis, a Liam. A breve li avrebbe rivisti tutti, perché sapeva che erano vivi. Lo sentiva.

Per un istante, si chiese perché Félicité stesse fuggendo da sola, senza le altre sorelle al suo seguito, ma non ebbe tempo di supporre una qualsiasi opzione, poiché qualcuno gli posò una mano sulla spalla e lo costrinse a ritornare alla realtà e al loro piano. Alzò la testa e incontrò lo sguardo di Zayn, che si sforzava di sorridergli nonostante entrambi sapessero che era solo un modo per mascherare la paura.
Paura di trovare una guerra più grande di quella che si erano lasciati alle spalle, paura di trovare i loro cari in gravi condizioni, paura di non farcela.

Harry scosse la testa, stringendo le dita intorno all'impugnatura della spada. Doveva riabbracciare Louis prima di morire, non poteva lasciare quel mondo senza prima baciare di nuovo quelle labbra che tanto aveva sognato durante quel periodo di lontananza e sentire l'odore della sua pelle.

"Sei pronto?" chiese il suo amico, stringendogli la spalla fra le dita cercando di rassicurarlo.

"Sì" rispose Harry, convinto di quel che diceva.

Zayn annuì lentamente, prima di sospirare e stringere il riccio fra le proprie braccia, incurante del fatto che quell'atteggiamento non fosse affatto adatto a due soldati. Harry era prima di tutto suo amico, la persona che lo aveva curato quando stava per morire, quella che gli aveva guardato le spalle sul campo di battaglia. Voleva fargli rincontrare il principe, sdebitarsi per tutto quello che aveva fatto per lui.

Harry si staccò da lui e gli sorrise, prima di voltarsi verso tutti gli altri e notare che erano pronti. Aprì la porta segreta e riuscì a vedere una schiera lunga di guardie che finiva ai piedi del trono. Per un attimo, non appena vide chi stava seduto al posto del padre di Louis, pensò di essere diventato pazzo. Poi però sentì qualcuno chiamarlo per nome, e avrebbe riconosciuto quella voce anche ad occhi chiusi. Cowell.
Sospirò; era davvero Xander ad aver preso il potere, magari anche ad aver ucciso il re.

"Xander, guarda un po' chi è riuscito a scappare dalle celle" disse l'uomo, con un tono divertito.

Harry si sporse un po', ma le guardie non gli permettevano di capire a chi si stesse riferendo Cowell.

"Oh Charlotte, il tuo fratellino è venuto a trovarti" esclamò Xander, porgendo la mano a qualcuno e permettendo a Lottie -Lottie?!- di salire sul trono accanto a lui, "ma la tua cara sorella? L'avrà lasciata a marcire nelle prigioni? In fondo, è abituato a fare ogni cosa solo per il proprio tornaconto personale."

"Non posso credere che tu, mia sorella, abbia lasciato che questo mostro uccidesse nostro padre!"

Il cuore di Harry gli balzò in gola e sentì il respiro venirgli meno. Il suo Louis era a pochi passi da lui e non poteva correre ad abbracciarlo.
Sentiva gli occhi bruciare per le lacrime mal trattenute e Zayn gli strinse il braccio, cercando di sostenerlo e di fargli capire che non era il momento per fare follie: dovevano attenersi al piano, così da poter liberare il regno.

Nothing will stop me from going back home to you ❥ lwt+hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora