-LA VIE EN ROSE-18.0

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Non era più una semplice frequentazione ed un voler cucire toppe su vestiti troppo strappati: Claudio e Mario erano tornati. Oltre la cattiveria, la bugia, l'incomprensione. Oltre i disaccordi, il rancore, la sofferenza. Oltre tutto e tutti ancora vivi. Secondo la tradizione giapponese, ogni persona porta fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, che lo lega alla propria anima gemella. Risulta indistruttibile così che le persone destinate possano un giorno incontrarsi e sposarsi. Ed era esattamente così. Legati da sempre, dai primi mesi di vita. Legati seppur lontani e sconosciuti. Legati ed inconsciamente consapevoli di appartenersi. Legati tanto stretti da far paura. Legati e non potersene separare. Legati

Mario, raggiante di felicità, lo teneva per mano attraversando i corridoi del Centro Titanus Elios verso l'uscita. Le stringeva quelle dita, perfettamente incatenate alle proprie e lo fissava sognante, con il sorriso più smagliante di sempre. Claudio li sentiva addosso quegli occhi e le gote si colorivano per l'imbarazzo. Continuò a percorrerlo quel lungo corridoio tenendolo a se senza mai voltarsi, senza dover affrontare quello sguardo che troppo aveva da dire. Claudio era sempre stato un combattente nella vita, un temerario, un gladiatore, e nessuno scontro, verbale o fisico, lo intimoriva. Ma quegli occhi neri come la pece e profondi come gli abissi, lo spaventavano. Quello sguardo vinceva sempre, e nessuna difesa era capace di sostenerne l'incontro. Persino la ragione ed ogni capacità del corpo e della mente, andava dimenticata. L'amore plasma e Claudio lo percepiva quanto il suo cuore, ormai abituato alle stagioni calde. 

Avevano raggiunto casa, affamati e stremati. Mario aprì e con le migliori delle intenzioni, con la passione ed il desiderio scoppiargli nelle vene, lo afferrò e lo spinse al muro baciandolo e perdendo il respiro. Era uno scambio generoso e sincero, una miscela di sapori, ed uno scontro di suoni. I bacini premere contro risvegliavano i sensi, ed accontentarsi non sarebbe più bastato. Chi si accontenta gode... così così!

-Profumi di sesso Mario. Lo evochi qualunque cosa tu faccia. Impazzirò per questo...

-Zitto! Non mi hai degnato di uno sguardo. L'ho notato sai? Meriti una punizione Sona.

-Se l'avessi incrociato il tuo sguardo, cosa NON ti avrei fatto Mario? 

-Beh... la prossima volta agisci. Sono sempre pronto, io!

Buio pesto in quella casa, ma l'amore faceva da guida e li portò in camera sani e salvi. Mario lo liberò dai jeans ed in fretta tolse i suoi, per poi entrare senza preavviso e spingere, ed inondarlo dentro dell'amore per lui e del desiderio ingestibile di sentirlo suo. Claudio gemeva, godeva, e si aggrappava ormai perduto e nella speranza di resisterlo quel turbine di piacere, alle braccia di Mario adesso forti e decise, posizionate ai lati del suo viso. Si guardarono finalmente, ed in quell'attimo si raggiunsero, con la stessa intensità, con lo stesso amore. Mario avvertì improvvisamente la fatica alle gambe e si lasciò andare su Claudio, con il respiro stanco. Gli sfiorò il petto più volte con le labbra secche, e chiuse gli occhi.

-Grazie Claudio. Grazie Amore mio. 

E si addormentarono. Dalla pelle al cuore. 

***

-Ma sei serio? Partiamo per pochi giorni, mica anni! Hai svuotato un armadio Clà... no vabbè cinque paia di scarpe, dieci camicie, dieci paia di jeans... non sei normale, è chiaro! Ti ricordo che siamo via per una settimana!

-E deve essere perfetto ogni cosa. Persino io devo esserlo!

E partirono per la prima volta insieme e soli. Insieme per la città dell'amore. Insieme a Parigi. Claudio viaggiava da anni, e di posti meravigliosi avrebbe potuto raccontare per ore. Preferiva ritrovarsi in luoghi mediterranei, baciati dal sole e dal mare, e Parigi l'aveva sognata e riservata per tempi migliori, per il momento giusto. Mario era il momento giusto, la metà con cui avrebbe voluto condividere la città degli innamorati ed a cui avrebbe voluto dichiarare ancora una volta il suo amore, sotto la maestosità della Tour Eiffel, in un pomeriggio d'ottobre. Claudio desiderava viverlo quell'uomo dallo sguardo penetrante e dai tratti orientali. Desiderava osservarlo appena sveglio ogni giorno. Poterlo sfiorare, abbracciare, baciare ogni giorno. Desiderava litigarci per poi farci l'amore. Desiderava potersi nutrire della sua bocca e pendere dalle sue labbra ogni giorno. Lo desiderava dentro casa, dentro il suo corpo, dentro il suo cuore ogni giorno. Claudio desiderava Mario ogni giorno a Verona perchè quel filo rosso per i troppi nodi, accorciava le distanze, e di Mario non avrebbe più potuto fare a meno. Per sempre. Lo guardò addormentato con il viso appoggiato sulla sua spalla durante il volo. Poggiò le labbra sulla sua testa e gli annusò i capelli sottili. 

-Spero sia un sì... 

Disse sottovoce e mordicchiò il labbro, accennando un sorriso. 

La vie en rose

Des yeux qui font baisser les miens
Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouche
De l'homme auquel j'appartiens


Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose


Il me dit des mots d'amour
Des mots de tous les jours
Et ça me fait quelque chose


Il est entré dans mon cœur
Une part de bonheur
Dont je connais la cause


C'est lui pour moi, moi pour lui dans la vie
Il me l'a dit, l'a juré pour la vie


Et dès que je l'aperçois
Alors je sens en moi
Mon cœur qui bat.


(traduzione)

Occhi che fanno abbassare i miei
Un ridere che si perde nella sua bocca
Ecco qui il ritratto senza ritocchi
Dell'uomo al quale appartengo


Quando lui mi prende fra le braccia
Mi parla a bassa voce
Vedo la vita in rosa

Mi dice parole d'amore
Parole di tutti i giorni,
E sento qualcosa dentro

Lui è entrato nel mio cuore
Una parte di buonumore
Di cui conosco la causa

C'è lui per me
Me, io per lui nella vita
Me l'ha detto, l'ha giurato sulla sua vita,

E fin dal momento in cui lo scorgo da lontano
Allora sento in me, il cuore che batte.

-OLTRE-  #clarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora